Ieri Silvio Lai, deputato della Repubblica italiana eletto nelle liste del Pd, ha inoltrato via mail un esposto all’Anac, l’Authority nazionale anticorruzione, sul concorso per OSS bandito dall’Ares Sardegna di cui abbiano parlato nei giorni scorsi. Questo il testo. Al di là delle richieste formulate, ciò che conta è l’innalzamento del tiro politico: per la prima volta un esponente del Pd, rivolgendosi all’autorità anticorruzione italiana, pone il tema della questione morale in questa legislatura.
Possibile che a parlare chiaro debba essere un parlamentare e non si trovi un consigliere regionale Pd con la stessa determinazione?
Ma forse si pensa che manchino gli argomenti.
Ne ricordiamo alcuni: perché i consiglieri regionali non varano una commissione d’inchiesta sul concorsone Laore? Perché i consiglieri regionali non indagano sulla complessa operazione messa in atto per cambiare la DG della Centrale Unica di committenza della Regione Sardegna? Perché i consiglieri regionali non indagano sugli incarichi sotto soglia della Regione e degli enti? Perché i consiglieri regionali non indagano sulla connessione tra gli emendamenti della finanziaria e taluni interessi privati, nonché sulla connessione tra questi interessi e alcuni e specifici interessi elettorali? Perché i consiglieri regionali non hanno portato in Aula il presidente della Giunta sulla nomina dei dirigenti privi di titoli, sulla quale è anche in corso un procedimento giudiziario? Perché i consiglieri regionali non indagano sulla magica soluzione di tutta una serie di problematiche urbanistiche e idrogeologiche che hanno liberato e sdoganato aree edificabili sull’asse Cagliari-Elmas-Assemini, aree che prima erano sottoposte a vincoli e a attenzioni ambientali?
Credo di conoscere la risposta: il fraintendimento della colleganza con la compiacenza. Se le cose stanno così, c’è da pensare che sia difficile invertire la rotta del degrado.
Faccio un primo esempio del costo sociale della rinuncia dei consiglieri regionali a svolgere interamente le loro funzioni.
Nei giorni scorsi La Nuova Sardegna ha dato la notizia di un incarico assegnato al signor Giuliano Guida dalla Film Commission. La direttrice della Film Commission ha motivato la sua scelta affermando che: «Si è trattato di una collaborazione di un anno già conclusa: è stato referente delle relazioni ministeriali e di istituzioni internazionali (ambasciate, consolati etc), per le attività promozionali e produttive della Film Commission in Italia e all’estero». Il giornalista prosegue scrivendo: «Sembra che la proposta di Guida, che lo ha portato ad aggiudicarsi il bando, fosse legata al bisogno di “strutturare” da parte della Film Commission l’accesso alle aree militari dismesse o in disuso. Per questo all’ente era necessaria “una figura che con le competenze normative ed amministrative potesse tracciare il percorso documentale più completo ed efficace per le pertinenze, le aree di competenze per i permessi etc. Chiaramente la guerra in Ucraina ha cambiato drasticamente lo scenario e le aree militari sono per ora inaccessibili alle produzioni”, dice Satta».
Non è che non venga da sorridere a immaginare una selezione con richieste curriculari così alte conclusasi con questo incarico, ma un consigliere regionale che veda il signor Guida chiamato in causa, a torto o a ragione, sulla vicenda degli stanziamenti che una mano legislativa ignota ha garantito alla Fondazione San Pietro di Nuoro, dinanzi a una notizia quale questa dell’incarico di diplomazia internazionale e militare affidato a siffatta feluca, dovrebbe approfondire, non per curiosare negli affari del signor Guida, ma per capire i comportamenti dell’amministrazione pubblica.
Io l’ho fatto.
Sono entrato nel sito Amministrazione trasparente della Regione Sardegna e ho cercato l’incarico al signor Guida.
L’ho trovato sotto gli affidamenti diretti del 2021.
Ma a differenza di ciò che prevede la legge, non ho trovato ciò che cercavo: ai sensi dell’art.29 del Decreto Legislativo 50/2016 e dell’art. 37 del Decreto legislativo 33/2013 la pubblicazione di tutti gli affidamenti deve essere corredata dei relativi dossier di gara, che invece non si trovano e quindi nessuno può verificare quando e come la selezione, se c’è stata, è stata bandita, chi vi ha partecipato e in ragione di quali titoli Tizio è stato preferito a Caio.
È questo l’unico caso?
No, assolutamente.
Tutti gli incarichi sotto soglia non sono corredati dai documenti che motivino le scelte. Siamo alla sagra degli incarichi sotto soglia. Ho scritto sagra, non saga, proprio perché c’è roba da mangiare.
Tutta la selva degli incarichi sotto soglia di questa legislatura, giacché la legge impone per essi meno vincoli, anziché essere, proprio per questa ragione, più trasparenti, sono completamente imperscrutabili nelle loro motivazioni.
Buio.
Buio sul perché di tante piccole cifre che però, sommate, producono importi consistenti e tante, tante relazioni a motivazione oscurata e impenetrabile.
Interessa al nostro consigliere regionale Pd?
Gli interessa fare come ha fatto Silvio Lai e scrivere all’Anac, alle Procure, all’Onu e dire che se ne ha abbastanza delle furbizie sui soldi e sulle assunzioni?
Ma il nostro consigliere potrebbe fare anche uno sforzo in più, potrebbe smettere di far finta che Abbanoa non esista e domandare all’autorità giudiziaria se la lettera inviata ieri dal presidente del Cda ai soci, relativa alla decisione del Giudice del Registro di cassare la registrazione del Collegio sindacale attualmente in carica e di ripristinare quella del precedente, sia condivisibile oppure no.
Questa la lettera.
Non è chi non veda che, tra le righe, si suggerisce che il giudice abbia torto, e fin qui poco male, ma ciò che non si comprende è se l’intenzione sia quella di chiamare a raccolta l’assemblea dei soci contro la decisione del giudice, se sia invece solo una lettera lamentosa e infruttuosa, o se sia un annuncio di indisponibilità a rimettere in carica il collegio che oggi risulta correttamente iscritto nel Registro della Camera di Commercio.
La Regione Sardegna è ancora, per scelta infausta, l’azionista principale di Abbanoa.
Le stanno bene questi barocchismi gestionali?
Le sta bene che un presidente di società che riceve due sentenze negative, questa è la seconda, anziché adempiere, discetti confusamente con l’azionariato, per far cosa?
Se c’è una certezza è che tra chi ha deleghe gestionali e chi ha funzioni di controllo in una società, meno contiguità c’è, più efficienza e trasparenza si realizza. Con Abbanoa, invece, siamo dinanzi al caso per il quale l’organo gestionale sembra compulsivamente interessato a definire il profilo del suo organo di controllo.
Va tutto bene per il nostro consigliere regionale a corto di motivazione per continuare a fare il consigliere regionale?
Certo che i 416.600 euro della film commission in viaggi per un anno andrebbero quanto meno analizzati nel dettaglio, è uno sproposito e non è dato sapere chi abbia viaggiato e dove!
certo che guardando l’elenco degli affidamenti diretti conferiti dalla regione e conoscendo il meccanismo di questa prassi amministrativa, rimango quantomeno perplesso leggendo certi nominativi di beneficiari dell’affidamento
non avendo personalmente approfondito non mi rimane che pensare: ma guarda un pò!
Carissimo Prof .Non bisogna guardare il cielo per capire da dove piove .
Accidenti quanta roba con cui lavorare e di brutto…. ce n’è abbastanza per far uscire la vergogna dal pozzo, ma purtroppo Tutto tace…😡
beh… una “assessora competente”!
Il potere non ha vergogna.
Purtroppo e’ un malcostume anche a livello locale. Personalmente, ho denunciato alla magistratura nuorese, l’assessora al “bilancio e ai tributi” del comune di Nuoro che ha un debito “certo” e contestato alla stessa e alle sorelle, componenti di una “comunione ereditaria”, di euro 417.600 da dieci anni e rateizzato illegittimamente per altri venti anni, al tasso dello 0,01%, e tutti in silenzio, soprattutto quelli del Pd. Una rateizzazione che frutta 40 euro di interessi all’anno per un totale complessivo di 840 euro in venti anni! Ma la cosa ancor più grave che la stessa assessora, poiché ha appunto ha un debito “certo” nei confronti dell’amministrazione comunale, e per tale motivo, secondo il Testo unico degli enti locali, è incompatibile con il suo ruolo per un lampante conflitto di interessi suo e dei suoi familiari, continua imperterrita, nel silenzio totale del consiglio comunale, a condurre l’assessorato ai “suoi tributi”.
Le evidenze dei fatti impongono un cambio di passo ai nostri consiglieri regionali. “Quando si agisce cresce il coraggio, quando si rimanda cresce la paura.” (Publilio Siro)