di Paolo Maninchedda
Tutti pensano che il problema principale sia fare la Giunta.
Fare la Giunta è, invece, un dovere, non un obiettivo.
Se si guarda alla legge elettorale italiana si capisce ben altro.
Si capisce che per esercitare la politica verso la sovranità e lo sviluppo, la Sardegna deve disporre di un grande soggetto politico della Sardegna, che oggi non c’è. È nostro dovere costruirlo, diversamente è ormai chiaro che la politica ‘estera’ della Sardegna non avrà alcun peso.
È altrettanto chiaro con chi questo soggetto va costruito.
Certamente con i partiti della sovranità, cosa non semplice ma indispensabile. Il problema risiede solo nella disponibilità/indisponibilità dei singoli partiti a mettersi in gioco: nessuno può dire all’altro: “Ok, venite da noi”. Tutti debbono abbandonare le proprie abitudini ideologiche, le proprie liturgie, le proprie consuetudini, e concorrere a costruire un nuovo soggetto che avrebbe le caratteristiche di incertezza, ma anche di opportunità, di tutte le cose nuove e libere. Non è semplice, ripeto, ma è indispensabile.
Ma basterebbe?
Per i requisiti di grandezza di cui è necessario disporre in Europa, non basterebbe.
Si pone dunque il problema del futuro del rapporto con le forze cosiddette progressiste, cioè della Sinistra e del Centro Sinistra italiane, in primo luogo Sel e Pd, ma anche Rifondazione, Pdci, PSI, Verdi ecc..
Il Pd va a congresso: vedremo se il tema della sovranità sarà o non sarà tema congressuale. Vedremo se emergerà o no il tema dell’indipendenza del partito e della sua federabilità con soggetti italiani solo in occasione delle elezioni politiche italiane e europee. Vedremo se tanti dibattiti fuori del Pd, fatti da leader del Pd, riusciranno a tradursi in una posizione politica interna alle dinamiche congressuali. Bisogna seguire questo dibattito, se diverrà anche interno al partito sarà un’occasione storica.
Sel è più vicina alla prospettiva di realizzare in Sardegna con noi qualcosa di simile a Esquerra republicana, ma un processo di questo tipo necessita di sedi di approfondimento politico e culturale. Queste sedi oggi non ci sono. Alcune domande: su quali presupposti culturali occorre impostare l’incontro? Si parte dai rapporti di produzione, dai rapporti di potere e di governo o da un’idea di Stato? Come si risolveranno i rapporti tra le forze della sinistra italiana nel Parlamento italiano? Quanto intende essere attrattiva Sel per altre forze della Sinistra sarda? Come si collocherà rispetto a piccoli ma significativi laboratori come ‘Sardegna sostenibile e sovrana’ che tentano già di declinare la tradizione socialista con quella sovranista e quanto questi ambienti intendono utilizzare l’elaborazione politica già fatta in questo senso dai Rossomori?
Insomma c’è preliminarmente un lavoro serio da fare, sapendo però che non c’è più molto tempo per farlo.
Comments on “Il requisito della grandezza”
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Baj in bonora,ti meritas custu e atru ancora. Bonu traballu e in culu a sa balena.
Come dice Renzi, l’ultimo “merixeddu de sa Sardigna”, citando Walt Disney (uno dei suoi principali riferimenti ideologici) la differenza tra un sogno ed un progetto è una data. Da circa 40 anni ho un sogno ricorrente: INDIPENDENZA PER LA SARDEGNA. Vorrei che le forze politiche cui fa riferimento Paolo trasformassero in progetto il sogno mio e di tanti sardi. La data potrebbe essere successiva di non molto ai progetti, già in fase d’attuazione, di Scozia e Catalogna (di cui dovremo approfondire meglio il percorso). La mia proposta: accordo per un REFERENDUM entro il 31/12/2016.