Il questore di Cagliari ha emesso un foglio di via per un giovane di ventitré anni di Uras, con l’obbligo a suo carico di lasciare immediatamente Cagliari e di non metterci più piede per tre anni.
Il giovane è studente universitario.
La sua colpa è stata aver partecipato attivamente al blocco stradale di via Roma, organizzato da Ultima generazione per sensibilizzare l’opinione pubblica sui rischi del continuo utilizzo dei combustibili fossili. Il questore lo ha ritenuto aderente al profilo che il decreto legislativo 159 del 2011 traccia delle persone da sottoporre a una misura così severa: «c) coloro che per il loro comportamento debba ritenersi, sulla base di elementi di fatto (comprese le reiterate violazioni del foglio di via obbligatorio di cui all’articolo 2, nonché dei divieti di frequentazione di determinati luoghi previsti dalla vigente normativa) che sono dediti alla commissione di reati che offendono o mettono in pericolo l’integrità fisica o morale dei minorenni, la sanità, la sicurezza o la tranquillità pubblica».
Il giovane colpito dal provvedimento è incensurato, nessun precedente né carico pendente.
A me pare che lo spirito della norma applicata sia quello di colpire persone che abbiano compiuto più reati, per l’appunto si parla di cittadini “dediti alla commissione di reati”, non quelle che partecipano per la prima volta a una protesta ritenuta illecita.
Si pongono due ordini di problemi.
Il primo è il rapporto tra protesta non violenta e disagio prodotto dalla protesta.
Qualsiasi protesta può essere intesa come una messa in pericolo della tranquillità pubblica. La protesta, politica o sindacale, vuole creare un disagio per iscrivere un problema all’ordine del giorno. Chi subisce il disagio ritiene violata la sua libertà (si pensi agli automobilisti che sono stati tenuti fermi in via Roma per un tempo non banale); chi manifesta ritiene il problema sollevato di tale urgenza da provocare una riflessione più intensa quanto più la protesta crea un problema alla tranquillità pubblica. È la dialettica dei diritti che dovrebbe trovare una composizione nel diritto, ma che inevitabilmente deve trovarlo prima nella politica.
Non sfugge a nessuno, poi, che la vicenda riaccende l’attenzione su un tema dibattuto, quello del rapporto tra minoranze che si ritengono avanguardie della società, e maggioranze che invece si ritengono ingiustamente disturbate dalle rocciose certezze e dalle azioni di pochi.
Sono temi importanti, da aule universitarie prima che da tribunali, anche perché i tribunali sono spesso schizofrenici: se una strada è bloccata da pastori che buttano il latte dentro i camion non di loro proprietà, i pastori sono innocenti manifestanti, se invece lo fanno indipendentisti o ambientalisti, sono eversori. A parità di atteggiamenti, a suo tempo si sarebbe dovuta fare la follia di emettere diversi fogli di via a carico di allevatori, impedendo loro di frequentare la SS131, cioè impedendo loro di lavorare, come oggi si sta impedendo allo studente di studiare a Cagliari.
La verità è che lo Stato ha naso per i suoi avversari e sa che chi ha un pensiero, un’idea del mondo, mette in discussione un ordine; chi butta il latte, vuole solo un prezzo più alto e magari, in cambio, è disponibile anche a votare patentati imbecilli che glielo garantiscono. Ma allora la domanda è: come si può migliorare il mondo se il suo ordine è contestabile solo nelle forme da lui previste, cioè quelle che non lo disturbano?
Il secondo ordine di problemi è il silenzio universitario.
L’università sta vivendo uno dei periodi più neri della sua storia, grazie a una normativa che ha ucciso la ricerca di base, ha trasformato le aule universitarie in laboratori, i docenti in manager e rappresentanti di commercio di se stessi, in burocrati sovrastati e impauriti da una struttura amministrativa debordante, stretta intorno a Direttori generali di durata eterna e immarcescibile. L’università è l’unico luogo dove esiste il segreto di Stato per le cose più banali, come la valutazione di un saggio.
Non stupisce che questa università legata e azzoppata non abbia discusso del caso.
Sono certo che il prorettore alla Didattica, quello che nel passato è stato premiato a livello nazionale per i risultati sull’orientamento e che per questo se lo ha visto sottrarre, troverà una soluzione pratica per garantire allo studente la frequenza delle lezioni. Accadrà perché il prorettore è buono d’animo e capace nell’azione amministrativa e la sua efficienza zittirà sul nascere ogni scrupolo. Ma personalmente preferirei vedere in campo giuristi, sociologi, comunicatori, filosofi, non per far baccano, ma per capire dove stiamo andando, che è esattamente il motivo per cui le università sono nate.
@ Muzio, riesci ad essere così assertivo solo dietro l’anonimato. È la tua vigliaccheria che parla te.
Giusta punizione a chi toglie diritti agli altri per manifestare in modo non autorizzato e imporre le proprie idee. Avanti cosí.
Il 13 novembre scorso, in quel di via Roma (fronte Consiglio Regionale della Sardegna) a Cagliari, è andata in mostra l’atto più gravoso per il bene degli attivisti: il DASPO extrasportivo per 3 anni (foglio di via e divieto di spostarsi per il capoluogo sardo). I decreti sicurezza del 2019, ed ora anche l’ultimo decreto che sta per uscire, hannp messo fine al diritto di manifestazione e di blocco stradale. Ma ci si dimentica che è la Costituzione a garantire questo diritto. Ma si sa. I diritti civili e diritti sociali il governo dei peggiori non sanno neanche cosa siano. Devono per forza decidere tutto loro del NOSTRO PRESENTE e FUTURO. Ultima Generazione ha fatto ciò che potremo fare noi come Comitati contro la speculazione energetica e l’eolico selvaggio. Protestare in strada rischiando il DASPO e il foglio di via per tot anni. Ma siamo nel 2023 oppure nel 1923. Sono passati 100 anni, nel caso. Gli scioperi e queste manifestazioni in piazza e in strada non ci sarebbero se ci fosse una classe politica in grazia di dio e un governo – sia esso regionale, sia esso nazionale – che gestisce la cosa pubblica con dignità. L’ambiente e tutto ciò che ne consegue, deve essere tutelato. A mio modestissimo parere, lugni da me polemizzare al quadrato, il sign. Questore e Sua Eccellenza il Sig. Prefetto devono ritirare questi atti incredibilmente punitivi Io sono dalla parte degli attivisti di Ultima Generazione. Solidarietà piena a questi 7 attivisti (due sardi e cinque del nord Italia. Non serve a nulla la repressione. Serve soltanto a accrescere la rabbia.
Fabio Argiolas
Attivista di Comitato contro la speculazione energetica e contro l’eolico selvaggio.
Ripercorrendo tutta la dinamica, vista dall’esterno: sei attivisti di Ultima Generazione – anche venuti dalla nostra amata Italia – hanno deciso di manifestare bloccando la via Roma. Ci si dimentica che Sabato 4 novembre 2023 si è svolta la “Festa delle Forze Armate” proprio in quel quadrilatero dove erano gli attivisti di UG. Che diciamo? Facciamo di tutt’un’ erba un fascio (a proposito di Fasci – non rispettare i diritti sanciti costituzionalmente, è puro squadrismo fascista) oppure ci dimentichiamo che se uno vuole manifestare, deve farlo (ovviamente) rispettando le normative TULPS e anche di democrazia. Facendo parte di un Comitato contro la speculazione energetica e contro l’eolico selvaggio, anche io come tanti altri miei colleghi potremmo essere parte di questo DASPO extrasportivo? Allora che si fa? Si subisce senza protestare? NON CI STO. Solidarietà piena a tutti gli attivisti rei solo di averne le p. piene di tutto ciò che ci stanno imponendo i governi asserviti al potere e al padrone di turno.
Fabio Argiolas
cittadino di Sanluri (SU)
Provvedimento assurdo e ridicolo
Valesse veramente, i numerosi fogli di via elargiti ai vari delinquenti operanti in Italia (e non parlo dei migranti) avrebbero mostrato efficacia.
Stia tranquillo lo studente (a cui va tutta la mia solidarietà e il consiglio di incaricare rapidamente un Legale per smontare la cosa).
Aria fritta con una spruzzata di compiacenza per chi ci “governa”
Ciao, sono Manuela e ho bloccato la strada insieme allo studente di Uras. Studio giurisprudenza a Cagliari e il daspo di 3 anni è stato dato anche a me, reprimendo il mio diritto allo studio, e dandomi una sanzione sproporzionata rispetto a quanto accaduto. Per chiunque volesse manifestare solidarietà o fosse interessato a parlarne o a conoscerci, io e lui saremo in collegamento ad una presentazione a Cagliari, oggi alle 18:00 al bar della MEM in via Goffredo Mameli.
Grazie a tutti della solidarietà.
No scusatemi fatemi capire. Si sta dicendo che la gente può bloccare le strade, imbrattare i monumenti e le opere d’arte ed in sostanza fare quello che vuole perché è frustrata, senza speranza, hanno solo i social ? In altri tempi e per altri contesti era sempre colpa della società e si è giustificato tutto, abbiamo poi visto dove si è arrivati. Quanto allo sciopero un organo terzo, deputato a valutare la legittimità di uno sciopero, si esprime e siccome il Ministro prende i provvedimenti conseguenti siamo in dittatura? Ma veramente in Italia si possono evocare manganelli, stato di polizia e quant’altro? Non capisco.
Verrebbe da dire: È la destra al governo bellezza! Questori, prefetti, forze di p.s. e relativi sindacati godono del nuovo corso, che schiaccia dissenso e pensiero critico anche attraverso evidenti forzature giuridiche.
Tifiamo rivolta
Con gli ultras delle squadre di calcio sono più clementi. D’altronde l’ignoranza altrui non fa paura.
Oggi giorno i principi fisici della termodinamica e gli effetti connessi alle attività umane sui complessi equilibri naturali dovrebbero accrescere la nostra attenzione sulle tante strade sbagliate che si stanno seguendo in nome del progresso e dell’economia. Ma niente. La società e il mondo politico sono indifferenti. Infatti, molti scienziati convergono nel constatare che più che dal riscaldamento globale in atto, l’umanità è minacciata soprattutto dalla sua lenta e sempre tardiva presa di coscienza. Per questo, un provvedimento “esemplare” come quello emesso contro lo studente è applaudito, a torto, da tanti cittadini.
È triste osservare il mondo universitario e scientifico relegato ad un ruolo sempre più marginale da questa nostra società colpevolmente ignorante e incosciente.
Il proprio pensiero si può manifestare, all’interno delle regole. In mancanza si parla di giungla, anarchia, caos. legge del più forte. Negli USA, patria della libertà di pensiero, tutti possono manifestare su tutto. Ma guai a scendere dal marciapiede che ti è stato assegnato per esercitare il tuo diritto.
È la tendenza…ieri è arrivata la precettazione da parte di Salvini allo sciopero per gli autoferrotranvieri.
Tenet resone su «questore» (ancora romanos che at in Sardigna?): L’Italia deve correre, correre, correre, fare, fare, fare (peràulas salvinistas) po no abarrai acò, cambada dietro gli altri, ca assinuncas is àteros nci passant ainnantis e saranno primi, e binchent e… come la mettiamo cun VINCERE e VIINCEREMO sa gherra? Tocat a cùrrere a tutti i costi a s’isperevundhu fintzas a fàghere de su Pianeta unu furru allutu de arrustire anzones e cristianos. O allagare comente, pro ndhe ischire carchi cosighedha, est faghindhe in Italia puru (cun sa cuntentesa de chie at pótidu bèndhere unu muntone de trastes a sos allagados chi che ant frundhidu sos trastes guastos. Ebbenemindhe de economia!!! Fare e disfare tutto è affare: cale indùstria daet prus “triballu” de sas gherras? E própiu unu triballare airadu, chentza mancu drommire e ne manigare: pessade cantu “produttivo”!
Sos fóssiles…, azis bidu chi fintzas su re nou ingresu (prima “green”…) at autorizadu a trivellare su mare a sighire a bogare petróliu? E cherides chi si cambet sa reina de s’Itàlia pro autorizare sas trivellas a bogare petróliu per fare correre l’Italia? Tocat a bìnchere, bìnchere sa gherra: chi si ferma è perduto (pro fàghere sa gherra).
Ma su fóssile própiu de timire est su cherbedhu e sa cusséntzia, e sos profetas missionàrios de s’irvilupu illimitadu a currera supersónica a calesisiat costu fintzas a mandhare totu su mundhu peus innoromala. Ebbenemindhe de progressu e triballu!…
Totu sa solidariedade a s’istudente esiliadu! Ca nessi a pessare tocat a si frimmare, e fintzas de cùrrere a sa maconatza.
Non conosco con precisione le circostanze ma mi par di vedere i contorni dell’abuso sotto forma di provvedimento. Potrebbe esser questa, ormai, la versione moderna del manganello. Nelle mie piccole forze vorrei aiutare lo studente, se potessi e lui volesse.
Grazie Paolo. Il silenzio sarebbe la risposta peggiore perché l’università vive di sviluppo del senso critico e di stimolo alla partecipazione dei propri studenti al confronto sui temi decisivi per il futuro di tutti noi
Incredibile,roba surreale!! a questi giovani ormai è stato tolto quasi tutto:lavoro partecipazione politica etc basta vedere un qualunque incontro politico sono pochi o silenti a meno che che nn si faccia con il tema: i giovani (organizzato dagli adulti sigh), infatti, vanno via e a gambe levate, ( è un emorragia)il pensiero dei giovani in Italia in sardegna deve essere irregimentato se no nn è compreso o accettato,un paese come il nostro vecchio gerontocratico dove se qualcuno di loro si vuole prendere uno spazio viene “randellato” (nn solo fisicamente), per loro natura dovrebbero essere ribelli portatori di cambiamenti, invece,poveri,devono diventare al massimo “social” digital (…),poi tutta la questione sul cambiamento climatico racconta bene come il “giustificazionismo” gli interessi l ignoranza stanno portando il pianeta verso il disastro, pianeta che dovrebbe essere per loro ( sostenibilità etc etc etc) invece devono starsene a cuccia o al massimo partecipare ai meeting del nulla a procedere…organizzato va da se da chi ha contribuito a creare tutto ciò…(mi ricorda qualcosa :i dirigenti del pd?).Tanti saluti
A completare il quadro triste lo spazio dato dall’Unione a chi si lamenta di non aver potuto risolvere la questione “disagio” facendosi giustizia da solo…https://www.unionesarda.it/multimedia/ultima-generazione-paralizza-il-traffico-a-cagliari-blocco-studentesco-idioti-aiutati-dalla-polizia-ghp8mmw7?fbclid=IwAR2SRGF11JDIxSGxOGkLFYRRZNun4Z0K9zXtvGwXV5ozC7-za2agEWprQYk
Solidarietà personale allo studente. Per quel che vale. Viviamo in uno Stato di polizia? Non si può manifestare il proprio pensiero?