Sono sempre più convinto che sia necessario cercare di interpretare la propria vita sotto il segno della nobiltà d’animo. È una forma di igiene, ma anche d’arte.
Trovo ignobili i machiavellici, quelli che sono capaci di mascherare l’egoismo col realismo, il calcolo opportunista con la logica.
Sto a distanza dai bugiardi, soprattutto da quelli investiti di responsabilità pubbliche. Li trovo irritanti nella loro superbia di pensare di essere più furbi degli altri e di ritenere che la loro malizia passi inosservata.
Ergo a miei nemici i manipolatori, quelli che prendono le anime candide e le scagliano contro gli avversari, senza riguardo a nessun affetto e a nessun vincolo.
In questo girone infernale nel quale si è trasformato il percorso di costruzione di un’alternativa a Solinas, ieri mi è capitato tra le mani un sondaggio, quello di cui hanno parlato i media nei giorni scorsi. Non è un sondaggio vero, a mio avviso, è una menzogna ai limiti della farsa e deve far riflettere sulla disinvoltura con la quale ormai ci si muove, pronti a tutto pur di vincere. Certo è che chi è capace di bassezze simili, è probabile che giunto al potere inventi forme di corruzione e di arricchimento indebito più sofisticate di quelle cui si è assistito durante l’ultima legislatura. D’altronde si sa, la Destra è grossolana, certa Sinistra è ipocrita, può fare le stesse cose, ma con maggior destrezza.
Si guardi questa foto. Come si può notare si censisce un partito “Sardi in Europa”, nato in agosto, senza dato storico e lo si dà all’1%, cioè gli si attribuisce un valore che sta dentro l’intervallo di confidenza. Un partito nuovissimo, che non ha fatto alcuna campagna di promozione, che non ha come leader un personaggio pubblico che ne diffonda i contenuti e le proposte, verrebbe censito con lo stesso valore dei Progressisti, che hanno uno storico, consiglieri regionali e deputati, dei Rossoverdi, che hanno uno storico e consiglieri regionali, e di Italia in Comune che ha uno storico.
Sono con troppa evidenza cifre attribuite ma non rilevate, come purtroppo è già capitato di leggere in altre campagne elettorali con ambizioni manipolatorie (e denigratorie). Lo scopo di questo genere di sondaggi non è conoscitivo, ma propagandistico. I giornali dovrebbero rifiutarsi di parlarne. Noi dovremmo difendercene, rifiutare la logica che c’è dietro, rifiutare la logica del “vieni con noi che vinciamo a prescindere”, perché le forzature in fase di candidatura sono spie delle forzature in fase di governo, sono indicatori di quel clima cortigiano che purtroppo ho visto sempre crescere intorno ai candidati alla presidenza.
Non è facilmente tollerabile il clima manipolato che si sta costruendo (il No alle primarie si sta trasformando in un divieto a discutere, roba da pazzi!), il contesto a esito predisposto e scontato che si sta preparando (il dissenso bandito, la ratifica ammessa), la paura della libera espressione del voto che traspare sui volti di tanti, i negoziati di potere che si stanno concludendo, l’egemonia oppressiva della minoranza che vive di politica e ne teme le evoluzioni non controllate. Quanto si sta rendendo simpatico e apprezzabile lo sforzo di Soru di combattere il palazzo! Mi sembra di rivedere lo stesso clima del 2004: da una parte i dirigenti a chiudere alleanze, dall’altra la gente a negarle.
C’è un tasso di ignobiltà che soffoca i liberi.
Dove andranno gli eredi di Michela?
E gli indipendentisti?
Tutti astenuti?
Anche Zedda ha lanciato il guanto di sfida in campo aperto?
Forse la questione inizia ad avere dei “veri” credibili protagonisti per il futuro della Sardegna.
Manca ancora qualcuno, ma sbrigatevi.
Professore dia ancora il suo consiglio.
Si può migliorare.
Non Le pare?
La cosa che si dovrebbe considerare è che la politica è lo specchio di ciò che accade nella società. Non è così che si fa dove ci sono molti che ambiscono ad uno stesso prestigioso posto?
È essenziale pensare al valore delle parole. Dal momento in cui ‘vincere’, ‘competere’, ‘comunicazione’ sono diventate parole guida, si è capito che la politica non era più servizio al pubblico. In questa lunghissima agonia della democrazia, c’è stato qualcosa di diverso? Francamente, francamente no. Nuvole, discorsi sulle persone eleggibili, veleno, nuvole.
Caro Prof.,
Soru ci mette la faccia, piaccia o no sta onorando la democrazia, la politica Vs i soliti giochi dei caminetti,di quelli nascosti dietro ai muretti… Soru si prende la briga, la fatica (non è esattamente in forma) di andare in giro,parlare nelle piazza (apertis verbis) stimolare idee, il dibattito e traspare visone concretezza lungimiranza.Esattamente e similmente a lei Caro Prof.,(per fortuna direi). Il resto, ahimè, è il solito tatticismo su chi conviene utilizzare di più che “accontenti tutti”: sfocerà come già visto nella conservazione travestita da progressismo da nulla a procedere o peggio preparazione che possa assicurare le spartizioni utilizzando i soliti populismi già visti e sperimentat.Torra il problema del mondo che si autodefinisce cxs.(ma poi a sinistra da chi? Ci sarebbe da discuterne dopo tutti questi anni almeno,o no?) Scommetto che finirà al solito: i sardi voteranno, passeranno anni di chiacchiere con i se, i ma, i forse, i peccato eccetera eccetera e nulla cambierà,come se ci fosse una coazione a ripetere perché tutto (nella sostanza) rimanga uguale… una ostinata sottomissione psicologica verso chi mostra (o) “potere” o ha quello “di tipo medioevale”,(se poi aggiungiamo l’analfabetismo funzionale…), noi continueremo a leggere gli stessi articoli copiaincolla sui giornali uguali da decenni degli stessi problemi strutturali. Lei e Soru dovreste (mettendo da parte le “divergenze”) lavorare dalla stessa parte non per voi stessi ma per il bene superiore della Sardegna.
Siamo ad una svolta senza precedenti.
Cordialmente
Sa GHERRA est GHERRA (dae sas bombas a totu sas fàulas) e tenet una ‘régula’ ebbia: VINCERE A TUTTI COSTI, sempre sos peus.
Su ‘menzus’ tiat èssere chi sa zente, prima de totu chentza mancu pòdere andhare votare (cantos sunt sos andicapadaos e in cunditziones de no pòdere votare?!) e medas àteros coloviados, ascamados, a istògomo furriadu de sa ganamala e bombitadura, e no faedhemus de cantos no crent in nudha e a nessunu, a votare mancari amus a èssere prus pagu de sos chi ndhe tenent diritu; sa ‘maggioranza’ est magioràntzia fintzas si resurtamus solu su 20% de sos eletores e “gli eletti” podent cantare “vittoria”.
Prus mortos b’at, prus invàlidos, drommidos e avilidos e isporados b’at e prus VINCONO e cantano vittoria.
Si no lis aèschet, ca fintzas solu pro unu resurtadu gai si podet cumprèndhere ite zentighedha est. De su restu sa ”maggioranza’ leghistasardo, si no ammento male, fit pagu prus de su 25% de sos eletores ca a votare semus andhados pagu prus de su 50% de sos eletores.
Si va bene quanto affermi, Paolo ma tu cosa fai?
Cosa proponi!
Soru mai più