Il sardismo non è la militanza nel Psd’Az.
Se volessimo dare retta a Lilliu, è più un sentimento che un’ideologia o, se si vuole, un sentimento che genera e ha generato ideologie.
In molti sardi è un giusto e fondato desiderio di autogoverno che lega i moderni agli antichi, che fa sentire i nuraghi come gli arredi di casa, che fa sentire Angioy come un fratello; ma in moltissimi è solo un orgoglio che stenta a divenire progetto politico, che fatica ad accettare la disciplina ferrea che un disegno politico richiede. Spesso è un ribellismo sordo e cupo, ancestrale, con contenuti titanici e anarchici, una forma dell’eroismo epico dell’antichità, un modo di stare a petto nudo di fronte a Dio senza vergogna, senza paura, dritti e soli. Gramsci diceva che una vita fatta di sola volontà è triste. Ogni sardo è un po’ entrambe le cose: un soldato della nazione che bisogna fare e un eroe che chiede conto a Dio, senza vergogna o pudore, del senso del mondo e che vive radicato nella forza della sua volontà, più che nella dolcezza e ragionevolezza dell’amore (che cerca ma rifugge).
Il Psd’Az, invece, è una forza politica, con una storia, uno statuto e un progetto.
Ebbene questo progetto non è centrista, non vi è alcuno che possa affermare che il Psd’Az è un comune partito centrista italiano. Il centrismo italiano, sin dai tempi di Sturzo, è nient’altro che moderatismo e trovava, alle origini, una sua giustificazione, nel creare uno spazio politico agibile e diverso dallo scontro frontale che le ideologie estremiste additavano come giusto e inevitabile.
Oggi lo scontro italiano è bipolare e avviene tra due forme di moderatismo; fare i centristi oggi nello scontro tra Centrodestra e Centrosinistra significa una sola cosa: fare gli opportunisti. Il Psd’Az non è un partito moderato nei programmi, lo è nella prassi politica, perché non ha velleità rivoluzionarie, perché capisce che i cambiamenti traumatici, in genere, costano di più ai poveri che ai ricchi. Ma il programma del Psd’Az non è moderato: il programma del Psd’Az è la costruzione della Nazione e dello Stato sardo.
Perché il Psd’Az di Solinas si è riempito di centristi opportunisti?
Per calcolo, perché in Sardegna esistono ancora i cacicchi che vengono votati per la loro capacità di sbrigafaccende piuttosto che per il loro valore politico e Solinas ha ritenuto di potersi riempire la casa di questi personaggi, un po’ perché li avvertiva come suoi simili e un po’ per il calcolo di poterli governare, utilizzando il loro potenziale elettorale. Il risultato oggi è che il Psd’Az ha perso la credibilità e la parola nel momento in cui il sardismo positivo e di progetto ha una prateria dinanzi a sé, grazie all’inconsistenza politica dei due poli del bipolarismo sardo; il Psd’Az ha perso tutto perché l’azione di governo di Solinas non è stata di tipo sardista con una spruzzata di centrismo, ma solo un distillato di centrismo e di sbrigafaccendismo così forte da aver contagiato tutte le forze politiche di maggioranza e di opposizione. Si pensi alla legge sul superstaff trasformata da My Shallow in uno strumento di potere e di remunerazione politica a sdoganamento morale plurimo e scappellamento a Destra (nel senso dell’inchino ai metodi e ai costumi pastasciuttari della Destra. Altro che scatolette di tonno, siamo al caviale!). Non è forse una conferma della forza del virus centrista di Solinas?
La fuga di tre consiglieri Psd’Az verso Forza Italia è una buona notizia per il Psd’Az. Adesso mancano solo le dimissioni di Solinas e la storia potrebbe recuperare uno dei suoi protagonisti. Non l’esilio di Solinas, non la sua morte civile e politica, ma le dimissioni, cioè il suo farsi da parte per aiutare una nuova fase, questo deve fare chi ha avuto un privilegio così alto e lo ha sprecato: deve lavorare per gli altri senza accampare ruoli, anziché mantenerli e uccidere il padre (parlo del Partito) per soffocamento.
@ Raffaele Corrias Le due questioni sono legate: più dura la gestione Solinas, più si indebolisce il ruolo del Psd’az. Badi che io non ostengo la necessità dell’esilio di Solinas o della sua abiura; penso che sia necessario che lui si faccia da parte e che dia una mano a un nuovo posizionamento del Psd’az che è necessario al partito e alla Sardegna.
Professore ritiene che basteranno le dimissioni di solinas per aprire una nuova stagione del Psd’Az ? In realtà la mia domanda è se il Psd’Az ha un futuro. Spero mi possa rispondere. E’ una questione che mi sta a cuore.
Grazie
L’autonomia, tanto desiderata dalla Sardegna non arriverà mai,perche i sardi stessi affidano le proprie volontà, alla lega che pensa ai suoi interessi del nord, noi continuiamo a litigare mentre gli altri ci schiavizzano,popolo di coglioni
Gianni, Piero e Foffo sono solo de camaleontidi di modesta taglia e diivecchia scuola reptilidea, travestiti da hominidi pre Sapiens. Nulla da dire anche su Cristian: pure lui lo e, magari homonide e da più tempo ma sempre camaleontide
Uno dei transfughi, quello che manca nell’incontro romano con Tajani, è rimasto a Buddusó per un incontro dibattito dal titolo:”la pecora bollita ed il porcetto arrosto nella tradizione sarda”.
😄
Che i tre consiglieri siano passati al centro per opportunismo è altamente probabile. Io vedo però nei recenti movimenti di Forza Italia da un lato e del PD dall’altro un embrione di progetto centrista. Una voglia di moderatismo condivisa dai molti che non hanno gradito gli eccessi di populismo, presenti in entrambi gli schieramenti, che hanno caratterizzato le ultime legislature. La logica bipolare attuale, come tutte le cose, è destinata a cambiare, perchè non ha funzionato. Le riforme più importanti approvate dal parlamento sono targate Monti e Draghi con sostegno trasversale. Quanto al PS d’Az, non ha saputo evolversi ed adeguare programmi ed obiettivi ai mutamenti della Costituzione. Si è riempito e poi ri-svuotato perdendo occasioni preziose e credibilità. Ma sarebbe ingiusto addebitare il conto interamente alla gestione attuale. Chi poteva (e forse doveva) fare battaglie dall’interno del partito ha preferito creare nuove formazioni politiche che sono naufragate o durate comunque poco. E molti di questi che credevano negli ideali sardisti e ritenevano di avere una cultura radicata nel PS d’Az oggi ritengono di poter fare la morale a tre consiglieri che “defluiscono”?
Sardismo : un’idea,un’ambizione,la speranza di un popolo da sempre soggiogato,sfruttato e sottomesso !!!
Una terra ricca ,preda di conquiste d’oltre mare succedutesi nei secoli !!!!
Sentimento di migliaia di eroi ,morti giovani per guerre lontane !!! Dolore di migliaia di vedove ,di orfani in erba che hanno perso la serenità per i disastri bellici del Regno e per le impossibili conquiste del fascismo .
Il sardismo ,nasce dal dolore , dalla speranza ( perduta ) di una vita migliore di tante vedove,di tanti vecchi e di tanti bambini orfani che sognavano un riscatto di gente che pur delusa sperava !!!! .l’idea di una Sardigna nazione , è purtroppo ancora utopistica , malgrado l’impegno culturale di alcuni personaggi più illuminati che come lei,Prof,avevano guardato lontano ……..i vari Melis, Pinna ,Lussu e lo stesso Gramsci avevano visioni di progresso locale che le necessita’ urgenti del momento hanno via via assopito .E’ stato sempre più facile affidarsi alle idee e progetti altrui ,tralasciando la coltivazione di idee e sogni autoctoni dei personaggi politici , che nel tempo se ne sono occupati .I risultati sono sul tavolo : un sardismo suddiviso in cento frazioncine che brillano per fare emergere distinzioni che spesso sono immaginarie o illusorie ; brillano , come dice lei,per il disbrigo di piccole faccendiole di cortile dimenticandosi della Mission e del vero Sentiment Sardo . Quando riusciremo a riprendere idee e sogni di qualcuno dei grandi pensatori non omologati alla cultura demo-,comunista nazionale ,forse la Sardegna potrà trovare condottieri giusti che la aiutino a diventare una reale democrazia federata alla nazione italiana .Per adesso ,i movimenti da un partito all’altro,non sono altro che estemporanei personalismi in cerca di maggiori fortune carrieristiche individuali .
Su «Partito Sardo d’Azione» chi, agabbadu su primu masellu mundiale (costadu a sa Sardigna pro s’Itàlia prus de 13.000 mortos, sa menzus zoventude) cheriat èssere unu de sos «partiti italiani d’azione» (in Itàlia ndhe at nàschidu unu ebbia e luego est mortu puru, in Abruzzi), in Sardigna est nàschidu, est créschidu, si est irfatu (significativa sa prima fita chi si ch’est segada, cussa cun Lussu su “progressista”, lamentosu pro s’aurtinzu de sa “autonomia” “otriata” e a tipu batulinu/felino aurtidu, sa RAS chi ancora semus pelendhe che casinu, ma apilliadu a pedire azudu a sa dipendhéntzia ca sa Sardigna nachi fit “nazione fallita” ma no fallidu isse).
A ùrtimu de sos annos Setanta su PSd’Az. no teniat unu solu cussizeri regionale, totu “imbarcati” in sos partidos italianos (lis at abbertu s’autostrada!); e unu deputadu chi teniat, gràtzias a su PCI, classicu ‘azudu’ de pro sos Sardos, sa bonànima de Mario Melis, “sardista” eja, ma cantu cun s’ispada “de Damocle” PCI – e no solu – sempre apunta a li falare in conca?!
Su PSD’Az at torradu a crèschere cun cun s’innetzione natzionalitària anticolonialista tra Setanta e Otanta, no in d-unu desertu ma in d-unu “bosco fitto” de “selva oscura” de italiarzos e italiarzados e però su PSd’Az. est abbarradu zustu zustu su chi fit e gai si ch’est torradu a iscontzare e mòrrere, dendhe oe fortza a “Fortza Italia”!
PSd’Az. partidu italianu nàschidu e imbetzadu in Sardigna. Festa ca at lòmpidu chent’annos? Méritu de sos “sardistas” o méritu de sa Sardigna chi de annos ndhe tenet unu pagu in prus chentza mancu nàschere in carchi “Congresso”? O est betzu cadrudhu, béciu perrai o che truncu tuvudu prenu de frommiga che àrbure ispetendhe a si che furriare a terra irfata a linna prudigada?
Si est istadu sèmpere coment’est a duas caras, inue est su “centru” e cal’est su “orizonte”?
Si su PSd’Az.” no fit nàschidu fit tocadu de l’imbentare, e invetzes est nàschidu, imbetzadu e pudindhe puru.
E sigomente unu partidu no est una pessone e ne unu pópulu/natzione, e invetzes custa entidade bi est e at a sighire si no che la isperdent e isperdimus nois, sa sola cosa de fàghere est a lu dichiarare puru partidu mortu e incaminare sos Sardos a un’istória no solu digna de indipendhéntzia natzionale, chi no siat cussa maca de una indipendhéntzia impossìbbile (ca semus assolutamente totugantos solu e sempre de prus interdipendentes!) chi no siat sa ‘indipendhéntzia’ maca de gherra mundiale sempre faghindhe e armados che zente irbariada s’unu contr’àteru in s’idea de lu dominare, ma mescamente netzessària e sempre prus urzente e possìbbile in d-una prospetiva de coperatzione umana mundiale, nessi chentza gherras distrutivas de zente, de benes e fintzas de su logu.
Sa parte chi tocat a sos Sardos puru, Natzione chi depet èssere formalizada e fata cun sas manos, òperas e politicas nostras, de zente digna de si nàrrere zente e no abbirgonzada, avilida, dominada e fata perdulària che canes in chirca de mere e de totu sos meres e peus puru isterzaris.
Berlusconi si starà rivoltando nella tomba, Mario Melis e Lussu si stirano soddisfatti 😀
…Grazie Paolo !
Come pala eolica si potrebbe usare Su Biadu di Silvio che si starà rivoltando nella tomba alla velocità della luce vedendo certi personaggi arrivare nel suo partito.