La delibera 42/15 del 22 ottobre del 2019 incaricava la direzione generale dei Lavori Pubblici «di promuovere ogni iniziativa finalizzata all’acquisizione dei contributi tecnici curati dagli altri Assessorati competenti e di recepire gli elaborati in un documento unitario e condiviso entro due mesi dall’approvazionedella presente deliberazione».
Si tratta della questione dell’insularità in Costituzione e la Giunta, ben consigliata, non pone il tema dell’insularità in capo ai Lavori Pubblici, perché non avrebbe potuto farlo se non con legge, ma affida alla direzione generale di coordinare i contributi degli altri assessorati in un documento unitario.
Adesso viene pubblicato dalla Direzione dei Lavori Pubblici questo singolare bando che cerca, per supportare la delibera citata, niente meno che un avvocato cassazionista esperto in diritto costituzionale e in diritto pubblico comparato.
Indubbiamente per coordinare in un documento unitario i lavori tecnici degli altri assessorati sul tema dell’insularità, su cui già la Giunta Pigliaru ha fatto ampiamente i conti e li ha consegnati ai Governi Renzi e Gentiloni, serve un cassazionista costituzionalista esperto in diritto pubblico comparato. Sicuramente.
Invece, per quel che vale il mio modestissimo parere, non serve proprio un tale togato, ma l’argomento è pretesto per aprire l’ennesimo capitolo del mercato degli avvocati. E che dire? Le parole consentono tutto e il contrario di tutto, per cui per coordinare documenti tecnici, adesso serve un avvocato cassazionista esperto in diritto costituzionale e pubblico comparato.
Propongo un metodo di decenza: non dovrebbero partecipare al bando gli avvocati che hanno difeso le persone dei membri della Giunta in qualsivoglia giudizio che non possano esibire il pagamento di una congrua parcella, onorata personalmente dagli interessati.
Nel caso dei Lavori Pubblici, bisogna dirlo, si è avuto almeno il buon gusto di un’evidenza pubblica. In un altro caso, di un altro assessorato, adesso sub iudice, si era andati invece dritti dritti a dare l’incarico a un determinato e precisissimo avvocato.
Tutto ciò produce un senso di disgusto perché questi mezzucci vengono messi in atto mentre i sindaci sono abbandonati a se stessi di fronte al dilagare dlel’epidemia, mentre gli ospedali hanno smesso di curare le persone, mentre si registra il più alto tasso di disoccupazione della storia recente.
Ecco, mentre è in corso una tragedia storica, si pensa al mercatino degli avvocati.
Bisogna dirlo: non è vero che l’elettorato ha sempre ragione, spesso sbaglia.