di Paolo Maninchedda
I tempi moderni hanno abitudini antiche. Se si fanno le cose di domenica, non si viene seguiti bene dai media. Però, i tempi moderni consentono anche di non dipendere da nessuno. Come ha scritto un mio amico: «la libertà di stampa è di chi ha un organo di stampa», e ciascuno di noi ormai lo possiede.
Tutti i rappresentanti dei territori provinciali hanno partecipato all’evento. Quattro ore di lavoro, 20 interventi, una votazione (in una Regione dove non si vota più niente).
Che cosa si è detto? In primo luogo si è votato il documento politico alla base della discussione. Si voglia o non si voglia è l’unica posizione politica articolata censibile nell’attuale orizzonte politico sardo.
Due impegni forti: sul fronte esterno la richiesta di un rapporto con il Governo renzi più competitivo dell’attuale. È stato detto con tanta educazione ma anche con tanta fermezza.
Sul fronte interno: Agenzia delle Entrate subito in Aula; confronto e dialogo con il mondo dell’agricoltura per evitare che una crisi del prezzo del latte si trasformi in una crisi di fiducia verso le istituzioni; sulla sanità: siamo pronti a un confronto anche sull’ideologema Asl unica, ma che confronto sia, non un prendere o lasciare irrazionale, irragionevole e altamente dannoso; su Terna e Enel continua la guerra; sulle amministrative: le nostre liste le facciamo noi e non altri.