Era il 23 luglio e l’Assessora del lavoro, con adeguato stuolo di consiglieri regionali del Campo Largo, annunciava l’imminente soluzione della annosa vertenza delle centinaia di lavoratori addetti alle manutenzioni degli aerei, vero fiore all’occhiello tecnico, un tempo, di Meridiana prima, travolti poi dal fallimento di Air Italy e, da allora, in cassa integrazione con promesse reiterate di assunzione ad oggi disattese.
Poche settimane dopo, secondo annuncio: accordo fatto con Atitech, la società cui la Geasar ha affidato gli hangar delle manutenzioni: nel giro di pochi mesi, si proclamava, 40 lavoratori (che sarebbero dovuti giungere a breve a 60) sarebbero stati riassunti. Desiré comunicava ai follower il successo conseguito. Sono passati altri sei mesi e non pare che l’annunciato accordo sia divenuto realtà.
Dal canto suo, vista da Napoli, l’iniziativa Atitech aveva un altro sapore: la società annunciava di volersi dedicare alla manutenzione dei soli jet privati (sebbene Atitech sia leader nella manutenzione dei jet del trasporto di massa, come Airbus A330 e A320 e i Boeing 737 e 767), dichiarando di volersi servire del personale ex Air Italy (senza precisare in quale misura) e di volerne formare di nuovo. Non è un’affermazione banale, perché nel lungo periodo precedente la manifestazione d’interesse, poi vinta da Atitech, gli hangar olbiesi non sono rimasti improduttivi e abbandonati, essendo stati utilizzati per il solo ricovero dei jet privati (attività altamente redditizia, a costi di personale altamente limitati e, dunque, altamente suggestiva di divenire strategica e permanente). Napoli, però, per noi Sardi, non è solo un luogo geografico, è un ambiente, un sistema di relazioni incidente. Da Napoli viene il presidente delle società di gestione degli aeroporti di Olbia e di Alghero, il dott. Roberto Barbieri e di Napoli è il presidente di Atitech dott. Gianni Lettieri.
Nel frattempo è accaduto qualcosa. Atitech sta rischiando di perdere la sua base storica di Napoli.
Infatti, l’amministratore delegato di Invitalia, Bernardo Mattarella (nipote del presidente della Repubblica, Sergio Mattarella) ha pubblicato il bando per la manifestazione di interesse per l’acquisizione degli hangar di Capodichino (è l’aeroporto del capoluogo campano), cioè dei capannoni dove Atitech ha casa e dove ha fatto la sua fortuna, fin dai tempi delle manutenzioni agli aeromobili di Alitalia e poi, più di recente agli aerei di Ita.
Le ragioni per le quali Invitalia ha dato l’avviso di sfratto ad Atitech non sono note, ma generalmente un proprietario non allontana mai un inquilino puntuale nel pagare gli affitti. Fatto è che Olbia sta accogliendo ciò che Invitalia ha allontanato da sé, o per lo meno ha messo nelle condizioni di dover competere con altri per stare in quella che è stata a lungo casa sua. Qualche domanda occorre pur porsela.
Che Atitech abbia avuto qualche difficoltà non è certo un mistero. Un anno prima di sbarcare in Sardegna, nel 2023, Atitech aveva dichiarato altri obiettivi: voleva creare un grande polo nazionale di lavorazioni (manutenzioni) a Fiumicino. Tre mesi dopo questo luminoso annuncio, aveva chiesto, però, la cassa integrazione per due anni per 400 dei 700 lavoratori impiegati. I sindacati non l’avevano presa troppo bene. «Atitech – così scrivevano nei giorni in cui organizzavano il presidio di protesta a piazza Santi Apostoli a Roma– è un altro esempio di utilizzo degli ammortizzatori sociali come un bancomat per ristrutturare le aziende, a danno della categoria e dei contribuenti». «Il management di Atitech – dichiaravano i rappresentanti dei lavoratori che appena assunti erano già finiti in Cigs – insegna ancora una volta come comprare un’azienda sostenendosi con i soldi pubblici e come sostenere il costo di stipendi con il contributo del sostegno al reddito». Qui si può leggere un volantino dei lavoratori Atitech che dà la misura delle questioni in campo.
Mettiamo insieme la storia e il presente: una grande società di manutenzioni di aeromobili da trasporto, Atitech, con un curriculum non luminoso nel trattamento del personale delle società acquisite, dice di volersi dedicare alla manutenzione dei jet privati a Olbia, cioè a quel settore grazie al quale l’Aeroporto di Olbia ha fatto dei bei ricavi non con le manutenzioni, ma con il semplice ricovero degli aerei, che non richiede un grande apporto di personale.
Sono passati dai mesi dall’accordo siglato dinanzi all’Assessora e le manutenzioni non sono partite (oggi, sulla Nuova Sardegna, l’ad di Atitech annuncia l’avvio delle manutenzioni, o meglio, annuncia l’ingresso in hangar di un aereo e c’è da chiedersi cosa ci sia dietro a una pagina di giornale dedicata all’ingresso di una solo aereo in hangar; parla inoltre di 34 assunzioni già avvenute e di 300 a regime, ma è difficile capire realmente quanti sono gli assunti e per quanto tempo).
Nel frattempo, la stessa società Atitech viene messa in difficoltà da un’altra società di Stato, Invitalia, che mette a gara gli hangar nei quali la società ha sempre svolto la sua attività. Che cosa è più lecito attendersi da questo sistema che abbiamo sommariamente descritto, lo svolgimento di attività che richiedono personale qualificato per essere svolte o attività ad alto rendimento e basso costo come il proseguimento della politica del ricovero a pagamento degli aerei, con pochi addetti e non necessariamente altamente qualificati?
Ognuno si dia la risposta che crede, ma a me dispiace che noi Sardi possiamo passare per fessi.
Caro Professore, spero proprio che domani, nel tuo consueto editoriale, possa commentare l’articolo di Sardipost dal titolo “Caso Todde, conflitto di attribuzione tra Stato e Regione: in Consiglio la mozione proposta dalla maggioranza”. Se fosse vero quanto riportalo, è veramente il livello più basso che il Consiglio Regionale, con a capo Comandini, abbia mai toccato…
Se analizziamo bene , tutti gli investimenti pubblici ,in Sardegna hanno originato solo disoccupazione,cattedrali nel deserto ,depauperamento del terreno e inquinamento ambientale difficilmente ricuperabile .Mi sembra che questa nuova avventura , di cui diligentemente ,lei prof.,ci parla, ,mi pare già avviata ad un analogo destino .la professionalità e competenza stellata,non pare più incisiva e capace delle precedenti esperienze .Purtroppo i moderni masnadieri non sono diversi dai pirati di vecchia memoria : mordi e fuggi lasciando cocci e distruzione . La modestia della politica attuale , non è certamente migliore o diversa da quella passata ; la maledizione continua ,!!!!!!!
“L’assessora” campa e ci sguazza solo perché l’opposizione dorme
A me sinceramente era sembrato uno di quegli annunci di lana caprina solo ed esclusivamente per far vedere che si sta facendo qualcosa e poi… Il problema maggiore è che dei soldi pubblici nessuno si preoccupa seriamente se creano effettivamente ricadute economiche nei territori, l’importante da parte dei politici di turno assegnarli, far vedere che son presenti. Ne abbiamo avuto nei vari anni tragici esempi, da Ottana a Porto Torres, passando per Portovesme e altri. Se avessimo avuto la metà di quei finanziamenti pubblici erogati a pioggia la Sardegna non avrebbe avuto i problemi cronici che ancora abbiamo. Il tutto parte dall’impunità di una classe dirigente poco attenta o distratta (?????) mha…. lascio ad altri capire
Buongiorno Prof niente di nuovo è la solita storia vengono in Sardegna accolti con il tappeto rosso prendono i soldi e vanno via vedasi Portovesme
Come al solito, annuncia, canta vittoria, urla ma è tutta fuffa pentagrilloide.
La preferivo all’opposizione.
Mah, non saprei dare una risposta così su due piedi e con sicuri e validi fondamenti.
Fossi stato l’assessore e per fortuna non lo sono (a me le responsabilità fanno impazzire, il destino lavorativo di tutte quelle persone, no non ci voglio pensare) ecco, primo avrei raccolto informazioni sulla qualità del Management della società designata
Secondo , informazioni molto dettagliate sullo storico della sua attività nel senso di autentico esercizio di manutenzione di aerei di linea e, soprattutto, con quali risultati di stretta pertinenza.
Terzo e dulcis in fundo , prima ancora di promettere cassa Regionale avrei fatto passare ai raggi X il loro progetto industriale per Olbia; perché è sulla solidità e fattibilità di questo che avrei puntato le opzioni. Il resto come le assunzioni sono conseguenza dei tre punti citati.
P.S. oh ultimamente Napoli è venuta alla ribalta spesso. Si i viaggi organizzati da quella tamarra del web.