Riceviamo e volentieri pubblichiamo l’inchiesta condotta dal giovane Mario Sanna. L’inchiesta nasce dal suo percorso di laurea e si basa su dati open, disponibili in rete, da articoli di stampa e dal sito della Regione Sardegna. In calce, una nostra nota.
Un silenzio assordante Siamo ormai in prossimità della nuova campagna antincendio, la quale molto probabilmente avrà inizio a metà giugno per concludersi l’ultimo giorno di settembre salvo eventuali proroghe, ma a fronte di tutto ciò, a poco più di un mese dal suo inizio, regna il silenzio assoluto e la più totale disorganizzazione, salvo miracoli dell’ultimo minuto.
Le problematiche che affliggono il settore sono ormai più che chiare da anni, forse ignote solo a chi di competenza, che vede oro che luccica anche dove c’è solo stagno.
Un classico intervento per lo spegnimento di un incendio prevede tre eventuali passaggi, dove le prime ad intervenire sono le squadre di terra, coordinate dalle Regioni, ma se il fuoco risulta troppo esteso e il lavoro delle squadre a terra non è sufficiente, chi dirige le operazioni di spegnimento può avvalersi dell’intervento dei mezzi aerei in dotazione alla Regione, (elicotteri). Se questi non sono a loro volta sufficienti, la Regione, richiede al Centro Operativo Aereo Unificato l’intervento della flotta aerea dello Stato. Ora, per ognuno di questi tre eventuali passaggi ci sarebbe qualcosa da ridire.
Il personale azzoppato Iniziamo dal primo, ossia dalle squadre di terra che svolgono un lavoro più che ottimale mettendo a rischio anche la propria incolumità. I numeri del personale sono
i seguenti e fanno riferimento allo scorso anno:
– 1.047 operatori messi a disposizione dal Corpo forestale è di
– 1.506 (1.088 addetti e 418 vedette) operatori messi a disposizione dell’ Agenzia Regionale Forestas ;
– 800 unità dei Vigili del Fuoco, dopo la convenzione siglata con il CFVA.
Il principale problema di questi numeri è che il 40% è destinato a non poter partecipare alla prossima campagna antincendi della Regione. Il motivo è abbastanza semplice, l’Agenzia Forestas ha visto e subìto il turn over dei pensionati, mentre il CFVA, in seguito all’inabilità dei suoi dipendenti, causa l’età avanzata, ha perso parecchie unità, circa 400 agenti.
La domanda sorge spontanea: perché tener bloccato per anni e anni il turn over (ora sbloccato), invece di garantire un ricambio generazionale e rimpiazzare le unità non
più idonee?
Quest’ultimi anni sì, molto si è parlato delle 635 assunzioni previste da Forestas nel triennio 2023-24 -25, ma dove sono?
Il 2023 delle 450 unità da reclutare è passato, il 2024 sta scorrendo via e il potenziamento di due campagne antincendio è volato via.
Non sarebbe il caso di passare ai fatti o son stati temi da campagna sì, ma “elettorale”?
Veniamo al CFVA che, come detto prima, anch’esso in carenza di personale , ormai al lastrico in alcune stazioni di un certo rilievo (come l’Ispettorato di Tempio) ha bisogno
di nuove risorse nell’immediato. Non sono per nulla bastate le 78 assunzioni del precedente concorso tenutosi poco tempo fa, che a causa di un elevato numero di
ricorsi ha visto l’ingresso dei nuovi agenti dopo due anni, mandando a fumo il potenziamento dell’organico per il 2022 e 2023.
Da ciò bisognerebbe capire che il tempo gioca un ruolo chiave.
Nuove risorse introdurrebbero nuove conoscenze nell’affrontare gli incendi e l’uso di nuove tecnologie anche preventive.
Basterebbe volgere uno sguardo al corso di laurea Scienze forestali e ambientali di Nuoro, leader in questo in campo, che offre ai propri iscritti una preparazione completa, cioè personale già formato, competente e a conoscenza delle esigenze del territorio.
L’organico “di terra” è reso più efficace dai volontari delle associazioni di protezione civile e alle 1.018 unità delle Compagnie barracellari alle quali andrebbe riconosciuto un trattamento economico più consistente, vista l’importanza della loro presenza.
Fra i problemi rientra anche il fatto che i mezzi in dotazione alle unità di terra, circa 900 mezzi, sono spesso datati, quando non molto datati. Quello che preoccupa è la diminuzione costante delle forze schierate. Siamo passati dai 9.300 del 2022 ai 7.145 dello scorso anno. Continueranno a diminuire?
Gli elicotteri e gli aerei Nel caso non bastasse lo sforzo delle figure appena descritte, quasi sempre, se si tratta di incendi vasti, entra in gioco la flotta aerea, compresi gli elicotteri, che
se anche hanno una portata ridotta rispetto alla capienza di un canadair, sono sempre utili.
Le problematiche sono rappresentate:
– dalle scarse risorse idriche in determinati territori, viste le annate siccitose di questi anni (è impossibile, infatti, pensare che un elicottero a pieno carico possa percorrere tragitti di km e km dal luogo dell’incendio);
– dal fatto che le società che prestavano il servizio hanno disertato l’ultima gara. Sarà necessario un nuovo bando di cui non si sa ancora l’esito. Per il momento, gli elicotteri sono out.
In caso di incendi più vasti come quello che interessò l’area di Montiferru nel 2021 entrano in ballo i famosi canadair.
Quelli messi in campo nell’ultimo anno in Sardegna erano pari a 3, un numero inadeguato se pensiamo che solo per spegnere il rogo nell’oristanese ne son serviti 7, senza contare i l fatto che parecchie volte abbiamo dovuto chiedere aiuto a Francia e Grecia.
A destare preoccupazione sono le parole del ministro per la protezione civile Musumeci, il quale afferma che la flotta dei Canadair nel tempo si è sempre più assottigliata, perché di quelli presenti nel nostro Paese, alcuni sono fuori uso e altri sono precipitati.
Attualmente l’Italia conta 18 canadair e ha firmato un accordo per comprarne di nuovi, che però arriveranno solamente nel 2027, perché la società che li produceva ha chiuso nel 2015 ed ora l’unica al mondo che li produce è l’azienda canadese De Havilland Canada che è al lavoro per proporre, nel più breve tempo possibile, una nuova versione del velivolo .
Questa è la situazione , la Sardegna riuscirà ad uscirne sicuramente, ma non del tutto indenne da un’estate che si preannuncia “di fuoco”, è necessario che qualcuno si
occupi nell’immediato dei problemi che ogni anno si presentano in questo periodo.
Mario Sanna
Postilla
Il CFVA è nato come corpo tecnico a tutela dell’ambiente della Sardegna che svolge ANCHE compiti di polizia. Cercare di trasformarlo in una sorta di Corpo di polizia locale, oltre che ridicolo (si sono inventati anche il Picchetto d’onore armato!!!) rischia di disperdere un patrimonio di conoscenze tecniche e funzionali di cui, proprio, non possiamo fare a meno.
Fuori dalla Sardegna operano da anni con successo sistemi. Di monitoraggio nei più importanti parchi nazionali che consentono di rilevare in alcuni minuti principi di incendio nel campo dell’ infrarosso e dallo scorso anno anche in applicazione di sistemi di IA rilevano fumo con grande affidabilità fino a 25 km di distanza.In Sardegna tali sistemi c erano ma con la benedizione dell’ ex assessore regionale all’ ambiente Gianni Lampis nel 2021 sono stati smantellati, peccato che nel 2022 una sentenza definitiva della Corte D appello di Cagliari abbia definitivamente posto fine a inutili critiche sul funzionamento di tali impianti per ignoranza o malafede.Ora rimangono solo gli esposti alla magistratura contabile che dovrà intervenire e sanzionare chi ha determinato un grave danno ambientale ed economico
Il CFVA non gode più della mia fiducia da tempo. Domande: dov’era il CFVA quando ad Orosei coi cosiddetti sfridi delle attività di cava cioè circa il 70-80% del cavato dal povero Monte Tuttavista, qualcuno creava colline sopra torrenti modificando tutto per proprio tornaconto.
Dove è finito il controllo del territorio? Loro (il personale), ad ogni timida critica, oppongono inconsueti argomenti; si lamentano giustamente di essere pochi, invecchiati, prettamente sedentari, di avere troppe competenze formali. Ma io noto anche, in taluni di questi campi di competenza larghissima, modeste competenze reali (penso all’evanescente controllo dei compendi sabbiosi estivi; alle cave; al massacro dei torrenti in ambito costiero; a pedestri lavorazioni agrarie in ambito pedemontano e montano e relative sistemazioni idraulico_agrarie).
All’Agenziaa Forestas nel tempo recente sono state assegnate troppe funzioni ma a me non pare di vedere neppure i risultati di quella che avrebbe dovuto essere la principale delle loro funzioni, quella delle sistemazioni forestali o meglio idraulico forestali (dopo l’incendio di Luglio 2021, sul Montiferru si è visto ben poco i ben nulla e a me risulta che il meglio, per quanto di modesta estensione, sia stato fatto dai privati).
I volontari a terra non si possono discutere e penso che il comparto meriti di essere potenziato moltissimo attingendo anche ai giovani delle scuole superiori (penso al potenziale anagrafico dei 17-18 enni da formare ma snche agli istituti tecnici e professionali agrari da rilanciare: quanto sarebbe bello motivare e formare realmente centinaia di giovani studenti su questo… Se pensi ai gloriosi plessi di Bonorva, Bara, Santa Maria La Palma, Perfugas ma anche lo stesso Duca degli Abruzzi di Elmas, il povero Pellegrini di Sassari…).
A sostegno dei rifornimenti su elicottero, a terra rimarrebbe da ottimizzare e, se possibile, potenziare la dotazione dei cosidetti “laghetti collinari”, ovviamente quelli idrologicamente realistici ed efficienti.
Ovvio infine che senza Canadair su uno spazio di 2.400.000Ha, il contrasto reale agli incendi è e rimarrà alquanto difficile.
Articolo apprezzabile negli intenti. Condivido poco delle valutazioni, qui mi fermo. Grazie per questo spazio.
Conosco l’ambient AIB ( AntIncedioBoschivo ) sardo ( e non solo) per questioni professionali. Il quadro presentato dal giovane Sanna è anche benevolo. Infatti molti degli addetti AIB di CFVA e FORESTAS pur essendo “operativi” non hanno più l’idoneità all’ AIB …e spesso operano anche senza l’idoneità. Per tanto i numeri che la RAS esprime ad ogni inizio campagna possono tranquillamente essere dimezzati sul campo. In realtà il tutto si regge grazie al lavoro dei Volontari/Barracelli ai quali a tutto oggi per esempio NON sono stati liquidati i contributi ( 15K euro ), necessari per attrezzature e DPI utili per la Campagna 2024, deliberati già a fine novembre 2023. Volontari assenti nell’area del Montiferru , che pertanto risultava scoperta l’anno dell’incendio devastante. A parte qualche nucleo barracellare e operatori agricoli con i mezzi da campagna …e grande coraggio ( v. Bonarcado ) .Ovviamente stendiamo uno spesso velo di cemento armato su questioni come visite mediche, manutenzione, revisioni e carburanti , Iva e balzelli vari a carico dei volontari. Inoltre resta sempre in piedi il problema culturale di fondo : la Campagna Antincendi andrebbe svolta da Ottobre a Maggio …il restante periodo estivo è EMERGENZA e gli operatori dovrebbero essere fuori a sorvegliare e anticipare gli eventi. Forze Armate comprese ( che hanno elicotteri operativi anche per il volo notturno … che non ce ne facciamo nulla fermi negli hangar ….
Quindi una delle soluzioni è continuare ad assumere? Perchè questa strada è stata provata in tanti nel corso degli anni, ma poi la gente viene lasciata in ufficio. Riorganizzare e sfruttare meglio il personale esistente sarebbe meglio, invece che assumere, assumere assumere. In sardegna sembra non ci sia altra strada.
Non sono esperto Professore, ma si può fare qualcosa anche nel campo della prevenzione? Sia in termini operativi (pulizia varia) che culturali (qualche giorno fa c’è stato un incendio nella zona di Sarroch per colpa di una improvvida attività di bruciatura frasche).
Ottima tesi, ma come tutte le tesi affronta solo i numeri, importanti ma non sempre utili. 10000 persone impegnate nella lotta contro gli incendi ogni anno. Cosa hanno risolto? Dove sono? Cosa fanno? Quanto costano? Gli agenti del corpo forestale coordinano gli interventi, 1000 persone già destinate a coordinare , cosa? Dove erano questi signori quando è scoppiato l’incendio del montiferru? Cosa e come hanno coordinato? Rimangono i dipendenti dell’ agenzia forestas, meno della metà idonei a gestire questo tipo di emergenze. Poi? Poi ci sono i volontari, barracelli e protezione civile, che fanno pure loro qualcosa, ma principalmente bussano a cassa… Degli aerei meglio non parlare, costi esorbitanti per sopperire alle carenze di chi doveva venire prima, buttano tonnellate di acqua salata sulle nostre terre. Faccio presente un aspetto non secondario. le ordinanze antincendio, queste belle e sconosciute ordinanze.
Perché non le fanno rispettare? Mille agenti che giocano a fare i poliziotti, quando vogliono loro. Potrebbero essere utili, visto che è il loro lavoro. Magari è un buon inizio… Cordiali saluti