Sui giornali di oggi Salvatore Cicu, ex europarlamentare europeo e ex sottosegretario della Repubblica italiana, trova spazio sui quotidiani per dar voce alla sua innocenza certificata dalla sentenza di un tribunale: non ha riciclato soldi sporchi.
Cicu si chiede: “Quando pagano i PM?”
Interviene anche Pietro Pittalis e censura l’inclusione di tutti gli imputati a qualsiasi titolo nell’elenco degli impresentabili compilato dalla Commissione antimafia poco prima di qualsiasi tornata elettorale, costume barbarico inaugurato non dall’attuale Presidente della Commissione antimafia, l’on. Morra dei Cinquestelle, ma da Rosy Bindi, del PD.
Cicu dice anche di aver avuto sempre fiducia nella giustizia.
Io no, perché in Italia il potere dell’Accusa è sproporzionato rispetto a quello della difesa e, soprattutto, è impunito.
In Italia un PM può scegliere di formulare un’accusa sulla base di una testimonianza, pur avendo a disposizione atti che smentiscono il testimone. Poi magari chiede l’archiviazione prima del rinvio a Giudizio, ma intanto, prima, lo accusa e lo incrimina. È già accaduto e nessuno ha pagato per un errore così clamoroso.
In Italia è accaduto, e sta ancora accadendo, che una persona sia stata arrestata e a distanza di nove anni dall’arresto ancora non ci sia il deposito del fine indagini per il reato contestatogli. L’errore della Procura è stato così grande che lo si è messo nel dimenticatoio.
In Italia è accaduto che a un poliziotto sia stato ordinato di interrompere l’intercettazione di un pentito perché doveva parlare con un magistrato.
In Sardegna vi è stato chi è stato indagato per una carica non ricoperta e per una firma non apposta, nonostante tutti gli atti relativi alla vicenda fossero pubblici e pubblicamente disponibili.
In Sardegna è accaduto che vi sia stato chi si è fatto anni di reclusione per reati di opinione considerati invece reati di sedizione, e che vi sia un magistrato in Italia che prima ha dichiarato, da magistrato e contro il dettato costituzionale, che non vi sono politici innocenti ma colpevoli su cui non sono state raccolte le prove; poi, sempre da uomo libero e da uomo della magistratura, ha potuto circoscrivere quella frase a una specifica indagine, in modo da attenuare la portata negativa di quella convinzione sulla propria reputazione. A un altro sarebbe stato permesso di restare in magistratura avendo idee contrarie al dettato costituzionale?
Sono troppi i procedimenti giudiziari in Italia nei quali l’Accusa è approssimativa, inesatta, confusa, incapace di vedere i dati evidenti e invece dedita a valorizzare i propri preconcetti.
Eppure, il Parlamento, continua a aumentare i poteri di controllo e di compressione delle libertà individuali in capo alla magistratura. La lettera del maggio del 2019 del Garante della Privacy ai Presidenti delle camere sulla violazione dei diritti delle persone avvenuta con le norme varate dall’ex ministro Orlando ne sono uno sconsolato manifesto.
Questo è il punto: l’unico potere che può disciplinare e bilanciare lo strapotere della magistratura inquirente è il Parlamento e non lo fa, perché ha paura.
Va detto con chiarezza: se chi siede in Parlamento ha paura, un Paese non è libero. Il grande errore di alcuni direttori di giornali di usare i giornali come clave durante le indagini e come pezze dopo i processi è un altro dei componenti di questo sistema del terrore. È ormai acclarato che i giornali sono alimentati di notizie dalle Procure; come è acclarato che nei giornali si ritenga normale prima partecipare al dilagare dell’Accusa, e poi concorrere alla riabilitazione, come se fosse un gioco delle parti e non una scelta sbilanciata di partecipazione alla distruzione delle persone rimediata successivamente per evitare le cause per danni con piccoli riti riparatori. In una vicenda italiana è stato calcolato che fatto 100 l’insieme dei giorni nei quali un personaggio pubblico è stato sui giornali per la sua vicenda giudiziaria (sto parlando del sindaco di Roma Marino), il numero dei giorni e lo spazio assicuratogli per la sua assoluzione è risultato meno di un decimo rispetto al precedente. E siccome le notizie si affermano se ripetute, l’assoluzione di Marino non è una notizia: Marino era e rimarrà nella memoria del popolo un sindaco che ha fallito e che ha sbagliato.
Di tutto questo i parlamentari impauriti non parlano.
Sta per entrare in vigore una disposizione barbarica sulla prescrizione e tutti i parlamentari, come soldatini impauriti in un lager, sono pronti a lasciar correre, a lasciar fare.
Mi spiace dirlo, ma Cicu è stato un parlamentare italiano.
Ci sono stati eventi giudiziari che in giudizio si sono svelati così gravi da meritare almeno un’interrogazione e invece zero, silenzio.
Ci sono state ordinanze di giudici che hanno svelato comportamenti gravi dell’Accusa, eppure nessuno ha battuto ciglio.
Ci sono stati processi nei quali sono stati buttati dentro i faldoni come in un tritacarne persone estranee ai fatti, citate solo per mettere il sale nella padella, e nessun parlamentare si è levato a chiedere conto.
Non si pensi che per me sia facile dire queste cose, le vado ripetendo da anni, mi sono spogliato di ogni responsabilità e vivo come un recluso pur di non dare appigli a chicchessia.
Non è facile; è terribile.
Ma se un uomo vive nella paura per il potere conferito a un altro uomo ne diviene un servo. E c’è chi, per natura più che per coraggio, non riesce a servire.
Io tra questi.
Se fossi un parlamentare (sgombro il campo: non ne ho né voglia, né intenzione, né piacere), saprei come usare la mia responsabilità per difendere la libertà di tutti.
Ma se trovo il coraggio io, che non ho potere, di dire queste cose, perché i parlamentari non cominciano a censire i processi, a vedere quante volte lo stesso PM sbaglia facendo lo stesso errore, quante volte lo stesso Gip sbaglia facendo lo stesso errore, quante volte la Polizia Giudiziaria prende cantonate grandi come case senza mai pagare alcun prezzo?
Perché queste battaglie devono essere condotte dai cittadini esposti alle ritorsioni di casta e non dai legislatori? Ci sono persone finite in galera per aver turbato una gara mai celebrata. È sufficiente perché se ne occupi un parlamentare?
Complimenti di cuore, dunque, a Cicu. Ma Giustizia non è fatta, in Italia.
Bravo Paolo. Condivido tutto quanto hai scritto qui sopra su giustizia e parlamentari.
Alberto Fazzini