di Paolo Maninchedda
Forse non tutti sanno che negli anni scorsi nelle stanze degli assessorati regionali si è svolto un complesso dibattito sulla siccità.
Esso ha riguardato in primo luogo la valutazione dell’opportunità di costruire nuove dighe.
Io rimango dell’idea, per esempio, che serva e anche con urgenza pensare a una nuova diga a monte di Maccheronis. L’ho detto e lo ripeto, nonostante il varo oggi del parco di Tepilora renda questa posizione impopolare. Ma molti dei tecnici dell’assessorato dei lavori pubblici, come pure del Distretto Idrografico, condividevano l’opportunità di questa scelta, che renderebbe meno pericolosa Maccheronis e consentirebbe di conservare più acqua per l’uso irriguo e potabile.
Vi era poi il discorso dei dissalatori, di cui io sono convinto ma solitario sostenitore.
Rimango convinto che i dissalatori mobili, quelli per centri urbani equivalenti di 10/20 mila persone, possano e debbano essere utilizzqati in condizioni pluviometriche gravi, quale quella in corso.
Su questo tutti i tecnici regionali erano contrari, chi per le ragioni della gestione delle salamoie, chi perché comunque riteneva non risolutiva la scelta. Fatto è che io penso sia ancora utile avvalersi per tempo di piccoli dissalatori, collegati con i potabilizzatori, che in periodi di siccità consentano l’utilizzo dell’acqua grezza per soli scopi irrigui e dell’acqua desalinizzata per il potabile. Questi interventi temporanei (non è necessario acquistare le macchine, basta noleggiarle) potrebbero accompagnare i tempi di realizzazione delle grandi connessioni tra i bacini della Sardegna e le aree che distano da loro decine e centinaia di chilometri, in modo che gli inevitabili ritardi (italiani) non concorrano a rendere più che critiche le situazioni di disagio e di perdita di valore che la siccità inevitabilmente genera.
C’è poi da prendere una decisione seria: come ci si comporta con chi usa l’acqua per produrre biomasse per alimentare centrali elettriche. Pensare di usare l’acqua in modo non razionale e razionato per queste colture in tempi di forte siccità è folle, eppure nel quadro attuale sarebbe illegittimo e illegale chiudere i rubinetti del granturco elettrico. Serve un vasto dibattito pubblico e una scelta condivisa.
Comment on “Il dibattito non pubblico sulla siccità”
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La scoperta dell’America o dell’acqua calda.
Si chiama diga di “Abbaluchente” ed esiste già un progetto.
Saluti.
Priamo Gallisai