di Paolo Maninchedda
Ho chiamato diversi parlamentari per spiegare loro che la scelta del Governo Renzi di non consentire alla Sardegna di programmare e bandire nel 2014 le opere che verranno aggiudicate nel 2015 comporterà la perdita di 500 milioni di euro di finanziamenti per la Sardegna e, soprattutto, non consentirà la realizzazione delle opere.
Non nascondo che se è possibile che io non mi sia spiegato, è altrettanto possibile che i parlamentari sardi non capiscano alcune dinamiche del Governo italiano, del Cipe e degli apparati ministeriali.
Vedere tutti muovere le gambette in tutta fretta per la Qatar Foundation e non trovare nessuno (se non due parlamentari due e un impegno di parlamentari Pd a parlare col vasellinante Del Rio) che ascolti la Giunta sul tema delle infrastrutture (al netto del Ministro Lupi, che però non è responsabile dei finanziamenti) è il segno definitivo di una mentalità sarda perdente. Se un ricco vuole investire in Sardegna, tutti, in testa il Governo velocista Renzi, promettono anche le deroghe alla legislazione vigente. Quando si tratta di decidere sulle infrastrutture finanziate con risorse pubbliche, tutti scappano, tutti inventano complicazioni, tutti affidano le pratiche a improbabili direttori generali che sono i sabotatori anonimi di questo stato decadente che è l’Italia.
Vogliamo dire la verità? Il Governo Renzi sa dov’è, ma non sa dove sta andando. In questo quadro, al di là degli annunci, delle pacche sulle spalle, delle promesse, non si vede niente di concreto e di fattivo, se non un forte impegno a fare la spesa sulle risorse regionali per finanziare le iniziative centrali dello Stato.
Non si regge in questa situazione con un perimetro ideologico autonomista o pattista (alla Soddu), perché sia l’uno che l’altro presuppongono una lealtà tra le parti che, per ciò che riguarda l’Italia, è smentita dalla storia. L’Italia si sta preparando a affibbiarci una fregatura sulle Entrate, come suo solito, e sta realizzando una progressiva marginalizzazione della Sardegna attraverso procedure colpevolizzanti che poi porteranno gli autonomisti masochisti sardi a dire che è colpa dei sardi e non dell’Italia.
Torno a ripetere, dunque, che il problema politico centrale è come ci si pone verso l’Italia. Non si può eludere la domanda circa l’essere o non essere in contrasto con uno Stato in fuga, sleale, senza rotta ma con molte e ingiustificate pretese su ciò che non è suo.
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IO CHE SON NATO A PANE E BERLINGUER
Ci sono evidentemente personaggi che non seguono il Blog (l’invito è di leggere “ma è poi così difficile non essere permalosi?) che invita a dei ragionamenti, ad iniziare dall’autocritica sulla permalosità…senza offenderci ma invitando invece al ragionamento, ma purtroppo l’astio prevale, basti leggere la dichiarazione di guerra scritta dalla rampante signora. Da Sardo mi chiedo è davvero così prezioso difendere l’indifendibile, e distogliere, oltre che sprecare forze, invece che utilizzarle per la propria gente? O davvero fino ad ora tutto lo sforzo è fissato nella ringhiera del lungo mare algherese? Se non se ne illustrano bene i passaggi, si rischia di non afferrare appieno la portata della guardiania dell’Isola, senza analizzare e spiegare la logica del perchè l’ASS. dice il falso. Da quale pulpito arrivano i segnali di moralità eppure la signora è una “discendente” del partito di Enrico Berlinguer. Evidentemente il tema moralità nella sua testolina risulta non pervenuto. Non basta fare un passo indietro per candegiarsi, la pulizia politica sarebbe stata apprezzata se in attesa degli eventi della magistratura per la spesa dei soldi ai gruppi avesse già fatto il suo corso. Invece non solo inveisce sulla persona che riteneva e ritiene che, gli inquisiti non possano far parte della competizione elettorale (questo è il motivo dell’acredine).
Lei che fà? Si adagia sulla poltrona da sottosegretario. Questo sarebbe buon costume e lealtà? Lo spieghi ai Sardi il suo comportamento da lucertola muraiola la quale, non esita a tagliarsi la coda tanto sa che ricresce. Chi più di lei come un’attrice del cabaret è stata veloce nel cambiare casacca!! Recita la frase fatta: non è l’abito che fa il monaco…e ci risiamo con Berlinguer e la questione morale. È straordinario che chi pretenda coerenza agli altri dimentichi che esso stesso sia chiamato alla coerenza. Come si può constatare la cosa più facile è far emergere il negativo delle persone senza per questo essere Onorevoli anzi, da costoro la plebe si aspetta argomenti, spiegazioni, ragioni, dovrebbero avere degli atteggiamenti più educati verso i colleghi che la pensano diversamente. Da quando è demerito scegliere di essere sentinelle dell’Isola? Lei ha preferito lasciare l’isola consolata dalle sirene di altre terre. Eppure nell’immaginario a voler fantasticare verrebbe da dire, che la sua somiglianza con Penelope è straordinaria….ma è solo una somiglianza.
LA QUESTIONE MORALE PER ME È PIÙ SEVERA DELLA LEGGE STESSA PERCHÈ DISTINGUE I SIGNORI DAI GALANTUOMINI. (ENRICO BERLINGUER).
Professore, e da questo, sempre più chiara e viva la necessità di arrivare al Sovranismo nel senso più ampio e vasto del termine,