Domenica sera il Tgr Sardegna ha mandato in onda l’intervista con l’ex prefetto di Cagliari che trovate in calce.
La notizia?
Il prefetto va in pensione.
Ora c’è da chiedersi se chi è pagato per svolgere il servizio pubblico si renda conto di non poter fare quello che gli pare. Videolina può scegliere quali notizie dare e come darle, perché ha un editore privato alle spalle che ha una sua linea editoriale.
Il servizio pubblico no.
Il servizio pubblico dovrebbe dare le notizie di interesse pubblico, quelle che riguardano realmente tutti, la nostra convivenza civile, i nostri drammi e le nostre attese.
Invece la gerarchia delle notizie del Tg3-Sardegna è governata dalle sensibilità del salottino cagliaritano, per cui un prefetto di Cagliari che va in pensione sarebbe una notiziona.
A chi interessa?
A chi ha frequentato il prefetto.
A chi vuole fare bella figura col prefetto.
A chi vuol rendere omaggio a una persona per bene.
Ma si ha un’idea di quante brave persone ci sono in giro in Sardegna, alcune investite anche di responsabilità, che sono andate in pensione in punta di piedi, senza pretendere alcuna attenzione da parte del servizio pubblico?
Il servizio pubblico non può permettersi queste libertà, non per legge, per decenza.
Non si educa il pubblico alla compiacenza, alla lusinga e alla piaggeria.
Non si può pensare di avere la libertà di parlare di qualunque cosa passi per la propria testa solo perché quella cosa attraversa i propri rapporti sociali.
Il milieu di cerimoniosi sardi che si beano di stare tra prefetti, questori, comandanti e magistrati, è la muffa culturale e politica della Sardegna, ma è dannosa quando fa informazione, perché l’informazione è prima di tutto distanza, spirito critico, servizio.
Il potere si racconta per ciò che fa. Non si omaggia perché esiste.
TG3 Sardegna del 13.11.2022
Seguo, come tanti, il TG regionale un po’ per abitudine, un po’ perché VL non è il massimo (anche se alcuni suoi giornalisti mi paiono intelligenti e colti). Per il resto concordo: l’informazione latita, le inchieste non esistono, o almeno io non ne ho scorte.
Certo, se avessimo una sorta di BBC avremmo forse un’informazione migliore.
Non si può che concordare sul fatto che il TG3 della TV pubblica sarda sia diventato ( da diversi anni) un centro di non informazione , privo di qualunque utilità per l’utenza se non per l’infortunistica stradale e la cronaca nera. Occorrerebbero lavori giornalistici sulle prospettive di crescita dell’agricoltura, dell’industria, del turismo, dell’acquacoltura e di crescita dell’ economia sarda in generale … occorrerebbero inchieste sulla realtà portuale e aereoportuale, sulla condizione dell’università sarda , sulla proliferazione dei centri universitari, manca un sano giornalismo d’inchiesta come , ad esempio, sarebbe quello sulla paralisi del governo regionale : si riporta , banalmente e da anni, di un rimpasto in arrivo … Occorrerà , forse attendere qualche potenziamento e sperare che la redazione si rinnovi con robuste presenze desiderose di lavorare per costruire notizie e servizi utili a un’informazione degna di tale nome e non per allestire salotti da the coi pensionamenti e i trasferimenti …
Nois Sardos (sos ‘malevadados’, ca in Sardigna sa chistione sarda est chistione de ‘destinu’, ‘malasorte’, ‘isfortuna’ ma no de istória chi che bogat sos ogros fintzas a su tzegu – forassiat a sos ignorantes coltivados e premiados chi de ogros no ndhe zughent nudha) nois semus séculos faghindhe allenamentu a prànghere.
E cherimus chi no siat una “novidade”/notizia si faghimus a prànghere un’Italianu bonu in passera? Li amus tocadu su coro!!!
Pranghimus nois chi semus macos de su “bonugoro“ chi mancu ndhe zughimus pro nos istimare! Pranghimus, pedimus, protestamus (candho in passéssia amus superadu cussa de sos àinos chentza superare su tostorrímine), e pregamus meda, ma no a Deus pro nos azuare a èssere líbberos e responsàbbile faghindhe sos bisonzos e doveres e fatos nostros: pregamus sos ‘barones’ chi abbàssient sa ‘tirannia’, ma no sos barones de como chi semus in ‘demogratzia’! Semus ancora preghendhe sos barones de unu tempus (chi za che depent èssere in su chelu issos puru, per intercedere!, ca Zesugristu est mortu pro sos pecados de totu sos pecadores, fintzas cussos de irresponsabbilidade).
Ma sos Sardos semus ancora frimmos a su tempus de su feudalésimu, ca semus a frimmesa de ignoràntzias, menisprèsiu, tostorrímine e pedulianÉsimu, fintzas si semus “all’avanguardia” nessi pro maladias, emigratzione e “bassa natalità” in s’istrada de s’isperdimentu.
Si tiat nàrrere una “armata brancaleone” de políticos e intelletuales, àter’e che “pópulu natzione” chi ischit e faghet su chi li tocat!
Spiace dirlo (seriamente), ma oltre alla scelta della gerarchia delle notizie, basta sentire chi queste ultime le annuncia e/o le commenta…una tortura per le orecchie.
P.S. miracolo come abbiano riportato lo sfogo di un pastore che, riguardo al “pacco” tirato dall’assessore Murgia all’incontro già fissato con la categoria, abbia commentato che mai, con le altre giunte, si fosse visto un tale livello di bassezza nei loro confronti.