Quando nelle lezioni universitarie si vuole fare un esempio dell’onnipotenza semantica della lingua, spesso si usa la frase: «L’asino vola». È corretta sotto ogni profilo, ma dice il falso. La lingua può significare tutto, l’esistente e il fantastico, il pieno e il vuoto, può inventare parole e oggetti inesistenti (chi non ricorda la “supercazzola” di Tognazzi?).
Noi, però, vogliamo attenerci a un uso della lingua più aderente alla realtà: gli asini non volano. Questo è vero, si può sperimentare, vedere, toccare e constatare.
Non che l’arte non ci piaccia. Ieri, Vito Biolchini ci ha ricordato versi memorabili di una canzonetta sanremese:
È passato un giorno intero
E non hai mentito ancora
Che cos’è questo mistero
Mi smarrisce, m’addolora
D’ogni strana tua invenzione
Ho bisogno un po’ crudele
La vita è un paradiso di bugie
Quelle tue, quelle mie
Un capolavoro di realismo sardo. «È passato un giorno intero /e non hai mentito ancora». Questa è opposizione sublime! Questo è giornalismo d’inchiesta. Bando al senso figurato. Basta con le metafore: pane al pane e vino al vino.
Invece i giornaloni sardi, anche oggi, non riescono a dirci che è colpa della Giunta, e personalmente del presidente della Giunta, se la Sardegna sta precipitando nei trasporti fino a divenire schiava del cosiddetto libero mercato (che vuol dire periodi brevi di prezzi accessibili, consolidamento degli oligopoli, evoluzione in monopoli, e infine prezzi ricattatori). Nessuno dice che sono stati buttati a mare trent’anni di lavoro. Nessuno rinfaccia a questa Giunta l’assoluta incapacità di rappresentare dignitosamente i diritti della Sardegna. Oggi solo Boeddu della Cgil riesce a dire che la Giunta ha dimostrato un’incompetenza intollerabile (per non parlare del tubo del gas, dell’agricoltura ferma, della Protezione civile per aria, della Sanità in condizioni disastrose). Nessuno chiede le dimissioni di nessuno, solo il piccolo Boeddu. Nessuno incardina nelle istituzioni una crisi che sta diventando fame nera nei paesi e che non si vede nella capitale sarda, perché la capitale sarda vive di altri affari (e anche oggi la rogna della capitale è ben nascosta nelle pagine interne).
Io non posso promuovere una mobilitazione popolare perché sono un perseguitato dalla magistratura italiana e se convoco una riunione dicono che sto inquinando le prove e mi arrestano, ma i partitoni grattapalle dove sono? Pensano di fare l’opposizione con un’intervistina ogni tanto, una comparsata in programmi televisi di televisioni tenute insieme con i cerotti e quattro riunioncine di amici? O peggio, pensano di far politica facendo i lobbisti della Giunta sarda col Governo Conte, un giorno per il tubo inutile, un giorno per il pasticcio, gravissimo, della continuità territoriale, un altro giorno ancora per la quattro corsie di Alghero?
È troppo triste tutto questo, grave, indecente.
Per cui torno alla mia filologia.
Voglio fare filologia realistica: gli asini non volano; gli asini ragliano; gli asini ripetono ma non capiscono; gli asini sono servili e cocciuti; gli asini sono asini. Quando potrò, convocherò un piccolo convegno per gente che vuole dire la verità, senza metafore e con coraggio e che non abbia inutili pruriti che inducano a perder tempo in scabrosi sollazzi.
Cinzia, io ci sarò sempre, nelle forme possibili, ma non sarò mai un disertore.
” Navigare necesse est, vivere non est necesse!”
mi ritrovo totalmente nel suo scritto.
“l’asino vola”.
È un gioco che si faceva da ragazzi. Uno diceva “l’asino vola” indicando con il dito il cielo e se qualcuno si voltava veniva canzonato, era uno stupido, un credulone.
L’asino non vola, lo sanno tutti. Il cavallo sì, vola. Questa della continuità aerea sta diventando un fatto grave. Mi ricorda il circo Zanfretta che negli anni ’50 occupava tutte le piazze dei paesi del nuorese in occasione delle feste del patrono di turno. Piccolo circo, fatto di operatori volenterosi, non con grandi numeri, niente bestie feroci, niente pericolose manifestazioni da grandi altezze ma operai onesti dello spettacolo. A noi bambini sembravano degli eroi. Salti cosiddetti mortali dalle pedane, ridicole farse comiche che terminavano sempre con il rumore falso delle puzzette. Cosa c’entra la continuità aerea direte voi? C’entra , c’entra. Perché il nuovo circo Zanfretta messo su da Solinas e dai suoi assessori è spettacolare. Dopo mesi e mesi la loro proposta di continuità aerea non “decolla”, ed al popolo indicano con il dito che l’asino vola! no! l’asino non vola!, allora la colpa è dei funzionari della commissione europea che non li ascolta , non li riceve, si trova cosi lontana che siamo costretti a fare video-conferenza. Questo è il circo di un imprenditore dello spettacolo circense-politico che ad 80 anni passati vuole essere ancora l’animatore di questo indegno spettacolo. Ad un popolo che durante le elezioni si è prestato a credere: l’asino vola! Tutti ad alzare gli occhi al cielo. Creduloni e bamboccioni. La verità è che gli asini non volano. Non voleranno i sardi che resteranno prigionieri in questo scoglio in mezzo al mare. Viva il circo Zanfretta Regionale. Uno spettacolo da vedere! In ogni caso portatevi le mascherine profumate per le puzzette. Nel palazzo l’impianto di ricircolo dell’aria è guasto. NAVIGARE NECESSE EST, VIVERE NON EST NECESSE.
P. S. non è detto che il cantiere dell’Alternativa debba, se prende forza, confluire nel PdS…. L’alternativa può portare anche a cambiare casa.
Se tu torni alla tua filologia, non è detto che la base non possa, attraverso i social formare un gruppo, un laboratorio, un cantiere dell’Alternativa e condividere il tuo Pensiero. Ma solo sapendo che tu ci sei, ci sarai, che potrai incontrarci quando saremo pronti. Altrimenti il PdS è finito. Almeno per me.
mai cosi in basso…da Pigliaru/Maninchedda a Solinas /Todde..il rinculo dell asino appunto..siamo maramaldi…