L’evento politico dei giorni scorsi è stata la presentazione del ‘Centrosardo’ di Tunis e Peru, predisposto più come una dimostrazione di forza che come una presentazione politica.
Tuttavia, avendo la pazienza di ascoltare ciò che è stato detto a Cagliari (ho ascoltato registrazioni degli interventi cortesemente fornitemi da uno dei partecipanti) e a Sassari (ho seguito l’evento in televisione) e di guardare con attenzione le platee degli eventi, si possono dedurre alcune cose.
Primo: i contenuti politici erano molto deboli, senza offesa per i promotori. Il centrismo è una posizione che, per non apparire solo opportunista, deve nutrirsi di una grande cultura di governo che a me è sembrata assente. A Sassari, poi, è andato in onda come contenuto dominante l’anticagliaritanità, con la rappresentazione di Sassari come colonia della colonia (Cagliari). Non è un buon viatico per una proposta politica sarda, mentre lo è per un movimento turritano erede della guerra con Cagliari per le reliquie dei santi e per la primazia episcopale.
Secondo: il pubblico. Molto a Sassari, molto meno a Cagliari. Molto urbano e borghese a Cagliari, molto sorsese e popolare a Sassari. Sembra lo specchio di una situazione che dovrà essere confermata: Peru ha una sua forza, Tunis ne ha una solo potenziale, derivata dai resti degli altri partiti della coalizione e dalla forza trainante o meno del candidato presidente. Con i sondaggi che dessero perdente il Centrodestra, Tunis avrebbe poca forza, mentre Peru la manterrebbe più o meno intatta.
Terzo: la caccia agli amministratori. In platea c’erano diversi amministratori e ciò rivela che l’idea strutturale è comporre le liste con amministratori locali, ma è un’idea un po’ usurata, giacché a oggi si contano almeno quattro tentativi di comporre liste di sindaci, assessori e consiglieri comunali: una è quella suo tempo vagheggiata dal presidente dell’Anci Emiliano Deiana; un’altra è quella in corso di preparazione da parte di ex amministratori non allineati con Deiana; una terza è quella che di fatto sta preparando Paolo Fadda, e la quarta sarebbe questa di Tunis e Peru. Il risultato è che gli amministratori verranno usati per fare scattare i quozienti o i resti di liste motivate solo dalla necessità di eleggere specifiche persone, posto che nella frantumazione che si registrerà alle regionali, affastellare candidati locali significherà rinunciare al voto di opinione e valorizzare il voto di relazione, il quale certamente incide ancora molto in Sardegna, ma, leggendo i risultati pregressi, quando esso si svincola dalle correnti di opinione principali, ha sempre lavorato sui resti, sugli ultimi seggi. Sacrificare un ceto di amministratori, pur di eleggere uno o due consiglieri regionali non mi sembra una grande proposta.
Quarto: la collocazione di Tunis e Peru è a Destra, in modo netto e chiaro, con l’unica cura di evitare di doversi far carico dell’eredità Solinas. La cosa non è semplice. Sebbene si notino non poche personalità (nel senso psicologico del termine, non del prestigio sociale, che è invece sotto i piedi) che stanno scommettendo sulla dipartita politica del presidente in carica, a mio avviso questi infausti auspici non conoscono la capacità di resistenza dell’auspicato defunto politico. Per il Centrodestra sarà impossibile liberarsi di Solinas, a meno che non venga condannato prima delle elezioni, ma la magistratura starà attentissima a non incidere in modo così pesante sulla competizione elettorale. Non solo: alcuni pretoriani che si sentono candidati in pectore, non conoscono l’ombrosità vendicativa dell’auspicato defunto, dalla quale dovrebbero guardarsi nel momento in cui si espongono come se le esequie fossero già state celebrate.
Quinto: ovvio che tutti si stanno chiedendo: “E il Centrosinistra?”, ma questa è un’altra storia.
Che cosa fa L’università per la Sardegna? Per chi si aprono i nuovi corsi? Per i nostri studenti?
..oggi a BiddioLinna ( Ombelico di Legno : tr. for itaGlians ) l’onorevole Tunis si è lasciato scappare un ” se vogliamo l’indipendenza della Sardegna … ” ! Sono sorpreso a dir poco …
Buongiorno, oggi sul Fatto Quotidiano: “Si scavalca anche la contrattazione collettiva… l’obiettivo… è togliere ogni ruolo al sindacato”.
Posso raccontare la storia di cui sono testimone, mio figlio dopo la maturità ha deciso di non proseguire gli studi. Si è misurato con il mondo del lavoro, per tre anni ha lavorato nella stagione estiva, contratti part time con stipendi inclassificabili, gli orari pure.
Vista la situazione ha iniziato delle ricerche su Internet entrando in contatto con una agenzia tedesca, rifiutando altre offerte mirabolanti, che dopo sue ricerche, si sono rivelate delle truffe.
Essendo agli inizi del suo percorso lavorativo, ha cercato delle opportunità con il vitto e l’alloggio.
Ora lavora in un ristorante, dopo tre settimane di prova, con stipendio minimo di 12 euro all’ora garantito, ha firmato un regolare contratto con giorni di riposo e ferie, fino a dicembre.
In un giorno ha cambiato la residenza, ritirato la nuova tessera sanitaria, aperto un conto in banca per l’accredito dello stipendio.
La sua filosofia: “Babbo, imparo la lingua, osservo le opportunità di formazione e lavoro, se mi trovo bene rimango in Germania. In Sardegna? Per le vacanze”.
Cresce la sensazione di impotenza, il sentirsi ostaggio di una classe dirigente che amministra in proprio le risorse di tutti.
Parlando con franchezza, mi sto arrendendo a questa realtà.
Che bello il campanile sommerso del lago Resia!
Sembrano storie da basso impero, se non fosse per la nostra piccola realtá regionale. Il metodo é quello di accattare voti per eleggere qualche candidato solito che non puó non fare la solita politica che ci ha condotto alla attuale situazione economica, sociale e politica. Bisogna riscoprire la politica come servizio non come carriera e ricerca di potere e benessere.
Sono d’ accordo con Gianna. Nuove idee, tensione etica e un progetto per la Sardegna, che non sia di sottomissione ad interessi esterni.
E il centrosinistra?
Semplice, da 4 anni è formalmente all’opposizione; sempre da 4 anni, sembra essere sostanzialmente in appoggio esterno a questa giunta regionale. Deludente, al limite dell’indecenza.
Il mondo va avanti con le sue nuove prerogative e nuovi problemi e noi , in Sardegna siamo sempre fermi con una vecchia politica che continua ad articolare le solite proposte di inciuci per poter dare a soliti maneggioni il potere di governare per poter distribuire prebende agli amici. Io sogno un nuovo modo di fare politica : rimettere al centro il benessere delle persone. Scuola e sanità pubblica di qualità. Realizziamo una nuova forza di centro che si metta al servizio della comunità. Parliamo di progetti e di come realizzarli. Apriamo alla cittadinanza attiva e troviamo nuove forze in tanti che hanno un’idea dj futuro. Parliamo di coraggio e di volontà per un vero cambiamento e togliamo il potere a tutti colo che pensano che sia Loro
O Peru si fa una lista tutta sua o quale partito lo inviterebbe mai a far parte della propria sapendo che ha una “potenza elettorale “ propria tale da essere eletto consigliere regionale -come più votato – a prescindere da qualsiasi variabile?