E dunque, dopo Report, la magistratura di Cagliari avrebbe aperto un fascicolo per epidemia colposa.
I giornalisti sardi? Non fanno più domande. Basta che arrivi – richiesto – un libero giornalista esterno e ciò che tutti sanno, ma pochi dicono e pochissimi chiedono, diviene notizia. Che pena, però, il successivo spettacolino sussultante dell’indignazione a comando; sarebbe stato più serio fare un profondo mea culpa per la quotidiana grigia censura con la quale viene raccontata la realtà in Sardegna.
Ma il mea culpa è una funzione superiore dello spirito, richiede che si sia consapevoli della storia e della mente, non solo della cistifellea e del colon.
Ma torniamo alla domanda iniziale: non sapeva niente nessuno?
Ma davvero si aveva bisogno di Report per aprire un’inchiesta?
Davvero si aprirà una seria inchiesta giudiziaria sulle pressioni politiche e imprenditoriali sulla Giunta o si farà come con l’inchiesta per i fondi dei Gruppi, cioè subito una severissima indagine sui deboli e dopo cinque anni (almeno) quella sui forti?
Sono domande troppo dolorose, lasciamole stare.
Rinviamo, per chi volesse capire il reale clima estivo della Sardegna, al resoconto della seduta dell’11 agosto in Consiglio regionale. Difficile trovare pronunciamenti contro la riapertura. Ma lasciamo stare, la verità è difficile da guardare in faccia, meglio l’ipocrisia del fingersi gli uni avversari degli altri.
Torniamo all’automatismo “Report” – Inchiesta giudiziaria”.
Pavlov fu lo scienziato russo che scoprì il riflesso condizionato negli animali, cioè quelle risposte non consapevoli a determinati stimoli.
Ecco: a un’inchiesta giornalistica di rango nazionale, si risponde con un’inchiesta giudiziaria locale.
Viceversa, a notizie di reato correnti, reperibili nei siti di tutta l’isola, a filmati di lapalissiana evidenza, evidenti nel dibattito politico, evidenti nei disagi dei reparti ospedalieri, nelle denunce sindacali (non solo sulla sanità), si risponde con sufficiente distacco.
Ne consegue una regola assurda: se si vuole giustizia, si scriva a Report o si crei una fama, una nomea, un bel putiferio di pettegolezzi e dicerie, e si avrà la certezza di una grande inchiesta giudiziaria, perché la giustizia non è più un dovere e tantomeno un delicato esercizio di cultura, no, è spesso una forma avanzata di spettacolo narcisistico.
Emblematico in questo senso l’ostentato stupore che da ieri serpeggia sull’operato del Comitato Tecnico Scientifico Sardo.
Ma come, nessuno sapeva niente?
Non è vero, tutti sapevano e tanti hanno taciuto, in primis i giornali sardi ma non di meno le altre istituzioni dello Stato.
Possibile che i Carabinieri e la Guardia di Finanza che sanno anche i valori di glicemia del sangue di migliaia di sardi, non sapessero nulla dell’operato del comitato Tecnico Scientifico? Non potevano non sapere, questo è certo, non foss’altro perché, per quel che vale, questo sito e quello di Vito Biolchini, che non sono tra i meno frequentati dalle forze dell’ordine in ragione delle attenzioni affettuose a me rivolte da anni, ne hanno parlato diffusamente.
Lo si vuol sentir ripetere adesso dopo l’impennata morale ricevuta da Report? E lo ripetiamo, che ci vuole!
Grazie a un accesso agli atti fatto dall’on. Francesco Agus, oves et boves dell’orbe terracqueo sanno, da maggio 2020, quindi prima di agosto, che il Comitato Tecnico Scientifico, a detta del Direttore generale della Presidenza della Regione, rilascia pareri in forma orale: «la deliberazione della Giunta regionale n. 17/4 del 1 aprile 2020, con la quale è stato costituito il Comitato Tecnico Scientifico, istituito per fronteggiare
la diffusione del COVID-19 in Sardegna, prevede che “in ragione delle restrizioni esistenti alla circolazione delle persone sul territorio nazionale … il Comitato si riunisce … in via ordinaria mediante gli strumenti informatici della videoconferenza o della chiamata multipla (e gratuitamente). I suoi lavori, considerata l’urgenza e lo stato di emergenza, sono improntati alla massima semplificazione delle procedure ed alla
maggiore speditezza possibile”. In tale contesto, si rappresenta che il parere del Comitato, posto a fondamento della decisione assunta mediante l’Ordinanza in parola, è stato reso in forma orale…»
Cosa vogliono trovare oggi i giornalisti e i giudici nei lavori orali del Comitato Scientifico? Non potranno trovare un fico secco, perché si tratta di pareri formulati all’orecchio del presidente; si tratta di quell’arte del sussurro, del bisbiglio, del verbo grembiulato che non ha consistenza accertabile, solo leggiadra vaghezza.
Successivamente, il Comitato scientifico deve avere sentito il bisogno di dire qualcosa di più e di metterlo per iscritto. Poiché a smentire l’oralità con la riscoperta scrittura non poteva essere lo stesso DG della Presidenza, questi due atti scritti li trasmette, sempre all’on. Agus, la segretaria particolare del Presidente. Di che cosa si tratta? Leggeteli. Si chiamano pareri a ratifica: il Comitato dà il via libera al Presidente sulle ordinanze, senza nessun elemento tecnico esplicitato. Tuttavia, udite udite, si raccomanda a giugno di non fare sagre e fiere. Cosa poi abbia portato a non assimilare la discoteca a una sagra solo Dio lo sa.
Bene, tutto questo è pubblico da mesi ma non c’è un giornale che ne parli perché si teme che la notizia metta a rischio il torrentino di finanziamenti regionali a giornali e Tv o perché, comunque, ciò che riguarda i topi di città deve essere sedato, attenuato, blandito. Poi arriva Report, fa due domandine due, e tutti a dire: “Oh bella. Oh che strano. Ho comprato un vasetto di bronzo, o che ……!”.
Ma la cosa più dolorosa è il moralismo di chi per mesi tollera che non vi sia traccia scritta dell’operato del Comitato Scientifico (mai vista una scienza che non dia conto verificabile del suo agire) che fornisce l’interpretazione tecnica della situazione epidemiologica sarda a chi deve prendere decisioni politiche, e poi pretende di trovarne traccia unicamente perché una trasmissione televisiva si straccia le vesti.
O si ama la verità a luce spenta o sotto i riflettori e alla sua presenza ci si squaglia.
Il segreto di pulcinella, le discoteche aperte per favorire l’imprenditore di turno e la salute della popolazione in secondo piano.
Serviva proprio una trasmissione televisiva del “continente” per dare risalto a certi argomenti…
Solo i pareri del comitato scientifico passati alla giunta per …tradizione orale… ci mancavano.
Ora però mi pongo una domanda, se questo fantomatico parere tecnico scientifico era ignoto all’assemblea nella sua formulazione scritta su che hanno votato Zedda, è il PD che ora si agitano.
Ma si può votare a favore di una cosa che nella sua forma ;per non parlare della sostanza, nulla si conosceva.
Ma è possibile che questa gente si proponga come opposizione!
Il compianto Marco Pannella la chiamava opposizione di regime, …e di questo si tratta.
alfio il comitato lo trovi nel link dei due atti scritti inviati ad agus.
la lettera della presidenza è penosa: il parere tecnico è richiesto dal presidente quando gli pare e piace, non è scritto così è facoltativo attenervisi (tipo ho chiesto un consiglio a un amico), quando ve ne è vaga traccia scritta è per dire che tutto sommato va bene quel che fa il presidente.
sul conflitto di interesse fra componenti del comitato che hanno parte in strutture ammanicate con la regione paolo scrisse mesi fa, se non sbaglio
quel che sconcerta non è solo questo, ma anche la vergognosa impalpabilità dell’ opposizione politica e la intollerabile assenza dei cosiddetti mezzi di informazione isolani
che pena…
RESISTERE
Pazzesco!
Robba da pazzi! (a manicómios serrados… O própiu abbertos?)
Cosa de macos (custu est prus a malu a cumprèndhere, ca est in sa limba de su “vuoto a pèrdere” e frundhire a s’arga (chentza nudha de “riciclare”, solu a fàghere àteru incuinamentu). Mi dispiaghet chi no l’isco in “inglese” o in sa LIS, ca intanti chini no bollit cumprendi no ndi cumprendi una cibudha, gioghendi o a macus o a tontus, no po àteru ma ca no dhui at prus tontu programmau de chini no bollit cumprèndiri. De su restu, si custa Sardigna est de fai a desertu e is Sardus seus de ispèrdiri… “andrà tutto bene”!)
Epuru creimus de tènnere “guvernu”!!! (abbaidendhe cun sa conca “fra le nuvole” o a carchi torracontighedhu de segamigasu ca no nos ischimus mancu segare unu bículu de casu e amus imparadu ebbia a lu pedire (“per favore”, zente “educata”).
Ma s’ispantu prus mannu est chi sos Sardos ‘bonos’ puru semus ancora… solu ispantados, trassidos. Ma s’istória, no cussa de su tempus de sos gigantes de Monti ’e Pramma, no, ma cussa de su tempus nostru, a la connoschimus? No ndhe ischimus nudha? No bi amus cumpresu nudha? No nondhe importat nudha? Semus criaduredhas zoghendhe a babbos e mamas, a dutores e malàidos, a mastros e alunnos? Semus ammammlucados che pisedhina de iscola materna e solu ca s’impreu e “triballu” sou est su zogu? Semus totugantos agabbados in su muntonarzu e iscallatóriu de sa ‘política’ italiana de Istadu, de partidos (ojamomia partidos!!!), sindhacados e chi più ne ha più ne metta, tantu, si est a iscallai… sa ‘civiltade’ de una ‘economia’ assurda de gherra a “di tutto e di più”, sempre di più, arguai a si limitare, est iscallendi su Pianeta e… andrà tutto bene?!
Ma semus abberu pessendhe, faghindhe carchi irfortzu pro cambiare caminu? Ca fintzas a intèndhere e fàghere críticas agabbat coment’e cosa de e in s’iscallatóriu!
Su de fàghere est a cambiare su fàghere nostru, ca lu tiant cumprèndhere fintzas macos e tontos.
Sardegna e libertà è un faro per chi cerca di capire e interpretare i fatti della società in cui viviamo.
Con i quotidiani ridotti a replicare i volantini commerciali, privi come sono di alcun valido contributo alla Verità nei fatti di cronaca, di cultura e scienza, trovo conforto nella voce dissonante di questo e pochi altri blog.
Grazie, per tanta dedizione e per cullare il sogno di una Sardegna migliore.
Chi farebbe parte di questo fantomatico comitato?