Perché la Giunta Todde non riesce a varare neanche la mini riforma che consentirebbe di commissariare le Asl?
Per un motivo semplice: le leggi valgono erga omnes e dunque una norma che, in ragione anche di una piccola anticipazione di una riforma generale, consentisse i commissariamenti, colpirebbe tutti i DG uscenti.
Il problema è che parti consistenti della maggioranza vogliono invece confermare alcuni Dg e dunque non vogliono una norma generale, preferirebbero il caso per caso: far dimettere Tizio e sostituirlo, mandare via Caio e sostituirlo e così via.
Il Pd vorrebbe la conferma alla Asl 1 dell’attuale Dg, il dott. Flavio Sensi, già ‘espressione’ di Fratelli d’Italia.
A Nuoro, sempre il Pd, vorrebbe trasferire da Oristano il compassato dott. Angelo Serusi, attuale Dg di Oristano, già in quota Psd’az.
L’attuale Dg di Nuoro, il dott. Cannas, in quota Riformatori, non verrebbe però lasciato a mani vuote, perché andrebbe a dirigere, sempre in quota Pd, la ASl del Sulcis.
A Oristano andrebbe, in quota Cinquestelle, l’attuale Direttore generale dell’Assessorato, il dott. Luciano Oppo, e a dirigere l’assessorato tornerebbe la dott.ssa Francesca Piras, in quota Presidente.
Nel Medio Campidano andrebbe, in quota Cinquestelle, l’attuale direttore sanitario del Brotzu, il dott. Raimondo Pinna, un noto peace maker, già in quota Psd’az.
In Ogliastra verrebbe confermato l’attuale DG Marras, gradito al Pd.
Alla Asl 8 di Cagliari verrebbe nominato l’attuale direttore del Distretto Sanitario di Carbonia, il dott. Aldo Atzori, in quota Cinquecaschili.
Alla Azienda Ospedaliera Arnas Brotzu, verrebbe nominato il primario del Brotzu dott. Fausto Zamboni, parrebbe in quota Progressisti . Se questa sarà la scelta, siamo certi che non si è capito nulla, ma proprio nulla, del disastro in atto nel Brotzu.
Restano aperte le partite delle due Aziende Ospedaliere Universitarie, sulle quali serve il consenso dei Rettori, ma si fanno i nomi di Giovanni Maria Soro (in quota Cinquestelle) o qualcuno in quota Cuccureddu, per Sassari, e di un nome neutro e di mediazione, non ancora definito, per Cagliari.
Il tema è solo uno: ma le condizioni disastrose della sanità sarda erano tutte colpa di Nieddu prima e di Doria poi o anche dei manager? E come si fa a commissariarne molti, licenziarne altri e salvarne alcuni?
In base a quali criteri?
Perché, se si valuta oggettivamente l’operato di tutti e si dice, per esempio, “chi non ha approvato i bilanci in tempo, fuori”; o “chi ha le liste d’attesa troppo lunghe, fuori”; o “i primari che hanno gli indici del piano nazionale esiti fuori range, bocciati”; allora si sarebbe comprensibili.
Se invece si tengono alcuni e si bocciano altri in ragione esclusivamente di prossimità politica, questa volta, date anche alcune pronunce della magistratura, ho l’impressione che ci si possa far male, e in ogni caso, si perde la faccia, perché risulterebbe evidente il contesto marmellatoso che si è formato sotto il governo Solinas, con intrecci inestricabili di convenienza politica tra le apparenti maggioranze e minoranze, i quali sono proprio all’origine del disastro sanitario in atto (e non solo sanitario).
Non si è capito che in sanità serve proprio aria fresca, novità di vedute, di pianificazioni, di programmazione e di azioni.
Io non sono per licenziare in blocco i manager per ragioni politiche, ma che essi debbano passare per una valutazione oggettiva del loro operato, sì, caspita se devono esserlo.
Se un primario è ed è stato sempre motivo di conflitto nel suo ospedale, non è evidentemente adatto a dirigere quell’ospedale. Se un Dg ha galleggiato piuttosto che governato, non ha migliorato neanche uno degli indicatori di buona gestione, allora deve essere messo da parte. Mi paiono criteri di buon senso.
Invece no: prevalgono logiche da famiglie tribali piuttosto che di partito. Un vero puzzolentissimo schifo che sa più di cosche affamate che di partiti intelligenti.
Prima o poi racconterò della tariffa aumentata da Bertolazzi per i servizi resi in un settore di cui è dipendente un consigliere regionale. Uno dei primi provvedimenti. Ecco, siamo qui: alla miseria.
E intanto, con nonchalance, si va a dire in Consiglio regionale che l’oncologico è un ologramma. Benissimo, se lo è, l’assessore deve dimettersi, non può limitarsi a dirlo, deve andarsene, perché in sette mesi non ha fatto nulla se non un gran casino.
compassato
/com·pas·sà·to/
aggettivo
Molto misurato o sorvegliato, scrupolosamente ponderato.
“discorsi c.”
Di persona che si controlla, spesso eccessivamente, in tutto ciò che fa o dice (anche + in ).
“un signore
Complimenti Prof. con questo articolo ha scatenato una marea di commenti e curiosità’, ma anche alcune smentite ….. una fra le tante l’appoggio del PD a Flavio Sensi, che nonostante, da buon napoletano, cerchi campo d’atterraggio con il PD e con tutti i partiti della attuale maggioranza, non gode credito da parte di nessuno di questi, semmai viene abbondantemente preso in giro per tutte le sue funamboliche apparizioni sulla stampa locale.
Ciò che lei sottolinea e che colpisce maggiormente è l’incapacità di questa giunta a prendere i dovuti provvedimenti nei confronti degli attuali DG. Non credo ci sia bisogno di una legge per commissariarli, ma basterebbe esaminare i bilanci aziendali, le delibere, gli atti che quotidianamente approvano per evidenziare il disconoscere le prescrizioni che hanno ricevuto dalla Presidenza della Regione, dall’Assessore alla sanità e dal Direttore generale dell’assessorato.
Il non attenersi a quanto prescritto porterebbe necessariamente ad un licenziamento per giusta causa. Piuttosto domandiamoci perché questo non avviene!!!
Dopo tutte le considerazioni che prededono, cosa aspettate ad andartene tutti a casa. La sanità ne gioverebbe.
Fate schifo…….
Non mi meraviglia nulla di ciò che viene descritto qui.
È lo schifo di sempre perpetrato da tutti i partiti da sempre,con un’aggiunta ,ora ci sono anche i 5S e 5Caschili i più.
Quindi lo schifo è anche maggiore,se fosse possibile.
Ill.mo Professore, molto sommessamente penso che il declino del SSN sia in primo luogo il risultato di un’assenza di visione strategica da parte di tutti i governi che si sono succeduti almeno negli ultimi 30 anni. Non credo che sia mai esistito un disegno per traghettare la sanità pubblica verso una sanità privata, semmai questo è il risultato dell’approssimazione delle politiche regolatorie dei governi nazionali e regionali. Quando si arretra da uno spazio culturale, economico, valoriale, sociale è naturale che qualcun altro lo riempia progressivamente comprimendo ancor più chi prima lo aveva occupato.
La nostra costituzione detta in modo saggio la visione del sistema sanitario, una visione che non ha mai parlato di pubblico o privato, non dichiara chi materialmente sia deputato a mettere l’agocanula, ma riafferma con chiarezza che anche nell’ambito delle cure lo stato si pone come baluardo perché le stesse siano assicuate ai meno abbienti. Lo Stato si impegna così a garantire uguaglianza ed equità. Non è importante chi, ma è importante il come, cioè quali siano i valori inalienabili ai quali ciascuno che sia chiamato a “curare” (nel mio mondo lavorativo si parlerebbe di “prendersi cura”) debba attenersi con rigore a pena di uscire dal sistema.
Purtoppo la mancanza di visione (bastava perseguire quella costituzionale adattandola alle modificate esigenze sociali ed economiche) ha portato tanta confusione, ma insieme ha anche generato una decadenza valoriale degli operatori sanitari che non vedono più nella sanità un valore costituzionale cioè un bene comune da difendere e di esserne orgogliosi se si partecipa a costruirlo, ma solo un luogo di affermazione personale.
Condividere quei valori non significa limitare le proprie ambizioni, ma significa farlo con una motivazione in più, cioè quella di essere cooperatori di uno dei più grandi progetti di equità sociale immaginati dai nostri padri costituenti.
Nel vuoto delle idee avanzano purtoppo arroganza ed approssimazione.
E chi può usare spregiudicatamente un po’ di potere ne è sempre avvantaggiato.
Leggo da alcuni commenti che il vero nodo delle inefficienze è nella struttura del sistema sanitario regionale, con la centralizzazione di funzioni in capo all’ARES, “al di là della competenza manageriale dei Direttori Generali e delle ingerenze della politica”. Sarebbe bene approfondire questi temi anziché limitarsi alle critiche sui DG (peraltro sacrosante). Temo però che esaminare gli effetti negativi di una riforma nata dalla Giunta Pigliaru, di cui ancora oggi paghiamo le conseguenze, sia chiedere troppo.
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Caro Professore,
ora c’è bisogno della seconda puntata. Ci deve infatti rivelare che fine faranno gli attuali Direttori generali che non saranno confermati. Non tanto quelli in odor di pensione ma quelli più giovani con ancora 2 anni di contratto e la carriera (più o meno) lanciata. Non mi verrà a dire che si dimetteranno senza niente in cambio rinunciando da 155 a 185 mila euro lordi all’anno che vuol dire da 180 a 210 mila euro netti in due anni? Quindi, quale sarà la contropartita per le dimissioni “volontarie” della dott.ssa Seazzu, del dott. Spano, del dott. Carboni, del dott. Acciaro e, sopratutto, della dott.ssa Bettellini e del dott. Tidore?
Per finire, per curiosità, quante visualizzazioni uniche per questo post? :-)
Sento una profonda nausea. Non vi è neanche un centimetro di terra sana
Quanto ci manca il Dott. Moirano…… È andato via perché ha capito che il livello culturale, politico,sociale è troppo inaffidabile e insicuro e con troppi grembiuli
Sono un medico andato in pensione dal Brotzu nel 2015….ho vissuto il periodo del Brotzu ad alta specializzazione……lo abbiamo meritato tutti per l’impegno messo in campo da tutti….nonostante i nostri stipendi inferiori ai colleghi della regione sarda…….con il decreto Arru è stato stravolto tutto…….il Brotzu è precipitato in una confusione totale……non penso di aggiungere altro
In campagna elettorale la Todde ha fatto notevole leva sul tema Sanità e non è di nessun conforto pensare che “l’indirizzo politico” è miseramente franato di fronte alla potenza della struttura Amministrativa.
Vi è un grosso problema di SOVRANITA’ politica che fa paradossalmente comodo a chi viene eletto.
La colpa maggiore è del presidente che si fa comandare da Conte e mette a capo dell assessorato un incompetente ròmano.Speriamo spariscano molto presto i 5s col loro capk
Sembra il gioco delle tre carte ,solo che chi perde è il sistema sanitario sardo e tutti coloro che avrebbero necessità di accedervi Chi da le carte ancora una volta scientemente bara , incurante dei danni che il suo gioco causa al sistema ed alla carne viva di tutti i residenti .
Grazie @Luigi, difficile spiegarla meglio di come hai fatto tu. Aggiungo che per complicare ulteriormente le cose, succede, a volte, che il DG dell’assessorato non sia del tutto in sintonia con l’assessore e altre volte con qualche responsabile di servizio e che ci siano addirittura geometrie non del tutto limpide con Asl e Ares.
I risultati sono sotto gli occhi di tutti.
Ha ragione @Luca.
Il vulnus è nell’attuale modello organizzativo del SSR. I problemi sono architetturali e sono destinati a permanere al di là della competenza manageriale dei Direttori Generali e delle ingerenze della politica.
Il sistema sanitario regionale sardo sta vivendo le conseguenze di scelte organizzative problematiche, iniziate con la riforma Arru durante la Giunta Pigliaru – parte di una più ampia tendenza dei governi regionali di centro-sinistra verso riforme centralizzatrici – e proseguite sotto la Giunta Solinas.
Le criticità attuali erano prevedibili: basterebbe ricordare come Dirindin, nel suo articolo sul Sole24 del 09 settembre 2016, avesse infatti lucidamente anticipato i rischi di una riforma così complessa, avvertendo del potenziale caos sistemico e del peggioramento nell’accesso ai servizi essenziali per i cittadini.
https://www.sanita24.ilsole24ore.com/art/aziende-e-regioni/2016-09-09/la-riforma-sanita-sardegna-servono-decisioni-rapide-e-coraggiose-110204.php?uuid=ADhYciHB&refresh_ce=1
A seguito della riforma Arru la tenuta del sistema ha attraversato due fasi distinte:
– Un periodo di relativo “galleggiamento” sotto la Giunta Pigliaru, grazie alla gestione di un DG di grande esperienza come Moirano.
– Un successivo deterioramento, fino al collasso, durante la Giunta Solinas.
Oggi l’elefante nella stanza, il vero nodo critico dell’attuale assetto, è rappresentato dall’ARES, che costituisce un vero e proprio collo di bottiglia per tre ragioni fondamentali:
1. Concentra funzioni di controllo e coordinamento che dovrebbero essere proprie dell’assessorato.
2. Centralizza funzioni di supporto tecnico-amministrative vitali per le altre aziende sanitarie.
3. Adotta un modello di governo basato sul controllo centralizzato, in contrasto con il principio di sussidiarietà.
Questi problemi strutturali, di natura architettonica, trascendono le questioni di competenza manageriale dei Direttori Generali o di interferenza politica.
Purtroppo, nonostante l’evidenza di queste criticità, non si intravedono segnali di ripensamento del modello, persistendo invece in una gestione emergenziale e poco strategica del sistema.
Tecleme.
A me più che interessi politici, sembra che, dietro a tutte queste manovre, ci siano interessi e accordi di grembiule…
Ehhhhhhmmmmmm…..e la ASL Gallura?????
Queste immagini generate con l’AI fanno ribrezzo.. sintomo di grande superficialità della testata. Complimenti.
Per il bene comune,auguro,che i vostri figli non prendano esempi da voi ,ma ne dubito.mi rammarico solo di non riuscire a trovare le parole per poter esprimere quello che penso di tutti voi
O diremo: prevalgono logiche da partiti italiani in Sardinnia. Ottimo intervento: quello del controllo e spolpamento della nostra sanità è una delle più gravi malattie di cui soffre l’Isola. Servirebbe un Brotzubello, un movimento di popolo voglioso di stroncare questo meccanismo perverso, e un nuovo soggetto politico capace – una volta ottenuto il consenso – di non farsi sedurre dal primo camice svolazzante (tipo 5S, tipo).
L’ articolo sottolinea di come, parlo della Azienda Brotzu, si possa incaricare un primario D.G. conosciuto OMISSIS. Inoltre faccio le mie condoglianze al Medio Campidanose a dirigere va l”attuale direttore sanitario dell’ARNAS Brotzu, considerati i risultati e OMISSIS’. Poveri noi ma piu’ poveri i malati
PD, M5S,AVS, etc, quando sono all’ opposizione hanno sempre tutte le soluzioni per risolvere i problemi del paese. Quando, invece, sono al governo dimostrano la loro totale incapacità a risolverli ma capaci di assuefarsi al sistema politico clientelare. Vergogna!
A quanto è quotato il ritorno della Piras come DG dell’assessorato? Scommetto sul contrario.
E se mi posso permettere è inutile lanciare una manciata di, più o meno, brave persone in un sistema che non funziona.
Il vulnus, al momento irreparabile è nei rapporti tra la triade Ares, Asl, Assessorato.
Per rispondere ad una lettera e non dico prendere una decisione, passano mesi. E non è un’iperbole.
… semus in manu no de sa miséria, ma de una polìtica miseràbbile.
E a donzi pol¡ticu sa cualìfica sua.
Bella roba non c’è che dire, o meglio una schifezza assurda! Ma come si fa a fare nomine senza valutare il percorso e la preparazione menageriale, bensì valutando semplicemente le appartenenze politiche? L’altro ieri sentendo le affermazioni dell’assessore alla sanità contro il Businco sono rimasto basito e mi son detto: ma questo assessore è pagato per sparare a palle incatenate contro una struttura ospedaliera di sua competenza, senza che lui faccia niente per risolvere determinati problemi, oppure le prebende di cui sopra gli danno semplicemente semplicemente licenza di insulto? Se non ha capacità di risolvere i problemi (fatto esempio che invece di incentivare la ricerca e produzione di vaccini, consiglia dosi massicce di azoto liquido e refrigerazione di animali) lasciasse il posto a persone competenti.
On.le Maninchedda, per favore VIGILI sulla Sanita’ sarda, e su tutto il resto… e ci segnali le vicende che si alternano… Ci dica di che morte dobbiamo morire. Grazie.
Egregio, due considerazioni: una di metodo ed una di merito.
Per la prima vale la pochezza (l’ennesima) di questa maggioranza che non ha la più pallida idea di come provare a raddrizzare un SSR in condizioni a dir poco drammatiche.
Manca la competenza per elaborare una strategia di riforma e, probabilmente, anche il coraggio di andare a intaccare gli enormi interessi grembiulati cui la sinistra non è impermeabile (anzi).
La seconda considerazione attiene alla scadente compagnia di giro tra cui i DDGG vengono scelti. Leggere, poi, alcuni di quei nomi non ritengo sia da attribuire all’incapacità di comprendete certi eventi ma, peggio, di autentica malafede. Saluti.
Mi pare che il dottor Giovanni Maria Soro sia l’attuale DG dell’Università di Sassari (particolare non da poco): le pare che il Magnifico Rettore Gavino Mariotti potrebbe mai dare il suo assenso, dopo avere già perso come DG la dottoressa Elisabetta Neroni? Mica si vorrà dare l’impressione che l’Università di Sassari sia un luogo di transito, col benestare del Magnifico Rettore Gavino Mariotti? O no? Ricordiamoci tutti che in materia di DG il Magnifico Rettore Gavino Mariotti è stato un novatore: prima, banalmente, come si fa altrove, si prendevano DG con esperienze universitarie, dei tecnici del settore, lui è andato oltre, con ampia veduta.
Siamo in mano a buzzurri