di Paolo Maninchedda
Ho sempre pensato che Francesco Guccini sia un grande poeta di strada e che avrebbe meritato il Nobel ben più di Dylan.
Ogni volta che sento l’odio montare, ed è tanto, mi ricordo dei suoi magnifici versi:
giovane e ingenuo io ho perso la testa,
sian stati i libri o il mio provincialismo,
e un cazzo in culo e accuse d’ arrivismo,
dubbi di qualunquismo,
son quello che mi resta…
Anche io penso di avere avuto la vita e questo cervello che non mi abbandona mai un po’ rovinati dai libri e dal saper leggere.
Ieri notte, dopo una giornata difficile per altre vicende legate al disordine dello Stato italiano e alla malizia in servizio permanente effettivo a molte latitudini del sistema Regione, ho letto il magniloquente bando Anas sui nodi critici della SS131.
Intanto, che cosa sono i nodi critici?
Sono gli incroci di Paulilatino, Mulargia, Bonorva e Cossoine. Le opere consistono nella realizzazione degli svincoli.
Questi interventi sono stati l’oggetto dello scontro con l’Anas. Il progetto definitivo è pronto dall’ottobre del 2015. A settembre del 2016 l’Anas aveva promesso che avrebbe fornito entro l’anno i progetti esecutivi. La Regione aveva proposto, dato l’ammontare notevole dello stanziamento disponibile, 135 milioni di euro, di accorpare i lavori in tre lotti e di fare almeno tre bandi.
L’Anas non fa nulla e a febbraio 2017 si presenta in regione dicendo che i progetti esecutivi non erano ancora pronti e che per loro si sarebbe andati a gara nel 2018.
La Regione ha aperto la vertenza Anas.
Ieri, come una caramellina gentilmente concessa, arriva il bando, pubblicato dall’Anas senza alcun confronto con la Regione al punto che non sappiamo quali siano i progetti posti a base della gara, visto che l’ultima volta che i tecnici Anas sono venuti in Sardegna erano accompagnati da carte vecchie, cioè da progetti arretrati rispetto a quelli concordati con i Comuni dai loro predecessori.
Ma che cosa ha fatto l’Anas?
Ha usato l’art. 59, comma 4 del Codice degli appalti, che consente di assegnare progettazione e lavori congiuntamente nel caso ci si serva di un contraente generale. L’Art. 194 del Codice spiega poi che «1. Con il contratto di affidamento unitario a contraente generale, il soggetto aggiudicatore affida ad un soggetto dotato di adeguata capacità organizzativa, tecnico-realizzativa e finanziaria la realizzazione con qualsiasi mezzo dell’opera, nel rispetto delle esigenze specificate nel progetto definitivo redatto dal soggetto aggiudicatore e posto a base di gara, ai sensi dell’articolo 195, comma 2, a fronte di un corrispettivo pagato in tutto o in parte dopo l’ultimazione dei lavori».
Quindi Anas, in ritardo da sempre sul ruolino di marcia, ha scelto la strada del general contractor, ha creato un bando corposissimo (135 milioni di euro) con alla base progetti definitivi sconosciuti alla Regione, sebbene spezzato in tre lotti di diverso valore.
Non c’è altro da dire. Non si può combattere da soli contro l’Anas e contro le pessime abitudini dello Stato italiano e io mi aspetto di tutto perché è vero ciò che ha scritto Guccini, il rischio nelle battaglie è diventare bersagli perché si è diventati bravi nella lotta, con tutto il corredo di dolori al basso colon e accuse di arrivismo che questo comporta.
Caro Assessore, condivido a pieno le sue affermazioni. Ma se fosse realmente cosi sarebbe il crollo per l’economia locale, in quanto solo poche aziende hanno i requisiti e la capacità economico finzanziaria necessaria per legge utile alla partecipazione al bando da lei citato, e sicuramente non Sarde. Parrebbe peraltro che, ai sensi dell’art. 194 comma 2d, che il contraente ovvero l’aggiudicatario debba provvedere al finanziamento in tutto o in parte dell’opera da realizzare. Sapevamo che la Sardegna era una terra di conquista, ma non sino a questo punto.