Ieri il Corriere della Sera ha pubblicato questa bellissima lettera di Renato Pozzetto a Enzo Iannacci.
Piaccia o non piaccia sentirselo dire, viviamo di affetti. Tutto il resto si sgretola, si sfarina, perde importanza, manifesta la sua vacuità.
Vorrei anch’io che un amico mi possa ricordare con questa profondità, ironica e leggiadra.
Mi piacerebbe saper dar voce ai miei sentimenti con questo pudore scanzonato.
Non so quanto darei per riuscire a parlare di Dio con questa rassicurante bonomia, io che ne ho dall’infanzia una percezione di terribile potenza per cui ancora mi inginocchio entrando e uscendo da una chiesa.
Il caso, poi, ha voluto che mi imbattessi nell’intervista a Elena Di Cioccio, l’inviata delle Iene, che ha scritto recentemente Cattivo sangue, un libro nel quale comunica al mondo di essere sieropositiva.
Capita di leggere un testo e di amarne a distanza l’autore.
Così mi è capitato ieri. Quando ero consigliere regionale, una carissima e buona persona del mio paese mi chiese di aiutarla a trovare lavoro (su questa mia attività, un noto magistrato può scegliere se indagarmi o mettermi la faccia in culo) perché tutti, ma proprio tutti, gli avevano girato le spalle perché divenuto sieropositivo. Non ci riuscii e ancora oggi, benché bussi, chieda, ricordi, non ci riesco.
Tutto questo è avvenuto mentre scrivo il libro sull’amore e la libertà, il cui primo capitolo è per lei, Eloisa, la donna che amò senza vergogna, con consapevolezza, stando dritta di fronte a Dio e insegnando all’Europa che non c’è coincidenza tra felicità personale, piacere e ordine sociale.
È in questo contesto che ha fatto irruzione l’intervista al segretario Pd su Sardiniapost, nella quale Piero Comandini fa un’apertura senza riserve al partito dei Riformatori.
Qualche ora dopo, i Riformatori hanno votato la fiducia alla Giunta Solinas.
Non si fanno aperture senza aver prima sondato bene e a fondo l’interlocutore. Una smentita pratica così brutale, da porta in faccia, è stata accompagnata dall’impudenza di Solinas in Aula, il quale ha detto che questa è stata la peggiore opposizione della storia autonomistica.
‘Peggiore’ per chi?
Non certo per lui.
Un segretario del partito più grande dell’opposizione, se vuole allargare la maggioranza al Centro, apre una discussione seria al suo interno e con i suoi alleati, valuta la storia recente e passata, coglie quali punti politici devono essere preliminarmente chiariti e dopo, e solo dopo, sonda le reali intenzioni del potenziale alleato.
I Riformatori hanno inghiottito Piero Comandini nel pozzo senza fondo della loro ipocrisia.
Sono il partito dei tormentoni inconcludenti (costituente, referendum, province, stipendi, consigli di amministrazione ecc. ecc.) che durano giusto il tempo di mantenere in vita per le elezioni un gruppo consiliare che appena viene saziato con potere e incarichi si dimentica dei suoi slogan.
L’insularità è l’ultimo tormentone inutile.
I Riformatori sono il Partito che per tre anni ha ringraziato l’Anas di aver trasformato la SS 131 nord in una trincea di guerra, di aver riaperto i lavori a Villagreca senza l’adeguata certezza di concluderli in tempi ragionevoli, di aver trasformato la Sassari-Olbia da un gioiello ripartito, in un cantiere stanco e singhiozzante.
Nonostante tutto questo, non affermo che sia sbagliato allargare al Centro; dico che bisogna saperlo fare, con un programma esigente, con giudizi chiari, con alternative definite, diversamente si sposta un pezzo consistente del governo Solinas dall’altra parte, non per cambiarlo, ma per gestirlo.
Ecco, questo è ciò che temo: la politica spiccia e grossolana, la politica degli emendamenti concordati e delle imprese amiche prezzolate, che non vuole cambiare nulla se non l’interprete del potere.
Il Pd deve stare attento a non tirare la corda: il pazzo che si candida a fare il terzo polo nasce sempre dalla sua arroganza, nasce sempre dal desiderio di non subordinarsi e di difendere giustizia e verità.
Se si vuole vincere le elezioni per vincerle, si sarà utili a gruppetti vicini, se si considerano le priorità della comunità, allora si potrebbe anche perdere, ma contare veramente.
Il grande dramma dei nostri giorni nasce dall’incapacita a guardare oltre i gruppetti al potere. C’ è molto di più oltre e meglio, soprattutto.
colonna sonora delle mie riflessioni post adolescenziali, “Quelli che”, di Jannacci e Beppe Viola, è un pezzo che farei ascoltare durante l’ora di italiano nelle scuole superiori, per poi magari proporre un tema (si fanno ancora i temi in classe?) sull’argomento “quelli che….”
ancora oggi mi chiedo a quale categoria di “quelli che” appartengo
quelli che si divertono anche quando non ridono?
quelli che sono onesti fino a un certo punto?
quelli che quando perde l’Inter tornano a casa e picchiano i bambini?
di sicuro è una canzone che è sempre paradossalmente attuale (quelli che mussolini è dentro di noi, o yeee)
ed è anche tragicomicamente declinabile nell’attualità:
quelli che per la laurea honoris causa scrivono una commossa lettera di ringraziamento al rettore dell’università allegando il curriculum vitae e l’avvincente relazione sul decorso della pandemia e il programma della lectio magistralis, ma non gliel’hanno mai data (la laurea honoris causa), o yeeee!
genio di un Jannacci!
Be’, avrebbe dovuto vedere l’intervista di Muroni al segretario Pd Comandini, su Telesardegna. Roba da non credersi. Peccato non abbiano avuto finora il coraggio di metterla online. E chissà perchè…
Solinas indagato per corruzione e riciclaggio, che fa la morale al Consiglio. E i consiglieri, invece che alzarsi e abbandonare l’aula lo ascoltano. Mi sembra che quanto accaduto ieri restituisca la perfetta immagine del decadimento.