Nascere in una famiglia di 16 figli è già una grande esperienza.
Volare contro un vento che rompe le fionde non è vita. È epopea.
Avere poi la Grazia e la condanna di vedere oltre le cose non deve essere stato semplice.
Alda Merini diceva: “Angeli, il vostro occhio è cieco e vede tutto”.
Lo stesso può dirsi di Graziano Salerno, classe 1954, nuorese, pittore, uomo di confine tra il grumo di cellule della nostra esistenza storica e l’altra parte, quella che ci pulsa dentro, carica di nostalgia per un senso definitivo, compiuto, non soggetto al tempo e allo spazio.
Nell’antichità erano veggenti, oggi sono artisti, perché loro sì che sanno che gli spiriti non pensano verbalmente, ma per immagini, per simboli; loro sanno cosa vuol dire essere sospesi.
Graziano Salerno dipinge e, a chi ha viaggiato dentro di sé, appare un pittore tanto realista quanto a coloro che vivono solo di cose e di ruoli può apparire un pittore metafisico.
Non lo conosco di persona, ma lo sento di casa.
Perché è vero che la testa è spesso ridotta a un imbuto, alla sola nostra bocca dove si accomodano solo le forme congruenti con essa, non quelle giuste, quelle destinate ad esserlo.
E noi che facciamo?
Noi siamo transito verso un altro imbuto, mentre la luna ci guarda indifferente, lo stolto balla contento e le case, già le case, i nidi, cadono le une sulle altre, perché tutto passa.
Nella città dove don Sebastiano diceva a donna Vincenza che lei stava al mondo solo perché c’era posto, nella città dove è più importante chi si fa valere che non chi è giusto, c’è un Graziano Salerno che è indifferente ai ruoli, ai ceti, alle case, ai luoghi: lui è preso dall’essenziale, ma l’essenziale è sempre inattuale per i realisti.
A questo pittore la Fondazione di Sardegna dedica una mostra, Senza poesia in nessun caso, ricca di circa 200 opere, che si inaugurerà il 19 dicembre p.v. nei locali della Fondazione a Cagliari. La mostra è curata da Cristiana Collu.
Le opere sono state messe a disposizione da Dante Crobu, il noto collezionista cagliaritano che ha impedito che l’opera di Salerno fosse consumata dal tritasassi della storia.
Il catalogo è edito da Treccani, unica nota dolente di questa importante iniziativa.
Incontro Graziano quotidianamente, nel corso degli anni ho acquistato da lui acquerelli di una delicatezza unica, altri me li ha donati dopo avermi incontrata con un vestito di cui gli piaceva il colore e che lo ispirava, altri per gentilezza, come fiori colti e donati, sono ben felice di questo tributo in vita
…..buon giorno ,prof . In questa Sardegna irta di violente spine politiche ed amministrative ,oggi lei volge il suo sguardo attento su un’artista sconosciuto ai più e ci da l’opportunità di apprezzarne l’opera in mostra presso la Fondazione . Spero e farò di tutto per poterla ammirare ..grazie prof, e tantissimi auguri di Buone Feste
Grazie per avermi fatto scoprire quest’artista che non conoscevo
Graziano Salerno: un’ e-mozione, un nodo alla gola, un punto di domanda da cui scappiamo.
Grazie per le sue parole che riconosco mie