È un tema delicato che aveva fatto capolino già durante la campagna elettorale. Si tratta dell’ostilità e delle sanzioni previste dal decreto ‘dignità’ contro le delocalizzazioni delle imprese italiane in paesi che offrano agevolazioni o fiscali o contributive, o che comunque riducono o i costi di produzione o il prelievo.
Premesso che considero giusto che un’impresa che abbia ricevuto contributi pubblici nell’ultimo quinquennio, non possa chiudere e trasferirsi senza restituirli con severe sanzioni, ma mi paiono regole già vigenti (ricordo il caso di un’impresa sarda che aveva trasferito i telai, comprati con soldi sardi, in Croazia e che fu duramente sanzionata). Ciò che andrebbe chiarito è se una regione/nazione (come la Sardegna) ha diritto/facoltà di mettere in campo una politica fiscale diversa da quella ingiusta italiana, proprio per attrarre impresa, oppure se il governo italiano ritenga che l’impresa debba continuare ad esistere là dove già esiste.
Noi siamo fortemente contrari alle politiche protezioniste del fisco italiano ingiusto, cioè alla cristallizzazione del sistema produttivo nei luoghi in cui già esiste.
Noi siamo poi fortemente contrari a sommare questa azione con la forte centralizzazione dei processi di regolazione del mercato che favoriscono sempre i nodi-centrali italiani e penalizzazono sempre ciò che si trova in periferia. È il caso di Air Italy, la quale va a Milano perché Milano è un hub. Se Olbai fosse un hub, Air Italy si sarebbe chiamata Air Sardinia (che è anche più bello).
Infine una battuta sulla notizia di ieri dei cinesi in visita a La Maddalena. Io sono il principale artefice dell’estromissione di Mita da La Maddalena. Non l’ho fatto per fare entrare in modo surrettizio nuovi lobbisti. A mio modestissimo ma tenacissimo avviso, la Regione non deve accompagnare chicchessia in visita ai siti maddalenini senza avere prima predisposto un progetto preliminare e poi messo a gara la realizzazione e la gestione dell’ex Arsenale e del compendio che lo accompagna. Un percorso del genere è trasparente, sarebbe molto apprezzato dai tanti operatori del Mediterraneo occidentale e orientale che non sanno dove mettere le barche d’inverno e terrebbe l’amministrazione al riparo da ogni sospettabilità. Gli altri percorsi sono tutti all’italiana.