La Repubblica italiana non è stata a caso il Paese del fascismo (ieri Giampiero Mughini ha ricordato agli iscritti della scuola politica “Libertà di pensiero” il bellissimo libro che avevo dimenticato di aver letto di Angelo Tasca, Nascita e avvento del Fascismo). Infatti il fascismo è prima di tutto figlio della retorica e dell’ignoranza, oltre che della miseria e degli errori di una classe dirigente presuntuosa.
A noi oggi interessa la retorica, o meglio, l’uso elaborato del linguaggio per manipolare gli altri.
Iniziamo dai vaccini. Leggere che i vaccinati dell’Università di Sassari sono tutti sotto “stretto e costante controllo sanitario” fa solo ridere. Ho chiamato un po’ di colleghi dell’Università di Sassari per capire in che cosa consista questo stretto e costante controllo sanitario e ho scoperto che consiste in un bellissimo e grossissimo nulla. C’è chi sta ancora male, chi non ha avuto niente, chi è svenuto, chi sta prendendo aspirina, ma tutto “Fai da te”, lo stretto controllo sanitario è una dichiarazione imbonitrice, una coperta retorica per una società manipolata.
Ma la notizia più bella riguarda la provincia di Oristano, il feudo incontrastato del pettegolezzo velenoso e delle indagini di classe a tutela dei topi di città e contro i topi di campagna. E infatti dobbiamo parlare di topi cittadini beccati nei loro comportamenti non dai magistrati, assatanati di topi di campagna arrosto, ma da residenti di città.
Il Presidente dell’Ordine dei farmacisti della provincia di Oristano ha scritto qualche giorno fa ai suoi iscritti una lettera. Ne riporto un bellissimo stralcio: «Il 12 febbraio, finalmente, hanno avuto inizio le vaccinazioni dei farmacisti operanti nelle farmacie territoriali (quelli ospedalieri erano già vaccinati). Il criterio che i responsabili delel vaccinazioni hanno deciso di adottare nel chiamare i farmacisti e sul quale non abbiamo potuto sindacare, non è stato quello di seguire l’elenco fornito dallo scrivente Ordine (in base all’arrivod elle richieste), ma quello di chiamare per Farmacia e Parafarmacia e di vaccinare tutto il personale operante. Quindi non solo i farmacisti iscritti all’Ordine di Oristano, ma anche colleghi di altri Ordini operanti nelle farmacie della provincia e personale non laureato. Qualche collega (più “furbo” degli altri, ma preferisco non commentare….) ha anche ritenuto di inserire fra il personale anche qualche parente (genitori in pensione, figli non ancora laureati, mogli, mariti e affini) a prescindere dal fatto che questi lavorassero o meno in farmacia».
Serve commentare? Ma no, sono cose che si commentano da sole. Se fa schifo questa cosiddetta furbizia, fa ancora più schifo l’indifferenza di chi può punirla o impedirla e invece la vezzeggia.
Infine, i nostri giornali non più dell’informazione ma della ripetizione, danno un saggio degli effetti della legge di finanziamento regionale ai quotidiani voluta dall’allora consigliere regionale, oggi deputato, Gavino Manca (che è una bravissima persona ma che allora fece una stupidaggine colossale) durante la legislatura Pigliaru.
Sulla Nuova, Mauro Lissia riesce a fare entrare di spalla con francobollino e fotografia la notizia dell’interrogatorio in Procura del Presidente della Regione, nell’ambito dell’inchiesta per abuso d’ufficio (e qui già si entra in zone giuridiche a nebbia fittissima) di due direttori generali.
L’Unione ha dato la notizia ieri, in taglio basso a pag. 8 (correzione mia delle ore 9:07 perché ieri non avevo letto i giornali). I quotidiani usano da decenni la giudiziaria come fabbrica di carne macinata.
Poche settimane fa, infatti, un piccolo inciampo dell’Accusa durante un altro processo, fu occasione per La Nuova per riepilogare a otto colonne le accuse agli imputati pur in presenza di un errore veniale dell’Accusa, e per L’Unione addirittura per uno slancio di azzerbinagggio commovente che giunse ad attribuire all’Accusa il merito e non l’errore. La stampa che addomestica e morde a comando è un pessimo viatico verso il regime.
Resistiamo. Cotidie damnatur qui semper timet.
Vi è un cancro nella società italiana che pare inestirpabile. Bisogna far parte di un gruppo per avere diritti.
A Sassari sento raccontare di persone che sono stati chiamati per essere vaccinati al fine di non buttare vaccini . Un particolare che lascia perplessi è che vengono convocati con largo anticipo… e i vaccini avanzano e non sono destinati ad ottantenni …