Per riuscire a fare bene le piccole cose, occorre avere delle rotte certe.
Ho già posto in Giunta due questioni centrali.
1) Gas o carbone?
Non è una domanda retorica. Il ministero ha autorizzato il quinto gruppo a carbone a Porto Torres e imposto (dico imposto) la centrale a carbone a Ottana. Siamo d’accordo o no?
Io no.
Io sono per il gas e sono per realizzare la dorsale, il famoso tubo, prendendo atto che non partirà nulla dall’Algeria e che occorre fare gassificatori o rigassificatori nel Sulcis e collegarsi con la Toscana in entrata e in uscita. Trovare i soldi per questa infrastruttura non è difficile, perché è economicamente compatibile e sostenibile. Si tratta di decidere. E si deve decidere anche se, come aveva suggerito ai Sardi il presidente dell’Autorità per l’Energia, utilizzare o no le miniere per stoccare il gas (in modo da poterlo stocccare quando sta sul mercato a prezzi competitivi e rivenderlo quando si apprezza).
Ovviamente per fare tutto questo occorre un po’ di tempo. Nel frattempo si deve essere certi che il Ministero garantisca l’essenzialità alle centrali sarde, in modo che non licenzino. Spero di essere stato chiaro.
2) Ferrovie si o no?
Ieri l’Assessore ai Trasporti Deiana ha riferito sul fatto che la Regione dispone già dei treni veloci comprati ai tempi della Giunta Soru, ma ha anche detto che Trenitalia è restia a farli viaggiare perché la rete non è adatta alla loro massima velocità: 180 km/h. Ovviamente l’assessore sta battagliando perché siano comunque messi in servizio, limitandone la velocità fino a (mi pare di ricordare) 150 km/h. Ma il problema non è questo (che è comunque una cosa da risolvere); il problema è se continuiamo a muoverci tra Nord e Sud e tra Est e Ovest in macchina, oppure se decidiamo di muoverci su ferrovie tipo metropolitane. Personalmente sono per questa seconda ipotesi. Bisogna parlarne, bisogna parlare di queste scelte strategiche. (P.S. Io sono anche per fare alla francese con le biciclette: 0,20 euro a Km a chiunque faccia percorsi cittadini in bici….. ma sulla bici ho una fissazione, quindi lasciatemi perdere).
3) Porti si o no?
Facciamo funzionare quelli che ci sono e realizziamo i piccoli porti che ci servono? Io sono per farli e, anche in questo caso, il problema non sarebbe finanziario. La nautica è lavoro, valore, turismo, cultura.
Per fare queste grandi cose (per farle insieme, contemporaneamente, in modo da immettere denaro in un sistema sfittico) serve prima di tutto un largo consenso, serve che le forze politiche discutano e propongano, ma in tempi compatibili con l’urgenza di scegliere. La Giunta regionale non può aggredire queste grandi tematiche senza che prima esse siano state dibattute nei partiti e nella società. Non si può fare niente di grande senza grandi partiti, grandi banche, grandi intellettuali, grandi Consigli regionali. Non si può fare uno Stato pensando invece di vivere in un piccolo quartiere. Ieri Floris ha detto (ancora?) che noi siamo una nazione incompiuta. Bene, se lo siamo è perché abbiamo interiorizzato l’inibizione a essere uno Stato (questa debolezza psicologica dei Sardi è la più grande vittoria degli italiani). Bisogna amministrare la Regione come se fosse uno Stato e uno Stato sa che i problemi quotidiani si risolvono solo se si alza lo sguardo e la si smettte di compiargersi i piedi.
Sul Galsi ho forti dubbi di fattibilità ambientale, soprattutto in zone archeologicamente delicate. Va però anche detto che l’impatto dell’opera è funzionale al fatto che l’isola andava a costituire servitù di passaggio, con ben pochi ritorni per l’isola. Non credo che il problema sia nel binomio Gas-Carbone, quanto nella dimensione e ubicazione degli impianti. Se i venti fossero a mare e non sui centri abitati, l’incidenza delle malattie permetterebbe una diversa visione delle cose. Se gli impianti fossero più piccoli, l’incidenza di agenti inquinanti verrebbe meno. Non credo nel carbone pulito, ma ho difficoltà ad accettare che il gas lo sia a sua volta. Parrebbe in ogni caso più promettente, ma è anche vero che di fatto è più pericoloso nella gestione e che i costi di manutenzione avranno un peso se si tratta di città come Cagliari, ma la stessa economia non possiamo sperare di averla nei piccoli comuni. Il tubo non potrà quindi arrivare da tutti, forse occorrerà fare centrali locali. Io tuttavia, mi permetto, prima di qualsivoglia scelta di dimensionamento e di riconversione, di ragionare in merito al fabbisogno interno, anche con previsione futura e di escludere dalle valutazioni le zone industriali, che dovranno essere munite di impianti per garantire loro l’autosufficienza, magari con rigassificatori. Per il resto occorrerà capire a quel punto se ha senso bucare 300 km di isola per far fronte a necessità che non vedo proprio, avendo i grossi centri residenziali in prossimità di costa. Ritengo il progetto insensato e propongo in tal senso di avviare invece un ampio progetto di riqualificazione dell’involucro edilizio delle abitazioni, portandole tutte in Classe energetica A. Questa scelta farà muovere il volano delle piccole imprese e permetterà di renderci meno dipendenti a priori, per via del fatto che abitazioni e uffici, si avvicineranno più alle logiche di casa passiva. Gradirei venisse valutato anche questo scenario, che dovrà essere trattato in concomitanza, per evitare di dimensionare opere in modalità faraonica o, peggio ancora, partendo da presupposti errati per mancanza di valutazione di tutta una nuova serie di variabili. Contiamo anche che se l’allaccio avrà costi di 600-1000€ per abitazione, non tutti accetteranno e prenderà piede il mercato parallelo dell’isolamento incentivato. Io ho forti dubbi sulla soluzione paventata, vorrei fosse quindi ampliato l’orizzonte analitico.
Caro Paolo, tu dici: bisogna amministrare la Regione come se fosse uno Stato e uno Stato sa che i problemi quotidiani si risolvono solo se si alza lo sguardo e la si smette di compiangersi i piedi.
Bene oggi è stata la Giornata mondiale dell’acqua.
Fu Istituita dalle Nazioni Unite nel 1992 per sensibilizzare l’opinione pubblica sull’importanza del risparmio idrico, durante tutta la giornata di oggi si sono tenute nel mondo tante iniziative, per sottolineare l’importanza di questa risorsa preziosa e per incentivare la sostenibilità nella gestione delle risorse idriche.
L’talia perde nei tubi , quindi a causa della rete colabrodo, il 33% dell’acqua. Il costo che ne deriva è pari al 3,7 miliardi di euro ogni anno, ( fonte Cittadinanzattiva).
Io non so quale sia la percentuale di perdita di acqua nella rete idrica in Sardegna,sicuramente non bassa, mi preme però sapere se questo verrà considerato dalla Regione un problema importante da risolvere.. anche se credo abbastanza costoso…
Risolverlo (per rifare la rete idrica) però significherebbe far lavorare imprese e relativi dipendenti, risolverlo significherebbe risparmiare costi di gestione che tanto male stanno facendo all’attuale Gestore.
Sulla gestione della nostra acqua, quella dei nostri territori, non sarebbe opportuno ragionare sull’utilità o meno di affidarla a gruppi di comuni consorziati, con relativo incasso delle bollette?
Penso che se ciò avvenisse potrà essere considerata una Utile Opera Pubblica..
Saluti
Giorgio Muggianu
Finalmente si comincia ragionare di “cose da fare”, di scelte, di cio che non si ragiona piu dai tempi di Mario Melis. Avanti tutta.
Ciao Paolo, in un primo momento sono rimasto molto sorpreso della tua nomina ad Assessore ai Lavori Pubblici.
Dopo hai iniziato a scrivere le tue prime impressioni, i primi commenti, hai ricevuto il commento del professore Tagliagambe (molto pertinente) ed oggi ho definitivamente compreso, credo, perchè sei diventato (accettandolo) Assessore ai Lavori Pubblici, al di là delle motivazioni dettate dagli equilibri politici.
Tu puoi e sai “cercare” le grandi idee per non essere travolti dal quotidiano e sono anche certo che ti dannerai l’anima per “cercare” le ROTTE CERTE eticamente corrette !
Questo, secondo me è il problema vero che da sempre ha attanagliato la Sardegna. Non abbiamo mai avuto grandi idee, non abbiamo mai avuto una “visione” complessiva, non abbiamo mai avuto un Master Plan nel suo significato più ampio, di stile anglossassone, che oltre a trattare la programmazione territoriale si snodasse attraverso azioni di programmazione settoriale (infrastrutture, trasporti, turismo, agricoalimentare ecc).
Vado oltre, forse non abbiamo mai avuto, nè cercato, interlocutori che avessero una visione internazionale con i quali confrontarsi e dai quali apprendere, molto umilmente, cosa capita nel mondo. Solo per fare un esempio,noi siamo stati capaci di fare un Piano Paesaggistico che ha detto che la Sardegna da tutelare è quella costiera, l’altra è, per legge, di serie B.
Tu hai il coraggio di uscire dagli schemi preconfezionati.
Auguri Paolo, di cuore.
Per quanto riguarda i trasporti, sentiamo parlare da decenni del problema, ma abbiamo linee ferroviarie da terzo mondo.
In trent’anni quello che hanno fatto in appennino potevamo farlo anche qui. Il problema è sempre stato per la tratta da sud a nord il passaggio a Campeda, diciamo da sotto Macomer a dopo Bonorva. Questo per le pendenze forti che male si sposano con la velocità e l’efficienza dei treni e con l’impossibilità di doppiare i binari esistenti.
Ma qualcuno ha mai fatto la Firenze-Bologna?
Si percorrono 78,5 Km di cui 73,3 km, in galleria con una percorrenza di 35 minuti. La luce si vede ben poco ma per soli 35 minuti.
Per capirci Macomer-Sassari in 35 min! Magari!!!!
Le gallerie sono una creazione dell’uomo e qualche piccolo esempio l’abbiamo anche in Sardegna ma soprattutto su gomma, ma pensiamo a cosa è stato fatto nei trasporti in questi 30 anni, NIENTE.
O meglio, qualcosa si come al solito: Elettrificare a vuoto la prima tratta da Cagliari, con doppio binario e poi, da Oristano in su ……Niente di Niente! Assalti al treno degli Apache e …..
Ma di che cosa ci lamentiamo? Possiamo continuare così? Dobbiamo si o no pretendere una mobilità sostenibile e fruibile per poter avere sviluppo, turismo, ecc.?
Ma vedete, gas, trasporti e gallerie ferroviarie, quanti lavori e quanto lavoro, ma per un fine, per una ristrutturazione dei settori trainanti di una economia ormai spenta e non a fondo perduto in opere inutili o con soldi sperperati nel foraggiare iniziative “imprenditorialindustrialbiscazziere”.
Come dice Paolo: “Ma che cosa ci fanno/facciamo ancora lì?”
Caro Paolo io sono dell’idea che il gas sia l’unica e vera fonte energetica valida, che possa rimettere in moto un po’ tutto.
Sono per il GNL (gas naturale liquefatto) da rigassificazione, anche perché si acquista a prezzi convenienti dai paesi che non hanno gasdotti ma riserve abbondanti di gas naturale che possono vendere solo su nave metaniera.
Io credo che partendo dalle basi autorizzative ottenute dal GALSI per il tratto a terra, si possano realizzare le opere che servirebbero inoltre a dare un senso ai soldi pubblici già spesi nei bacini che ad oggi non sono interconnessi.
Sono fermamente convinto che l’Hub sardo dell’energia troverebbe con tale opera compimento rivoltando di fatto il guanto e permettendo alla Sardegna di diventare un polo importante dell’approvvigionamento del gas naturale, strategicamente importante per l’Italia e per tutto il resto dei metanodotti europei , oltre che ovviamente avere ricadute a livello locale in termini di lavoro per le opere da eseguire ed gli impianti da gestire.
Questo perché, in una situazione generalizzata di consumi visti al ribasso per i prossimi anni, l’approvvigionamento di GNL costituirebbe di fatto una alternativa al forte predominio russo nelle forniture.
Teniamo conto che la domanda di GNL dal 2008 in poi, con la contrazione dei consumi ha subito un incremento del 60% con una tendenza per il futuro al rialzo.
Sono anche convinto, che agendo in prima persona per risolvere i propri problemi energetici, la Sardegna otterrebbe l’attenzione del continente ed il tubo dalla Toscana ad Olbia “arriverebbe da solo”, in quanto gli interessi a quel punto sarebbero quelli che ho appena esposto.
Come procedere? Beh, forse sulla strada lasciata dal GALSI, con una indagine preliminare sui soci dello stesso (esclusi gli algerini) per la partecipazione all’opera ed al contorno della stessa (rigasificatore/i) e con la SFIRS già socio come capofila.
Gassificatori o rigassificatori collegamento via tirreno. Ho assistito ad un’intervista (NOVA TV) del mancato assessore all’industria Chicco Gregu esperto in materia energetica, non so se posso utilizzare la stessa provocazione di Paolo per la bicicletta, non fosse altro che come il Gregu anch’io sono fonnese. Sui due punti sopra citati ha detto chiaramente che a oggi sono gli investimenti per un’energia credibile, senza mezzi termini invece per esempio l’eolico, in quanto a fine ciclo di produzione i costi per lo smaltimento superano addirittura i costi di realizzo, allora mi chiedo se questo modo di agire sia pianificare il futuro nostro e dei nostri figli. Forse sarebbe il caso di investire le competenze della nostra isola, al fine da innescare responsabilità oggi più che mai indispensabili.
Per quanto riguarda il Floris… be a me sembra che sia fuori tempo massimo, e comunque se alla veneranda età si è convertito ai temi del sovranismo ben venga il suo apporto, ma.. va dimostrato quotidianamente nella sede deputata laddove lui ristagna da molto….forse da troppo tempo.
Io sono per il gasdotto e per il trasporto passeggeri e merci su rotaia. Si parla sempre di gap energetico e logistico, sono discussioni che durano da decenni, senza arrivare ad una soluzione, sarebbe tempo di arrivare ad un risultato tangibile.
Non mi addentro su questioni come l’approvvigionamento energetico, che seppur consapevole della sua importanza, conosco solo superficialmente.
Penso invece che non ci sia niente da lasciare perdere riguardo l’incentivare l’uso delle biciclette, per tutta una serie di ovvi motivi, come i benefici sulla salute personale e sull’ambiente.
Sorrido, di compiacimento, all’idea di una nuova spinta al lavoro, al valore, al turismo, alla cultura, che dal potenziamento della nautica potrebbero derivare.
E’ un piacere leggere finalmente di grandi idee, della loro fattibilità, spiegate, senza sminuirne l’importanza, con tanta semplicità.
Oggi è proprio 21 marzo!
Buon lavoro.
Buongiono Assessore :)
… In merito alla questione GAS : … Concordo sulla scelta rispetto al Carbone! E volevo proporre una opzione: ha senso collaborare con la Corsica per il collegamento dorsale, in modo da sfruttare le opzioni economiche trans frontaliere oltre ad avere rapporti con un partner Istituzionale non itaGliano?
Per lo stoccaggio in miniera (presumo Carbosulcis) siamo sicuri che la problematica del gas Grisou la miniera di Nuraxifigus è grisoutosa) non sia un elemento che la renda incompatibile per lo stoccaggi ?
Grazie e buon lavoro