Iniziamo da una notizia ovviamente non valorizzata da gran parte della grande stampa italiana (non parliamo di quella sarda, sebbene La Nuova del lunedì, quella fatta dall’opposizione al direttore, anche oggi si conferma un giornale più libero del suo omologo quotidiano): la denuncia per diffamazione in sede civile di un Pm contro un giornalista del Guardian che aveva denunciato un clamoroso errore giudiziario ai danni di un eritreo, accusato di traffico di esseri umani, è stata preliminarmente valutata dagli uffici del Consiglio d’Europa un atto di persecuzione e intimidazione (Harassment and intimidation of journalists) nei confronti del giornalista. Qui la notizia in inglese.
Intimidazione La notizia è di grande rilievo, perché molti procuratori, non tutti, appena un giornalista osa criticare il loro operato, usano la denuncia per diffamazione esattamente nel senso individuato dal Consiglio d’Europa. È successo anche in Sardegna e spero che a breve se ne possa parlare anche più diffusamente.
Ma questa notizia dovrebbe anche dare coraggio agli avvocati indipendenti, quelli che svolgono il processo nel processo e non cercano la relazione e l’ammiccamento con le Procure, affinché ogni volta che si trovano di fronte a errori giudiziari, dolosi e colposi, si rivolgano al Csm e, per la polizia giudiziaria, al Procuratore generale, per far finire gli arbitri, le prove costruite a tavolino, le narrazioni di accusa costruite sui teoremi e i pregiudizi.
Odio Il Fatto quotidiano ha pubblicato l’estratto del conto corrente bancario personale di Matteo Renzi, finito negli atti dell’inchiesta sulla Fondazione Open.
Questa non è informazione, si chiama odio ed è paradossale che i parlamentari Pd, molti dei quali debbono stipendio e prestigio al fatto di essere stati prediletti da Renzi, oggi non avvertano il dovere non di difendere lui, ma di difendere il Parlamento da questo scempio.
La vigliaccheria delle istituzioni è una licentia necandi.
Ciò che la magistartura Toscana sta facendo sui Renzi è una porcata di Stato legittimata dall’indifferenza dei rivali politici.
In sedicesimo, molto in sedicesimo, io ho visto che cosa succede ai potenti quando qualcuno loro vicino e amico viene sfiorato ingiustamente dalle inchieste giudiziarie.
L’indagato o il sospettato diventa un lebbroso e i potenti dei velocisti con telefono muto.
E non c’è niente di più doloroso di un amico che si rivela per essere un vigliacco e ti abbandona proprio quando dovrebbe e potrebbe difenderti.
Poi, quando le acque si calmano, tutti tornano, ma le ingiustizie non si combattono facendo passare il tempo, troppo facile, troppo comodo, troppo vigliacco.
Finzione Il Gip di Milano Fabrizio Filice ha archiviato la denuncia per diffamazione presentata (ma guarda un po’!) dal Pm contro ben sedici giornalisti, tra cui Luca Telese, Maurizio Belpietro, Paolo Liguori, Giovanni Minoli, Nicola Porro, Alessandro Barbano, Peter Gomez, Alessandro Sallusti, per avere tutti questi detto che il filmino col furgone bianco di Massimo Bossetti, che continuava a girare intorno alla palestra di Yara Gambirasio il giorno della scomparsa della 13enne, «è un falso. Un filmino tarocco», una «patacca».
Era accaduto che, durante il processo, il comandante del Ris di Parma aveva ammesso che il video dato in pasto alla stampa nel corso delle indagini era stato «concordato con la Procura a fronte di pressanti e numerose richieste di chiarimenti» e realizzato «per esigenze di comunicazione. È stato dato alla stampa». Qui l’articolo de Il Dubbio che ricostruisce l’intera vicenda. Intanto, però, quesl filmino ha convinto tutti noi della colpevolezza dell’imputato. Altro che presunzione di innocenza!
Non è la prima volta che in un processo si certifica che le prove sono state costruite ad arte.
Ma la questione è più seria della nostra indignazione e riguarda il potere della Polizia Giudiziaria di costruire, come un romanziere, il racconto delle proprie convinzioni (perché la Pg ha le proprie convinzioni, i propri pregiudizi, i propri rapporti privilegiati con la stampa, basti ricordare il direttore a zanne insanguinate che annunciò per sette gironi sul ‘suo’ giornale l’arrivo dell’avviso di garnzia farlocco con cui venni colpito nel 2015) coprendo con artifizi i salti logici, sorvolando con linguaggio generico e allusivo sulle debolezze delle ricostruzioni. per esempio, è successo in Sardegna che un giudice scrivesse in sentenza, senza che questo abbia avuto alcuna conseguenza, che un Pm avesse agli atti la dimostrazione che la persona da lui indagata e portata a processo non aveva alcuna delle responsabilità a lei ascritte. Ma il documento, scovato tra le carte del Pm dalla Difesa, contrastava col romanzo della Polizia giudiziaria e probabilmente il Pm non lo aveva neanche visto, perché ignorato dai rapporti di Pg. Questo accade nei tribunali delle verità: il tripudio delle finzioni di Stato.
Ma davvero si vuole spacciare i conati di scansi & c per inchiesta giornalistica? Condivido in toto la risposta del prof. a Valeria.
No valeria, non ci sto. Qualunque sia l’accusa a Renzi, che io trovo palesemente infondata (anzi, dovremmo parlare di ‘accuse’, tutte successive alla sua caduta da Palazzo Chigi, e lo dico io che non l’ho mai votato), i conti correnti personali non devono essere pubblicati. Mi spiace vedere come la campagna d’odio verso quest’uomo e la sua famiglia si sia così radicata. Mi ricorda altre campagne d’odio finite tragicamente.
Però abbiamo fatto le pulci a Solinas sui ruderi di capoterra e le caparre non possiamo non farle a Renzi che nel 2018 dichiarava a Matrix di avere 15.000 euro sul conto (perché altrimenti qualcosa non torna ..parole sue) salvo poi acquistare una mega villa da 1,3 milioni in una zona prestigiosa di Firenze un vero affare. Il conto è agli atti non credo che il fatto abbia commesso un reato https://www.google.it/amp/s/amp.ilgiornale.it/news/politica/ho-15mila-euro-sul-conto-renzi-si-fa-mega-villa-1546901.html
Gentile mara, vedo che ha una idea chiara delle primarie che hanno portato renzi alla segreteria del PD. Forse sarebbe più opportuno parlare della mancata fusione… a freddo fra due grandi partiti di massa che hanno dato vita al centro sinistra e non alla sinistra. Teoricamente agli antipodi , di fedi diverse, che non hanno saputo coniugare, pur nella diversità, ciò che entrambi avevano di positivo. Invece quella somma di sigle ha mostrato tutte le debolezze della loro diversità, soprattutto della sponda sinistra, non accettando che la Ditta fosse gestita da un figlio spurio come Renzi, pur eletto da un consenso democratico. Evidentemente chi proviene da quelle mura non ha ancora attraversato tutto il deserto . Scarponi e pedalare!
Sull’invito rivolto agli “avvocati indipendenti”.
Bisogna dire che se la giustizia si trova in questo stato è anche a causa della codardia di molti professionisti, che non denunciano ad alta voce i problemi di cui si lamentano ogni giorno! Giusto per dare un’idea, in occasione della recente raccolta firme per il referendum sulla giustizia ho assistito a scene a dir poco imbarazzanti: diversi avvocati, pur affermando espressamente di condividere l’iniziativa, si sono rifiutati di firmare i quesiti, per dichiarato timore di non meglio precisate ritorsioni da parte di magistrati!
Sì. Orrore. Renzi, però, come senatore dovrà rispondere di quel che fa o no? Se non vi è responsabilità penale, ai suoi elettori?
È molto difficile provare pietà per un uomo arrogante come Renzi, il cavallo di Troia portato dalla destra nel PD. Bisogna imbarcarsi nella giungla dei distinguo.