Vorrei invitare oggi i sardi a leggere due articoli sul processo a monsignor Becciu: il primo, di Paolo Matta, sulla prima pagina dell’Unione Sarda; il secondo di Salvatore Cernuzio su Vatican News, cioè sull’organo di informazione on line del Vaticano.
Quale è la differenza? Paolo tifa di più e, dunque, noi capiamo di meno. Il sito del Vaticano è equilibrato, senza censure, chiaro.
Bisogna fare una premessa: i quotidiani sardi hanno trattato l’arringa della difesa di Becciu come se fosse la sentenza di assoluzione del tribunale. Non lo fanno con tutti, anzi, tendenzialmente i giudiziaristi – a parte uno – sono accovacciati ai piedi dei Procuratori della Repubblica (non proprio amici miei). Viceversa, nel caso del cardinale di Pattada, prima La Nuova e poi L’Unione hanno preso posizione a favore della sua innocenza, di cui, sia detto per inciso, mi sono convinto anch’io.
Solo che ci sono altre cose da dire.
Se Becciu è innocente – e i fatti fino ad oggi sembrerebbero dimostrarlo – per logica si dovrebbe affermare che chi ha sbagliato è il Papa, il quale ha compiuto uno di quegli atti stizzosi che sono il vero neo del suo pontificato.
La stizza e il dispetto ogni tanto prendono la mano a Bergoglio, come per esempio nel momento della nomina del nuovo vescovo di Tempio, cui era naturalmente designato il vescovo di Ozieri, reo di aver difeso il cardinale di Pattada, e quindi punito a restare dov’è anche a costo di interrompere il percorso di riorganizzazione delle diocesi sarde. Scherzi da prete stizzosissimi.
Tuttavia, anche sul Papa bisogna dirla tutta. Che la misura fosse colma in Segreteria di Stato è un dato di fatto. Serviva un’azione di pulizia profonda che, bisogna riconoscerlo, Bergoglio è riuscito a compiere, magari con non pochi danni collaterali, ma certamente col risultato che l’aria è ora più pulita e i rapporti col peggio della finanza mondiale definitivamente interrotti.
I soldi della Chiesa impegnati nella speculazione edilizia londinese sono stati buttati, è vero, ma adesso è molto difficile che ciò possa accadere di nuovo.
Parallelamente, il Papa ha combattuto duramente la lobby della copertura degli abusi sui minori come pure l’omosessualità di ceto, generata dal sessismo gerolamita, molto protetta nelle mura del Vaticano.
Che però il Papa abbia agito in tutta fretta nella punizione di Becciu, senza approfondire, per prevenire uno scoop di Repubblica, questo è un fatto, ed è un fatto negativo.
Che il Papa porti sulle sue spalle la nomina della Chaoqui è un altro grave errore.
Che il processo si sia svolto senza equilibrio tra accusa e difesa è un altro fatto.
Che l’accusa abbia cercato di addebitare a Becciu una sorta di relazione con la Marogna è un altro fatto, grave quanto stupido.
Che il tribunale presieduto da Pignatone si trovi nella necessità di coprire l’operato del Papa piuttosto che di fare giustizia, è altrettanto e tragicamente evidente.
Insomma, il mio dubbio è il seguente.
Becciu ha sempre agito in stretta aderenza alla volontà del Papa e il Papa, appena un po’ di fango è stato inserito nel ventilatore della stampa italiana, ha pensato bene di scansarsi. Brutta storia.
E ancor più brutto è che a dire queste cose fatichino i giornali progressisti, lasciando la critica al pontefice, che è giusta, a quei fascisti insottanati di lefreviani (ce ne sono anche in Sardegna, ansiosi di celebrare spalle ai fedeli, orfani di potere e vuoti di dottrina come non mai).
D’altro canto io sono sempre stato lontano da Becciu, e dalla sua corte sarda (farcita di vecchi arnesi della politica isolana e di molti aspiranti a essere ammessi al bacio della pantofola), per come lui era prima che lo inquisissero e per come, credo, non sarà più: l’icona di un potere ecclesiastico sicuro di sé e del mondo che veniva in Sardegna a mo’ di un legato pontificio d’epoca medievale. Se la Chiesa ha sbagliato nei traffici finanziari ciò è avvenuto proprio per la sua struttura cortigianesca che a me sta giusto giusto sulla punta del naso e che veniva replicata in terra sarda. Ora che il cardinale è tornato ad essere don Angelino (come lo chiamano i suoi amici) a me sta più gradito e sono sicuro che farà meglio anche il cardinale.
Bergoglio, dal canto suo, ha da dire al suo confessore e poi da continuare la sua opera di pulizia. Bergoglio non è forte in dottrina, non lo è in profondità, è casinista in politica estera, ma è fedele a Gesù Cristo, e non è poco.
Sul caso Becciu, finora abbiamo visto solo la punta di un iceberg (anche se quello che abbiamo visto è davvero tanto). Mi spiace ammetterlo per un uomo di chiesa, ma in questo caso Becciu altro non è che un lupo travestito da pecora.
Ci dico quale è stato uno dei suoi preferiti passatempi manipolativi: farsi portavoce del papa su cose che invece erano solo e soltanto sue, usare la Potenza della parola a nome del papa per i suoi tornaconti; la cattiveria, l’odio, la sete di potere di quest’uomo oggi lo stanno mettendo in ridicolo davanti al mondo, ma non escludo che nonostante ne uscirà come un martire. Sapete quale è una delle cose più paurose di costui? È che fa paura!
Sono abbastanza perplesso nel leggere la sua analisi che, in fondo, si basa su una sensazione: Becciu non è colpevole, quindi il papa ha sbagliato Questo senza che la sentenza sia ancora scritta ma solo alla luce dell’arringa della difesa. Meglio aspettare la fine della storia e del processo. Io ad esempio ho una sensazione opposta basata sullo stile di vita del Cardinale Becciu, sulla presenza della Marogna, non perché amante, non credo assolutamente, anche perché sarebbe un problema minore, ma come faccendiera, arrivista di cui un cardinale, che svolge il suo mandato con spirito di servizio, non dovrebbe aver bisogno.
Non condivido neppure il giudizio su Bergoglio che, a mio avviso, è
il miglior papa degli ultimi tempi proprio perché svolge il suo mandato con umanità assoluta, con i pregi e difetti che questo comporta.
Ma ciò che dice lei non mi dispiace affatto. Anzi.
In tema di vescovi e cardinali – escludo volutamente i preti delle nostre parrocchie, sempre più soli, e il Papa -preferisco leggere le sue parole che ascoltare i miei profondi pregiudizi.
Ancora una volta condivido pressoché in toto quello che scrive. Molto acute trovo le sue parole sul Papa, sulle sue decisioni nella vicenda del cardinale Becciu, e sulla pulizia con effetti collaterali: aggiungerei, forse banalmente, che non va ignorato il fatto che tutto il mondo ha gli occhi puntati sul Papa, sempre, e, in particolare, su queste vicende; e per quanto Francesco goda, complessivamente, di buona stampa, comunque l’atteggiamento, in generale, degli osservatori pare molto voglioso di cogliere in fallo l’istituzione ecclesiastica (altro discorso è che la Chiesa, nella storia, questo atteggiamento per nulla benevolo lo abbia spesso meritato). Insomma, io ho la sensazione del “come fai sbagli” per l’operato del Papa, come fai ti criticano, o da una parte o dall’altra. Senza dimenticare che le “tifoserie” dentro la temperie del cattolicesimo, appaiono non di rado davvero accecate (personalmente trovo veramente preconcetta l’ostilità di molti, ora campioni del libero pensiero dopo una vita da papisti – ma che, evidentemente, erano papisti solo con chi la pensava come loro, e quindi, in definitiva, più che il Papa amavano se stessi; d’altra parte, per onestà intellettuale, non posso ignorare ciò che avviene, a specchio, nella sponda opposta).
E condivido, nella sostanza, anche la considerazione finale: “non è forte in dottrina, non lo è in profondità, è casinista in politica estera, ma è fedele a Gesù Cristo, e non è poco”.
Su dottrina e profondità penso che lei abbia fondamentalmente ragione ma che, forse, ci sia del “voluto”, in questo, da parte del Papa: non è un dottore in dottrina, neanche la ignora, naturalmente, ma “predilige” la pastorale, per dirla in ecclesialese, il vissuto diretto delle persone (e il contatto con esse), “la realtà è superiore alle idee”, ripete spesso. Se abbia torto o no ognuno ha la sua opinione: personalmente, cercherei di guardare a Gesù Cristo (a chi, sennò?) agli incontri di Gesù secondo quanto ci dicono i Vangeli. Pensiamo alla samaritana al pozzo di Sichar, all’adultera, ma anche, per altri versi, allo stesso Zaccheo, e all’atteggiamento “pastorale” di Gesù verso di loro, cioè al dialogo, oggi diremmo all’accoglienza, senza che questo voglia dire ignorare la dottrina (“quello che hai non è tuo marito”; va e non peccare più”) ma, per così dire, non mettendola al primo posto; prima di tutto c’è la vita delle persone, c’è una nuova possibilità, c’è un andare oltre. E pensiamo, di converso, al rapportarsi di Gesù verso i farisei, al feroce attaccarli (“razza di vipere”, “ipocriti” e così via), eppure stiamo parlando, per dirla un po’ semplice, dei “campioni della dottrina”.
Anche sulla profondità di papa Bergoglio, sul non essere forte in profondità, come scrive lei, penso di aver capito, anche se occorrerebbe intendersi. Non lo si può definire un intellettuale, almeno in senso classico, non ha la limpidezza ed eleganza di scrittura di alcuni suoi predecessori (pensiamo ai testi di Paolo VI o di Benedetto XVI – questo non per fare la solita, stucchevolissima, contrapposizione tra Papi, l’eterno derby Roma-Lazio o Coppi-Bartali che ci contraddistingue e che impoverisce terribilmente e per me falsifica anche un sereno confronto) ma anche qui, io ritengo ci sia del “voluto”: Francesco preferisce la parola diretta, perché forse più a suo agio con essa ma forse anche come azione e interazione pastorale. E, comunque, a livello di riferimenti di pensiero “alto” e sistematico, non è uno sprovveduto: suggerisco, su questo argomento, “Jorge Mario Bergoglio: una biografia intellettuale”, di Massimo Borghesi – Jaca Book, e si vedranno i debiti e l’ispirazione di Francesco da Romano Guardini (amato anche da Joseph Ratzinger!), il filone gesuita, la teologia del popolo e aggiungerei il Dostoevskij amato e citato. Senza dimenticare che proprio il Paolo VI della “Ecclesiam suam” e della “Evangelii nuntiandi” è il faro magisteriale da cui Francesco trae maggiore ispirazione.
Per finire, anche io penso che, detto di dottrina, profondità e politica estera, Jorge Bergoglio “è fedele a Gesù Cristo, e non è poco”.
E non è poco.
@ Jack Mi fa piacere che quando ciò che dico dispiace si evochino mie parole precedenti che sembrano contraddirmi. La rassicuro: non sono venuto meno al divieto che mi sono autoimposto di non parlare di Chiesa, perché non ho parlato di ciò che mi sono interdetto, cioè gli argomenti religiosi, sacri, esegetici, storici ecc. Oggi ho parlato di un processo, tutto qui.
Caro Prof., Il becciu tecnicamente potrebbe anche essere assolto,un uomo di potere,lo ha avuto e disposto per molto tempo ora potrebbe anche uscirne pulito…Io, ben prima della gogna ho avuto modo di incontrarlo sulla mia strada per vicende legate a uomini di chiesa e posso dirle che tutto è stato fuorché uomo caritatevole ne “odorato o timorato di dio”, per quel che vale la mia opinione ( segue a quella di Enrico) e la mia esperienza dovrebbe cambiare mestiere e dedicarsi ad altro i soldi non gli mancano(quelli si sicuro no).
C’è un passo del vangelo che recita piu o meno così…vado a braccio: prima di dare scandalo a un fanciullo, meglio prenda una corda legata a una macina e si getti nel fiume….
Professore, in chiusura del suo articolo del 5 novembre scriveva “Io mi astengo da qualsiasi commento perché ho preso l’impegno con me stesso di non parlare più di chiesa.”
Se lei è dovuto venir meno al suo impegno, ho paura che i temi politici di questi giorni non meritano molta attenzione. In tal caso la capisco.
Oggi ho imparato una parola nuova. Grazie, as usual
Buongiorno a tutti.
Purtroppo il dio denaro ha più seguaci dell’altro Dio. Anche nella chiesa che ormai è paragonabile ad un partito politico con tutte le conseguenti contraddizioni. In teoria ci sarebbe il voto di castità e di povertà, e da più parti arrivano notizie che dicono il contrario. Alcuni partiti si fregiano di essere i paladini della famiglia tradizionale, poi la maggior parte pare siano separati con figli fuori dal matrimonio tradizionale. L’incoerenza e l’opportunismo pare appartenere a ( quasi ) tutti.
Comunque, prima di emettere giudizi e condanne, si dovrebbero produrre prove di colpevolezza inconfutabili.
A me basta soltanto questo bel quadretto che è stato dipinto, aldilà di ipotesi di c0lpevolezza che poco mi interessano, per avere i conati di vomito verso certe gerarchie.
In altri ambiti nel nome dell’opportunità non solo si chiedono le dimissioni ma si celebra la pubblica gogna. E questi dovrebbero salire su un pulpito e fare una predica? Chiediamoci perchè i cattolici siano una razza in via di estinzione. Purtroppo.
@ Roberto Vero, il Papa non registra, ma il Papa sceglie la Chaoqui e degrada Becciu senza prove, grazie a un potere non subordinato alla legge. A mio avviso ha sbagliato, ma è bello dissentire.
Non sono esperto di leggi e manovre vaticane ma, senza aver letto le carte e senza avere conoscenza nel dettaglio della vicenda, non capisco perché assolvi Becciu e condanni il Papa o comunque non assolvi anche lui. Perché se fosse vero che Becciu non ha sbagliato direttamente con proprie azioni ma perché circondato da persone, anche femminili tipo Marogna e Chaoqui, cattive consiglieri, anche il Papa potrebbe aver sbagliato ma sappiamo bene di quanti cattivi consiglieri anche lui sia circondato.
Ma quello che istintivamente mi fa dissentire dalle sue convinzioni di innocenza di Becciu e di colpevolezza del Papa e che il primo usa registrare le conversazioni private all’ insaputa dell’ altro. Il Papà sarà pure casinista in politica estera ma non registra le conversazioni private all’ insaputa dell’ altro.