Questa è la ormai celeberrima lettera, pomposamente titolata “Atto di indirizzo”, inviata dalla Presidente della Regione Sardegna ai Direttori delle Asl e, per conoscenza, all’Assessorato della Sanità.
La commento paragrafo per paragrafo, in corsivo il testo, in tondo il commento.
- In data 20 marzo 2024 l’Ufficio centrale regionale, istituito presso la Corte d’Appello di Cagliari, ha notificato, a questa Amministrazione, il verbale di proclamazione della nuova Presidente della Regione Sardegna.
Tralasciamo l’uso enfatico della virgola perché la questione ci porterebbe lontano, ma metterla dopo ha notificato rivela un compilatore interno a tensione continua con la lingua. Occorrono correttori di bozze!
Andiamo al dunque.
Chi è il mittente della lettera? Alla luce del testo dovrebbe essere l’Amministrazione regionale, che si qualifica con il sintagma “questa Amministrazione”. Chi firma? La Presidente Alessandra Todde. La Presidente è l’Amministrazione regionale? No, è il legale rappresentante della Regione, ma non è l’Amministrazione regionale. La confusione rivela un errore di cultura e di prudenza: per qualsiasi Presidente identificarsi con l’Amministrazione è un errore e una grande imprudenza, proprio perché il Presidente e la Giunta danno all’Amministrazione gli indirizzi e ne controllano l’attuazione, in quanto non coincidenti con essa. Il testo avrebbe potuto essere il seguente: “In data 20 marzo 2024 l’Ufficio centrale regionale, istituito presso la Corte d’Appello di Cagliari, ha notificato all’Amministrazione regionale il verbale di proclamazione della nuova Presidente della Regione Sardegna”.
- Con l’insediamento della Giunta regionale verrà avviato un nuovo processo di programmazione del Servizio sanitario regionale.
La frase sembra così lapalissiana da essere incontestabile, eppure è molto insidiosa per la Presidente della Regione, perché rivela che ella sa che gli atti di governo, tra i quali rientrano gli atti di indirizzo più alti, quelli di pianificazione e di programmazione, non sono atti monocratici del Presidente, ma della Giunta. Come fa, allora, un Presidente così consapevole a emanare un atto di indirizzo in completa e monarchica solitudine? Lo fa perché ancora non sa esattamente quali sono le sue funzioni, mentre si sente in dovere di dar corso ai suoi desideri in ragione del mandato elettorale ricevuto. Molto pericoloso, per sé e per gli altri! - In questa fase di transizione, quindi, si ritiene opportuno che non siano adottati provvedimenti che possano condizionare severamente la programmazione dei servizi sanitari e incidere, in termini rilevanti, sui relativi costi.
La Presidente della Regione sa perfettamente che nel momento in cui un DG si muove all’interno degli Atti aziendali approvati, si muove in un quadro di piena legittimità, posto che non vi è un solo Atto aziendale che preveda costi aggiuntivi che non rientrino nella programmazione regionale, a parte quelli per i quali deve comunque chiedere l’autorizzazione all’Assessorato della Sanità. Allo stesso modo, la Presidente della Regione sa che non esistono vuoti normativi; la continuità amministrativa non è una costrizione, è un valore, per cui la programmazione sanitaria esistente vale fino al varo della nuova. Non esiste un limbo amministrativo, o non dovrebbe esistere. In questo quadro, non è possibile che un DG assuma atti “che possano condizionare severamente la programmazione dei servizi sanitari”. Il Dg gestisce la programmazione già varata, non può derogarvi né sabotarla o pregiudicare quella futura. Questo vale per i DG onesti. La frase sembra invece presumere l’attività di Dg non proprio fedeli all’Amministrazione. È una frase che rivela una cultura del sospetto. Dio ci aiuti! - Al riguardo le Aziende, fino a diversi indirizzi in merito, dovranno attenersi, nell’esercizio dell’azione amministrativa, esclusivamente all’attività gestionale ordinaria. Dovrà quindi, tra l’altro, essere sospesa ogni procedura di conferimento di incarichi di qualsiasi natura.
Un conto è richiamare all’ordinaria amministrazione, un altro ordinare di sospendere qualsiasi procedura di conferimento di incarichi per di più “di qualsiasi natura”. Questo non è un atto di indirizzo, è una bella e buona intromissione nella gestione delle Aziende nella quale la Presidente della Regione non può e non deve mettere il becco. Faccio un esempio. Poniamo che un’Azienda abbia espletato un concorso e proclamato i vincitori. Il passo successivo è proprio la firma del contratto e il conferimento dell’incarico. Ebbene, in questo caso il DG dovrebbe non procedere a concludere l’iter per ordine monocratico del Presidente della Regione. Una bella responsabilità per il DG e una grande prepotenza da sottoporre all’autorità giudiziaria per la Presidente. Un Dg serio cestinerebbe l’intemperanza di potere della Presidente. - Qualora emerga la necessità di adottare atti in contrasto con il presente indirizzo, che rivestano carattere di urgenza, gli stessi dovranno essere rappresentati a questa Amministrazione regionale per le relative valutazioni.
“A questa Amministrazione regionale”: ritorna la confusione tra il Presidente e l’Amministrazione regionale, che sono cose molto diverse. In buona sostanza, un DG per dar corso ai concorsi espletati dovrebbe chiedere l’autorizzazione alla Presidente della Regione, che a sua volta si immagina come coincidente con l’Amministrazione. Serve un corso accelerato di Diritto pubblico.
Se invece, come mi ha fatto notare un caro amico, la Presidente voleva dire No toccheis nudda chi seu arribendi deu, allora avrebbe dovuto scrivere una lettera diversa. Servono alti dirigenti della Regione, dotati di solida cultura, che sappiano tradurre una visione primitiva del potere in parole e atti più evoluti, più legali e più democratici.
@ Pietro Vede, lei è proprio stalinista. Chi le dice che io fingo? Non fingo niente. L’ho invitata a fare nomi, cognomi e date e Lei rimane sul generico, però dice che io fingo, esattamente come facevano gli stalinisti durante le purghe. Non è caduta di stile, è autodifesa. Conosco e riconosco questi metodi. Sono in uso dagli anni Settanta. So dove portano: prima o poi noi docenti non sintonizzati sulla moda comune, verremo picchiati, se ci andrà bene, e voi direte che quelli che ci avranno picchiato hanno sì sbagliato, ma provocati dalla nostra libertà. Stalinisti, appunto.
Mi spiace questa sua caduta di stile con un riferimento del tutto fuori luogo a Stalin. Io non credo di aver espresso alcun giudizio offensivo nei Suoi confronti per cui è pregata di rimangiarsi questo riferimento. I procedimenti di cui si parla non risulta che fossero avviati tanto e’ vero che, in alcuni casi, non sono state neppure espletate tutte le procedure previste prima di tali nomine. Per il resto, non posso pensare che non abbia capito che il mio intervento era strettamente legato a quello di @Anna e volevo dare il mio contributo indicando dove trovare i nomi che fingeva di non conoscere.
@ Pietro E quindi Lei conferma che le procedure erano avviate ben prima delle elezioni e che, come legittimamente deve essere, sono state comunque concluse. Invece, secondo Lei, posto che è stato eletto un nuovo presidente, bisognerebbe rifare tutte le procedure? A Lei Stalin spazza casa.
Personalmente non ho trovato nulla di strano nelle direttiva della Presidente Todde, pur concordando sulla confusione di ruoli tra Presidente della giunta ed Amministrazione.
Infatti, riprendendo intervento di @Anna, appena si è capito che aveva vinto la Todde, si è avuta una immediata accelerazione di procedure ferme da tempo.
Se vuole i nomi veda, ad esempio, le delibere di nomina dei capi dipartimento di AOU Cagliari e AOBrotzu e la data di pubblicazione.
@ Anna L’accusa di malafede la respingo. Ecco, lei che è informata, prenda il coraggio di informare anche noi. Di quali incarichi si tratta? Faccia nomi e cognomi. Sto già assistendo a un processo sui si dice, non vorrei che lei faccia parte della stessa categoria di quanti sui ‘si dice’ costruiscono condanne. Forza: nomi e cognomi.
Forse sono passate inosservate tutta una serie di nomine di responsabili di strutture semplici o incarichi di altissima specializzazione e di modifiche di piante organiche ospedaliere venute fuori a elezioni ormai espletate…
Volerle ignorare mi sembra malafede…
Gentile Antonello, avevo scordato il decreto dell’Assessore Arru e me lo sono andato a rivedere. Non mancano sostanziali differenze: è firmato dall’assessore e riguarda il contenimento della spesa; inibisce nuove spese e non blocca le procedure in atto. È tutto un po’ diverso. Comunque, come diceva Pirandello, accetto le corna, perché siamo tutti un po’ cornuti, ma certo non troverai un decreto di questo genere firmato e tanto meno scritto da me.
Caro Paolo, forse ti sei scordato ma la Giunta Pigliaru, di cui facevi parte, emanò nel 2014 , subito dopo l’insediamento, un editto molto peggiore di questo con la quale sottoponeva tutti, dico tutti gli atti delle Aziende Sanitarie al controllo dell’Assessorato, persino gli acquisti di farmaci e dispositivi medici. Con l’aggravante che in quel caso gli staff erano gia’ stati nominati e quindi qualcuno per consigliare ci doveva essere. Capisco la necessità di criticare la Todde ma in questo caso sembra il bue che dice cornuto all’asino.
Punteggiatura scorretta, cultura del sospetto, personificazione delle istituzioni e sconfinamento dai limiti del potere: insomma, il Manifesto del Movimento5stelle
Chi sarà stato a consigliare una simile missiva da piccione viaggiatore?
Il Pd ? che non avrà la sanità
Il Licheri?
O lei, giusto per metter i puntini sulle “I” lo scopriremo………………….
Se la forma può essere discutibile ma all’inizio della legislatura è così, ricordo una delibera illeggibile presentatata nella prima giunta di Pigliaru dall’assessora della pubblica istruzione, nella sostanza la richiesta è più che legittima: si chiede alle aziende sanitarie di limitarsi all’ordinaria amministrazione per 10 giorni. Non mi pare un grande sforzo dato che ci hanno messo un anno (un anno!) per approvare gli atti aziendali e che non hanno ancora approvato i bilanci del 2022 (2022!).
Che direttiva! Sembra di leggere il Soru dei bei tempi andati.
@psd Lo sono da una vita, ma non per il numero….
@Maurizio invece lei sicuramente astemio……
@Renato Se questa è lana caprina, lei è abituato non dico all’orbace, ma come minimo al sughero.
Confusione, confusione si potrebbe dire, parafrasando Lucio Battisti, tra il ruolo politico e quello amministrativo. Non avere chiaro questo, come giustamente ci fa notare Paolo Maninchedda, significa partire con il piede sbagliato ed è il preludio per un cammino irto di insidie. Capisco adesso le preoccupazioni che pare emergano dentro questa “strana coalizione campestre”. Immagino assessori terrorizzati, più o meno come quelli che costituivano la corte del Solinas, che attendono “atti d’indirizzo” da parte della capa, pena vedersi esautorati nell’esercizio da lei delegato. Non per niente pare non voglia vice presidenti e si guarderà bene dal modificare le “norme Solinas” che accentrano nella persona del presidente e dei suoi fidi collaboratori, ogni potere: politico ed amministrativo. Ne vedremo delle belle.
Esattamente, ma allora che apertamente scriva che non si terranno più concorsi e selezioni in Sardegna ma solo nomine politiche in Sanità.
Aggittoriu!!!! Una miscela esplosiva di arroganza grillina, ignoranza amministrativa e confusione. Se l’approccio o la “postura” (come ama dire il suo dante causa Conte, avvocato del popolo) ne vedremo davvero delle belle. Il corpaccio magmatico dell’amministrazione regionale la sopporterà e dopo pochi mesi l’avvilupperà fino a soffocarla
Caro Professore
Pura lana caprina
Finalmente, dopo la sbornia soriana, un po’ di lucidità ritrovata.
Ricomincio a leggere con piacere
Prof., non faccia il numero uno, altrimenti rimane in solitudine!
Però, po sa “precisione” at iscritu «Regione Sardegna» (comente narant is “esperti” de su tempus meteorológicu de «RAI regione»).
Ma “a norma della Costituzione della Repubblica Italiana” no est chi sa Sardigna teniat un’ente batiau «Regione AUTONOMA DELLA Sardegna» chi no est sa SARDIGNA ma un’ENTE de amministratzione?
O est chi in tempus de velocità cibernetica est cosa tropu longa e sigomente tocat a cùrrere, a cùrrere, a cùrrere (no s’ischit a inue, ma tocat a cùrrere) e po acoitare incurtzant a “Regione Sardegna”?
O est chi própriu cussu “autonoma” no dhue faiat e no contat nudha o deasi pagu chi faet a ndhe fàere a mancu puru?
Ma assumancus “automa” podiant lassare, tanti… “TUTTO FA BRODO”, su chi est tip est tap, su chi est trinta est baranta e totu est su própriu!
O est chi in sa ‘cultura’ de is Sardos, de is analfabbetas (oramai giai totu mortos, mancumale!, salvu totu cudhos “di ritorno”) a is plurilaureaos s’idea de ”sardegna regione” giai de prima che l’Italia fosse in totu is lìbberos de s’iscola italiana ch’est intrada deasi forte e bene in conca de is Sardos “prus ischidos” (e cantu ischidaos?) e “Sardigna regione” est deasi “majuscola” chi no faet a che dha bogare mancu si iscudeus sa conca a su muru fintzes a dh’apèrrere che arenada iscuartarada?
La concezione del potere che la Todde sta dimostrando di possedere è a dir poco preoccupante
E come no. Siccome non c’è altro da indirizzare in Sanità…. Tutto può attendere ma “…gli incarichi di qualsiasi natura….” necessitano di immediato preventivo intervento autocratico. Cominciamo bene…
Mi pare sacrosanta la citazione in epigrafe.