Gli scafisti aerei
I dettagli sono essenziali per comprendere la cultura del potere di chi esercita il potere.
Per esempio, che cosa sta insegnando la frettolosa e fallimentare gara sulla continuità aerea della Sardegna?
Insegna che è una gara vecchia, pensata secondo un modello di continuità di circa trent’anni fa, subordinata a Ryanair (che sta applicando ai sardi tariffe da scafisti, come ha fatto con me per un volo dell’ultimo momento per Roma pagato 300 euro. Ma io ho contestualmente pensato a Solinas e la sua governante mi ha detto che egli contestualmente ha avuto un attacco sciatica), frutto della pavidità superba del presidente della Regione che, appena eletto, mandò all’aria la continuità territoriale costruita dalla Giunta Pigliaru e si subordinò feudalmente alle minacce irlandesi e ai capricci del Qatar. Il Consiglio regionale? Boh. L’opposizione? Composta, gioca da ferma, tanto vince lo stesso.
Una gara neolitica
Un indizio del ritorno al passato per incapacità di affrontare il futuro è dato dalle modalità stesse della gara.
Una gara vecchio stile nei contenuti e nelle forme, con pacchi recapitati, timbri, fotocopie, roba da Lineare B della pubblica amministrazione. Se la Regione avesse rispettato l’art. 58 del Codice degli appalti, quello che disciplina le gare telematiche, il pasticcio dell’esclusione di Volotea sarebbe stato evitato.
Dettagli che rivelano la muffa cerebrale della fuga nel passato dinanzi alle sfide del futuro.
Per la continuità marittima c’è da aspettarsi l’aggiudicazione alla compagnia di navigazione Su Fassoni che per lo meno potrebbe iscriversi nel curriculum un po’ di miglia marine percorse nello stagno di Cabras, a differenza di Ita, compagnia aerea ancora senza aerei, priva di ore di volo, ma già aggiudicataria della continuità territoriale della Sardegna, sulla fiducia e sulla nostra pelle.
Il consiglio regionale e il bar
Il Consiglio regionale che fa? Ci difende? Boh. Anzi no, trova di meglio da fare.
Una prova della pochezza dei capigruppo del Consiglio regionale della Sardegna, incapaci di occuparsi di ciò che dovrebbe occuparli tutto il giorno, per esempio trasporti e sanità (provate voi a chiamare al telefono un ufficio dell’Ats. Ieri io l’ho fatto per due ore. Silenzio. Anche lì giocano da fermi, anzi da fermissimi), sta nel loro ricercare piccole questioni dove possa apparire grande il loro valore inespresso (e incapace di occuparsi di cose grandi, per esempio trasporti e sanità, appunto).
Questa è la lettera che il Segretario generale, su disposizione dei capigruppo, ha mandato a tutti i dipendenti del Consiglio. Oggetto: accesso ai locali bar-ristorante interni.
Il Segretario deve aver percepito l’eccesso di pompa su una questione miserevole, per cui ha scritto chiaramente che non si tratta di una sua iniziativa.
Cosa hanno prescritto i signori capigruppo (o capigruppi come diceva un capogruppo di un tempo che, durante un accalorato intervento in Aula, mentre i consiglieri dei Ds facevano cigolare innocentemente le loro poltrone per innervosirlo, regalò al consiglio la perla: “Signor presidente, cado lateralmente dalle nubi”)?
Hanno previsto che al bar accedano il personale interno e i consiglieri, e sin qui direi che siamo nel banale che evidentemente in epoca sardo-leghista è stato violato con accesso di orde barbariche esterne.
Ma il bello viene dopo: i dipendenti del Consiglio debbono consumare in piedi, i tavolini sono riservati ai Consiglieri regionali.
Ora, c’è da chieder loro, ma non avete nulla da fare che occuparvi di queste stupidaggini? E se proprio dovete o volete farlo, dovete percorrere per forza la strada che porta all’odio sociale, quella dei posti riservati?
Se è lecita la domanda sul che cosa ci farebbero seduti al bar per troppo tempo i dipendenti del Consiglio, ancor più lo è per i consiglieri regionali e per gli assessori, soprattutto di questi tempi nei quali è evidente che stanno troppo seduti al bar. Si accorgono oppure no di sembrare quelli che non riuscendo a decidere su nulla, neanche quando si trovano in bagno da soli, cercano piccoli esercizi di microtirannide per provare a se stessi di esistere? Auguri! Saranno ricordati come i consiglieri portieri, i consiglieri concierge.
Refusi rosa
In questo bel clima di decadenza inconscia, spiccano poi i refusi freudiani.
Diconsi freudiani gli errori che svelano involontariamente la propria natura. Ed è accaduto alla Nuova Sardegna in Rosa, il quotidiano sardo-leghista con vocazione alla macelleria giudiziaria di piazza.
Guardate il refuso in prima pagina su La Nuova Sardegna di ieri.
Come lo vogliamo intendere? Una svista? Una distrazione? Certamente sì, ma è un dettaglio, una macchia sulla camicia rosa del già organo di informazione, quello dei sondaggi elettorali sbagliati con margine di errore +/- 50% pubblicati nel momento giusto. E la macchia rivela ciò che si mangia, infatti è tale e tanta la poca abitudine a scrivere Centrosinistra che lo si è sbagliato. Il problema è che è un nome composto e per di più polisillabo, troppo complesso per il settaggio del correttore della Nuova, impostato sul trisillabo So-li-nas.
Voi del circolo nautico di Arzachena siete viziati e vi manca la creatività che noi del Montiferru invece abbiamo.
E lo dimostro:
Per attraversare il Tirreno con Is Fassonis basta un ventilatore, un inverter, una batteria di macchina.
Non vi dico come assembleare il tutto perché è un brevetto top secret che proporrò in assessorato.
La pertica invece è utile… perché abbinata a lenza + amo e rispettivo vermicello serve per trovare il pranzo lungo il viaggio.
Caro prof., quale presidente del club nautico di Arzachena, credo che in materia di trasporti, possa dire la mia… is fassone, non sono adeguati per il trasporto marittimo , poiché vanno a ” pertica” e il mare nostrum ha la sua profondità ! Ci proponiamo noi del CNA , avendo in dotazione molti Optimist. Se non altro perché vanno a vela . E poi dal golfo di Arzachena, sede del ns club i porti di Civitavecchia, livorno e Genova sono più vicini. “Imbecchi” il sergente sancez 😄😄😄.
E se uno, il tavolo, se lo porta da casa? Vale lo stesso?