di Paolo Maninchedda
Ho perso il conto dei comunicati stampa, delle interrogazioni consiliari, delle dure critiche, delle striscianti e immancabili insinuazioni su tutto e su tutti, relative alla strada gallurese di Monte Pinu, dove persero la vita tre persone durante l’alluvione 2013.
Personalmente di fronte alle tragedie annichilisco. Non ho e non voglio trovare parole, che sono sempre di troppo.
Se posso, lavoro, come un mulo, con la speranza che la fatica mi distolga dal dubbio che il non senso della morte ingiusta possa dar ragione a chi vede questa vita come un tritacarne indifferente a tutti noi, che ci muoviamo apparentemente liberi ma sostanzialmente come criceti dentro una ruota.
Anche su Monte Pinu si è lavorato in tanti in silenzio, col rispetto che si deve ai luoghi tragici.
Questo lavoro ha cominciato a concludersi, pur nelle mille difficoltà che l’ordinamento della Repubblica italiana e il colon amministrativo dell’Anas sono in grado di produrre.
Sui giornali neanche una riga.
Forse colpa dei giornalisti?
No, però un fatto è certo: l’80% dei giornali è fatto sui comunicati stampa di diversi soggetti.
Ho fatto un esperimento.
Non ho fatto alcun comunicato stampa, come Assessorato.
Lo ha fatto l’Anas, quasi di notte, mi pare il 30 dicembre.
Eppure il fatto è lì, reale e ufficiale: sulla Gazzetta Ufficiale della Repubblica Italiana del 30 dicembre è stato pubblicato il bando per la strada di Monte Pinu. Si era preso l’impegno di farlo entro l’anno ed è stato fatto.
Per di più l’Anas, che ha mantenuto la classe dimensionale finanziaria sul monumentalismo dell’Impero Romano, prima ci aveva fatto appostare per l’opera 25 milioni di euro; adesso, fatti due conti, si è accorta che per fare ex novo la strada di Monte Pinu e un tratto della Osidda Buddusò bastano circa 7,6 milioni di euro. Ovviamente noi ci riprenderemo la differenza e la riprogrammeremo.
Ma ciò che è più importante notare è che le notizie non esistono se non sono trionfalisticamente enfatizzate oppure se uno evita di cantarsela e suonarsela da solo con i comunicati stampa.
È da un po’ che il mio Assessorato non fa comunicati stampa ed è una scelta.
È inutile e anche un po’ patetico che sia io stesso a scrivere le didascalie del mio operato. Tuttavia, ad agire in questo modo, si paga un prezzo: non si esiste sui giornali e sulle tv (che fanno i notiziari – più la Rai che Videolina e Sardegna 1 – sulle notizie della carta stampata, non sia mai che qualcuno leggendo i quotidiani non abbia capito bene).
Oggi rimediamo al silenzio dei media, non per altro, solo per rendere merito ai tanti funzionari e dirigenti della Regione e dell’Anas, che hanno consentito al governo della Regione di mantenere gli impegni presi.