Mentre a Barcellona andava in onda l’unico copione possibile, che conferma ciò che il Partito dei Sardi dice da sempre (e cioè consenso, gradualità, negoziato, bilateralità), la Germania, per bocca del suo ex ministro delle finanze Schäuble, ha sferrato un uno-due all’Europa, e all’Italia in particolare, di proporzioni molto più eversive della crisi catalana, tanto censurata – quanto poco capita – da tantissimi politologi italiani.
Che cosa è successo? Intanto ciò che è accaduto è stato mal raccontato da molti giornali italiani, ormai incapaci di raccontare le cose complesse, scandalose ma non scandalistiche, cioè non interpretabili con la retorica dello stracciarsi le vesti.
È successo che ieri l’ex ministro delle finanze tedesco Schäuble ha fatto circolare un documento informale, ma sostenuto dalla cancelliera Merkel, che prevede:
1) di trasferire al Fondo europeo dei salvataggi, (dove siedono tutti gli stati membri con un peso pari al reddito di ciascun Paese, ma dove hanno diritto di veto solo gli stati che possiedono più del 20% delle quote, cioè la Francia e la Germania) una parte consistente della vigilanza sui bilanci degli stati membri, con poteri di ispezioni e raccomandazioni;
2) di penalizzare gli investitori in titoli di stato di un certo paese, qualora quel paese ricorra al fondo salvataggi (come hanno fatto la Grecia, la Spagna, il Portogallo ecc.). In sostanza, se uno Stato chiede aiuto, rimborserà meno del promesso agli investitori che hanno avuto fiducia nella solvibilità del suo debito.
Spiegato in italiano: la Francia e la Germania metterebbero sotto tutela i bilanci degli stati più deboli economicamente, potrebbero mandare ispezioni, comminerebbero censure, raccomanderebbero vivamente politiche economiche ecc. ecc. In buona sostanza acquisirebbero un potere di indirizzo vincolante del destino altrui.
Inoltre si crea un deterrente formidabile sulle aste dei titoli di stato dei Paesi più indebitati, perché si priva quegli Stati della certezza della solvibilità dei loro impegni finanziari e quindi della forza della loro offerta sui mercati finanziari. Se la norma passasse, quanti investitori italiani comprerebbero Bot?
Non credo di dover spiegare quanto tutto questo incida sulla sovranità degli Stati membri dell’Unione europea. Certo, i governi stanno reagendo, ma l’opinione pubblica non è informata di queste minacce che sono molto più insidiose dell’unità europea di quanto non lo siano le manifestazioni popolari catalane, perché determinano acquisizioni di potere non decise e non volute da nessuno ma incidenti su tutti.
Dico subito che questa non è l’Europa di cui io mi sento cittadino insieme a tanti altri, questa è l’Europa degli egoisti, nazionalisti e prepotenti, e il suo cuore pulsa potentemente nello Stato membro più forte, la Germania. Un’Europa egemonizzata dalla Germania è un’Europa che si sfascia e si divide. L’estetica della forza e della prevaricazione, che piace a tanto mondo finanziario e produttivo tedesco, è da più di un secolo il male dell’Europa. Questi sono i veri movimenti eversivi dell’Europa: non la Catalogna, la Scozia, i Paesi Baschi, la Corsica, la Sardegna e le tante altre nazioni senza stato.
Una cosa è certa: mai una guerra è nata dal bisogno di libertà, di sviluppo e di integrazione europea dei piccoli; tutte le guerre sono nate dalla bulimia di potere dei grandi.