Domenica scorsa, Il Fatto Quotidiano ha dato notizia che il Presidente Solinas avrebbe presentato domanda di partecipazione al concorso pubblico per referendario di Tribunale Amministrativo Regionale.
Noi abbiamo fatto notare che la notizia ha uno sgradevole sapore e un pessimo valore, giacché Solinas ha scelto come Capo di Gabinetto un magistrato del Consiglio di Stato e come Segretario Generale il Presidente della Seconda sezione del Tar Sardegna.
Ho aspettato due giorni per osservare il comportamento dei media sardi. Per il Tg3 della Rai la notizia non esiste, così come per tutte le emittenti televisive private, nelle quali abbondano i programmi in lingua sarda o sulla cultura della Sardegna sponsorizzati dalla Regione. Il silenzio è ottima merce di scambio con la sponsorizzazione di un piatto tipico o con una chicchierata in sardo. Siamo a Master Slurp piuttosto che a Master Chef.
L’unico organo di stampa che ha ripreso la notizia è stato Sardiniapost. Un po’ poco. E allora c’è da chiedere ai giornalisti se hanno ancora il senso della loro professione o se sono diventati dei cerchiobottisti o degli imbavagliati stipendiati o dei curiosi a gettone, cioè curiosi solo quando e se viene messo il gettone giusto nel jukebox. Oggi la notizia sarebbe che Solinas avrebbe detto che intende ricandidarsi. In buona sostanza, l’Ufficio Stampa del Presidente sta rispondendo a Il Fatto, perché il giornale di Travaglio aveva titolato scrivendo che Solinas stava cercando lavoro. Capirai! La ricandidatura non è una notizia, è una furbizia per i gonzi.
È la notizia che l’Ufficio Stampa del Presidente ha dato in pasto a giornalisti da scrivania e video, giornalisti senza sudore, per riempire le pagine e rispondere subdolamente al Fatto senza essere costretti a dire se è vero o non è vero che Solinas ha fatto domanda per il concorso per referendario e evitando le domande sull’opportunità di un gesto così imbarazzante. La ricandidatura è la voce del padrone, non una notizia.
Allora c’è da chiedersi se la cappa di mediocrità, manipolazione, confusione e rassegnazione che sta avvolgendo questa isola sia tutta da attribuire a chi governa o se essa invece dipenda dalla “Sindrome ragnatela” che sta lentamente occupando tutti gli spazi pubblici, questa sindrome che promette favori, o attenzioni, o semplicemente sguardi benevolenti solo a chi tace o acconsente.
Ma il silenzio più assordante è quello dell’opposizione.
Nessuno parla di fronte a un fatto che sfacciatamente si colloca nella terra di mezzo dei rapporti tra i poteri dello Stato. Nessuno parla dinanzi a un evento che va contro l’etica della fatica per migliorare se stessi, dinanzi a un fatto che ride in faccia a tutti i giovani che sudano per superare veri esami universitari, a tutti i ricercatori che fanno la fame per affermarsi, a tutte le persone che fanno una fatica immane per mettere su famiglia, a tutti gli adulti che si spaccano la schiena per aiutare i giovani a divenire persone libere e autonome. Solinas è l’ipostasi della scorciatoia alla fatica.
Ma l’opposizione tace, oppure fa interviste vuote, di presenza, o eventi di furbizia con 40 persone spacciate come grandi eventi.
Ma perché tacete?
Per il trasferimento di un forestale?
Per il favorino a un medico?
Per il privilegio di una visita?
Perché tacete? Cosa ci state a fare lì se tacete’?
Perché sopportate il discredito da cui siete circondati e ve lo accreditate come prestigio?
Se tacete, fate veramente pena, svelate la vostra dipendenza dal ruolo: non siete consiglieri regionali o parlamentari per servire la nostra gente; siete consiglieri regionali o parlamentari per voi stessi ed è discutibile che abbiate il valore che la carica esigerebbe. E personalmente mi sto sempre più convincendo che un consigliere regionale o un parlamentare dovrebbe conservare lo stipendio o il reddito che ha prima di essere eletto e continuare a svolgere il suo lavoro durante il mandato, come accade in tanti Paesi civili, perché voi siete la dimostrazione di che cosa determini uno stipendio alto e immeritato. Determina pigrizia e assuefazione.
Bene, dinanzi a tutto questo silenzio (che fa il paio con quello per l’incendio del Montiferru di cui l’opposizione non ha capito nulla e la maggioranza ha capito tutto) noi continuiamo a dire che il sogno ermellinato di Solinas è un vero incubo per la Sardegna.
A proposito di informazione , segnalo, asetticamente, due fatti, secondo me, emblematici
1) da alcuni giorni a Stintino c’è un focolaio di COVID 19- sviluppatosi nel, bar tabacchi della via centrali. E infatti il locale è chiuso e non si sa quando riaprirà
2) da ieri lunedì 2 agosto 2021 , sempre a stintino , l’acqua potabile è vietata con un’ordinanza del sindaco ( vedere sul sito del comune, è la prima notizia) . L acqua è pericolosa perché non rispetta il parametro Conta Batteri Coliformi.
Insomma: la perla del turismo nordoccidentale , che spolpa i turisti x salvare la Pelosa , naviga nella m…e nel COVID. Ma ne avete sentito parlare?
guardate che è tutto uno scherzo!
in realtà si sta girando un film, tipo quelli sull’italietta degli anni settanta e i vizi del suo popolo e le cialtronerie dei suoi rappresentanti politici
non ci hanno avvisato ma in realtà siamo delle comparse
l’opposizione è perfettamente nella parte
altrettanto dicasi della stampa e degli organi dell’informazione di regime
burloni che non sono altro!!!
Al giorno d’oggi la stampa e gli uffici stampa sono gli apparati nevralgici di tutti gli esecutivi. Tali apparati hanno la funzione di illudere le masse, fino alla convinzione, che le opere siano costruite di parole. Queste ultime sono diventate l’unica materia prima con cui si costruiscono centinaia di km di strade, di ferrovie, si realizzano ospedali e strutture sanitarie all’avanguardia, si spengono gli incendi, si piantano centomila alberi. Si, tutto con le parole; niente cemento, ferro, bitume, persone, medici, infermieri, capannoni, campi arati ecc. ecc. Il tutto, poi, nel tempo medio di vita di un articolo: 24 ore, un tempo brevissimo. Con esse si costruiscono opere invisibili, spesso si distruggono le persone oneste e sagge, e sempre piu spesso si riesce diabolicamente ad elevare al ruolo di saggi un’orda di persone senza talento.
L’opposizione di Sua Maestà non è una battuta, è una cosa seria che mette alla corda premier e ministri
L’opposizione di Via Roma riuscirà a far saltare quell’Assessore alla sanità che abbiamo sentito farfugliare stamattina?
Ricordo che non molto tempo fa, un Presidente del Consiglio (allora in carica) fece domanda per partecipare ad un concorso per Professore Ordinario e la stampa si scatenò per giorni e giorni.
Da poche settimane ed è ancora in corso, assistiamo ad una poco diplomatica lotta, senza esclusione di accuse, tra i direttori de Il Riformista e Il Fatto Quotidiano.
In Sardegna, tutti tacciono. Omertà? No. Interessi grembiulati? Ma dai! Mica siamo ai tempi di Mazzini. Il fatto è che forse anche i giornalisti in questo periodo stanno contribuendo a spegnere gli incendi. Si, quelli che da un po’ minacciano il potente. I giornali sardi non amano le inchieste. Nelle inchieste ci sono troppi contatti, in periodo di Covid non si può.
Intanto, la Sardegna brucia. Brucia il suo ambiente naturale e ‘bruciano’ i suoi abitanti, brucia la sua storia, brucia l’orgoglio sardo, bruciano le aspettative dei giovani, delle imprese, dei meritevoli, delle eccellenze, Tutti ricoperti dalla cenere degli incapaci che hanno il potere del non fare, dei pavidi che tacciono per paura di ritorsioni e dei figli di papponi ingrembiulati che potranno emergere sul niente.
L’opposizione? Non esiste. L’opposizione consiliare brucia da tempo e continua a produrre fumo negli occhi di poveri illusi che credono ancora nell’efficacia di strumenti ormai sviliti e abusati (interrogazioni e interpellanze), usati spessissimo come merce di scambio, senza che chi li presenta conosca il problema o lo condivida, tanto da non sollecitarne una risposta.
Il re fantasma è nudo ed anche la sua corte.
E purtroppo la Sardegna brucia..
Le sardine sono in vacanza e i pesci lessi hanno l’acqua in bocca.
I movimenti sardisti non devono necessariamente parlare sardo e uscire in costume ma devono risvegliare l’orgoglio di un grande popolo, costringendo con la forza delle parole l’invasore sfruttatore alla ritirata.
Grande Sardegna RIALZATI!
… no si agatat prus unu Rovelli de petróliu a pagare sos giornalistas (chi l’ant chérfidu) a centímetru cuadru in sos giornales chi contant. O tenet àteru númene. E cantos sunt como sos giornalistas a centímetru cuadru?
Inoghe est azummai totu iscazadu, iscallau in totu sos termovalorizadores, chentza ispetare chi s’iscazet totu s’Antàrtide, e totu est merce, cosa e mescamente zente a bèndhere e a comporare, mercadu globbale, totu bancarellas, totu paradas, e parados. Totu a ‘civiltà’ mercenària. Totu cosas. Totu «res», altrimenti detto DANARO (chi paret sa cosa chi prus mancat a nois Sardos).
In cantu a sa ‘opposizione’… mih ca in sardu narant «apositzione»! E si s’opositzione de sa magioràntzia est sa apositzione sua ite diferéntzia lis chircamus? In su giogu a totu sas dipendhéntzias bi sunt in prenu de sempre unos e àteros, sórighes de magioràntzia e batos de minoràntzia sempre a zogu a VINCERE (issos) e pèrdere (issos), per fatto personale. E no bi at bisonzu de connòschere s’anàlisi lógica. De su restu, narat sa zente, «a parri e no èssi est coment’e a filai e no tessi» ma su chi contat est a parri.
Inoghe est totu “sfilacciato”, antzis própriu iscallau, no solu cun sos fogos “fuidos” ma cun sos fogos postos, mescamente e meda prus cun su fogu de totu sos termovalorizadores de zenia tricolore, séculu e mesu sempre annunghindhe chisina a sa chisina de sa Sardigna a sighire a interrare sos Sardos.
Ite faghimus? Nos sighimus a ispèrdere?
È mai possibile che si debba aspettare (e sperare) che scriva qualcosa tu per avere una cronaca libera, e sopratutto seria, di ciò che accade (e fanno accadere) attorno a noi?
Benissimo S e L, ma che dopo, attorno, ci sia il vuoto…