L’ultima ordinanza del Presidente della Regione sulla proroga delle misure di lockdown in Sardegna fino al 26 aprile, motiva la scelta col parere espresso dal Comitato Tecnico-Scientifico istituito con delibera del 1 aprile.
Quindi questo Comitato comincia a incidere seriamente sull’esercizio del potere e si immagina (e si spera e si vorrebbe verificare) che oltre a occuparsi dei divieti, si sia anche pronunciato sull’epidemia in corso a Sassari, sui contagi negli ospedali, sulle scelte sbagliate operate nelle case di cura (delle quali qualcuno, sindaci sceriffi compresi, dovrà pur rispondere) e su tutte le attività che davvero richiedono un parere sulle conseguenze delle scelte operate.
La delibera istitutiva del Comitato non è ancora pubblica.
Gli atti del Comitato non sono pubblici. Non è dato sapere il perché dei contenuti espressi nei pareri.
Non è dato conoscere la valutazione del perché in Sardegna non si fanno tamponi e si pensa comunque di sapere dove e come stia sviluppandosi l’epidemia. Non è possibile capire su quale base si possa pensare alla fase 2, cioè come la si stia preparando.
Non è dato conoscere perché si parla di positivi e di ricoverati e non si stia monitorando il numero dei morti rispetto all’anno precedente, per capire se gli incrementi sono limitati a un’area o sono diffusi.
Le conseguenze dell’attività del Comitato sono dunque diffuse, ma non hanno una ricostruibile responsabilità. Il Presidente e la Giunta si attengono al parere del Comitato fantasma, ma il Comitato fantasma non ha alcuna responsabilità amministrativa.
La Giunta regionale della Sardegna non è trasparente per scelta politica, non lo si dimentichi.
Questa Giunta ha inventato il perverso meccanismo della secretazione temporanea delle delibere, compensata da un’indecente richiesta che, via mail, l’interessato alla delibera resa non cliccabile può inviare all’Amministrazione.
Questa Giunta non pubblica più gli ordini del giorno delle sue riunioni.
L’opacità non è un effetto dell’emergenza, è uno stile che durante un’epidemia è una colpa.
Giusto per notare che la deroga all’art. 16 della Costtituzione è consentita solo in emergenza sanitaria. Appare “strano” che questa emergenza sanitaria vada riducendosi a livello nazionale, mentre permanga – anzi si aggravi (a loro dire) – in regione Sardegna sulla base di numeri secretati, pure essi. I numeri di cui abbiamo conoscenza direbbero altro, fuori Sassari, e direbbero soprattutto di decine di paesi covid free da sempre e che invece devono rimanere sotto il giogo di questa arbitrarie, dispotiche misure. Il comportamento del governatore e di certi sindaci, in primis quello di Cagliari, lascia trasparire la volontà di volersi sollazzare di “pieni poteri”, specie nella giornata del 25 aprile. Credo che non esista alcun paese democratico al mondo in cui si stia in coprifuoco solo perchè lo decide il Presidente “per numeri che sa solo lui” e che in teoria potrebbe non dirci mai. Ci tengo ad informarla anzi che la Regione Sardegna è anche tra le più ritardatarie in Italia nella comunicazione dei guariti: se si attenesse alla media nazionale, ne mancano all’appello almeno 150, quindi un crollo degli infetti (oggi appena 3 contagi!) che veramente per nulla giustificherebbe la permanenza di misure così draconiane e smaccatamente provocatorie, a colpevolizzare il runner dietro cui nascondere Nieddu. Credo sia necessaria che la popolazione si mobiliti con iniziative importanti: siamo oltre il punto di sopportazione ammissibile, prima di dirci sudditi.