Oggi l’Unione dà una notizia che mi ha commosso.
Il naturalista (e tante altre cose buone) Domenico Ruiu ha messo in fuga, in piena area urbana di Nuoro, un cinghiale che lo stava caricando. Come? Correndogli incontro agitando le braccia e gridando.
Faccio un brevissima premessa. Io ho una predilezione per Ruiu. Ascoltando una sua conferenza, di fatto, mi appassionai da ragazzo alla Sardegna. Quando ero assessore ed ero esasperato per la lentezza dei cantieri Anas, feci l’imprudenza di dire che da tempo non si vedeva una gallina prataiola in giro. Lui non polemizzò, ma pubblicò una sua foto di una bellissima gallina prataiola con, sullo sfondo, le ciminiere di Ottana. Insomma, ho fiducia in Ruiu.
Ne consegue che applicherò il suo metodo verso altre bestie ferocissime. Sto pensando a una certa razza massonica di cui ieri, preso coraggio da ciò che ho scritto, mi hanno descritto le gesta. Le racconto in modo non diretto, perché oggi non ho tempo di allegare tutti i documenti necessari, ma è tutto vero.
C’è un grosso massone che un tempo si è occupato di politiche per la residenza universitaria. È grazie a lui, e a un altro prepotente impunito, che si iniziò un’operazione immobiliare dai costi enormi per la Regione Sardegna e su cui, il vecchio proprietario ormai non più interrogabile dall’autorità giudiziaria confessava di essere stato un po’ “munto”. Bene, adesso il grosso massone ha cambiato idea e, guarda un po’, sta pensando di comprare altre aree per lo stesso scopo per cui ha comprato le prime lasciandole largamente inutilizzate, ma sempre onerose. I soldi a Cagliari si fanno così, con l’edilizia e con le mediazioni immobiliari. Negli anni Settanta, a Milano, i Calabresi giunsero a compiere settanta sequestri in un anno per poi reinvestire il denaro in cocaina e divenire la holding del crimine quale è oggi la ‘ndrangheta. A Cagliari no. A Cagliari i soldi si fanno con l’edilizia, un po’ di politica e tantissima faccia di culo. Bisogna mettere in atto il metodo Ruiu. Adesso, quando incontrerò il grosso massone, gli correrò incontro gridando e con le braccia alzate. Speriamo se la dia a gambe.
Ce n’è poi un altro, massoncino, specialista in formazione professionale, che assume i ruoli per legge gratuiti, poi si autonomina in quelli retribuiti, e fa un cassoncino di soldi. Se l’avesse fatto uno dei topi di campagna che arriva a Cagliari per cambiare il mondo, lo avrebbero subito arrestato (data l’alta presenza di massoni nella Polizia Giudiziaria). Oggi c’è da avere qualche speranza che le cose stiano cambiando. Ciò che sembra emergere a Pula (con tutte le prudenze del caso) ha un punto di forza: si chiama dott. Andrea Vacca. I lettori di questo blog sanno che se io entro in un ristorante e trovo un magistrato ai tavoli, giro di spalle e vado via.
Con Vacca non lo farei. Quando era a Nuoro, durante un processo, venne fuori che la PG aveva trascritto male un’intercettazione (ovviamente inavvertitamente) e la cosa aveva incastrato l’imputato. Vacca si girò verso la PG e disse: “Mi chiedo quanta gente innocente ci sia in galera per colpa vostra”. Ecco, mi pare che Vacca funzioni un po’ come il metodo Ruiu. Speriamo.
Nel bel mezzo di tutti i casini a livello nazionale, con la vergogna totale del caso Salsone/Bonvecchio (che riguarda da vicino anche Cagliari e il nostro Grande Oratore), di cui peraltro sta dando puntualmente conto (l’unica a livello nazionale!) proprio una piattaforma giornalistica sarda, Dio non voglia, e davvero non voglia, che altri scandali locali possano riguardare il Grande Oriente d’Italia. Nella certezza della completa estraneità di quest’ultimo e confidando che nessun reato sarà infine rilevato, un cordiale saluto a Lei, professore.
Secondo sciascia “sono i siciliani peggiori
quelli che hanno il genio del gruppo, della «cosca».”
Gli appartenenti agli ambienti che ci descrive lei, scomodando Sciascia, sono gli italiani peggiori, i sardi peggiori.
Gentile Marc.O, non ci posso credere davvero ha scritto chiedendo i nomi. Non si capisce o non vuole capire? Un ideale abbraccio affettuoso
Nomi?
Così si capisce poco ed è troppo elusivo.