Prima i fatti.
Con la ormai celebre legge regionale 10/2021, quella dei superstaff di Solinas, veniva istituita anche la figura del Segretario Generale della Regione, una sorta di Direttore generale dei Direttori generali, responsabile della legittimità degli atti della Giunta e non solo. La nomina è fiduciaria e dunque occorre definire anche il regime contrattuale con la persona prescelta.
La presidente Todde ha nominato Segretario generale della Regione il dott. Saverio Lorusso, un dirigente della Presidenza del Consiglio della Repubblica italiana.
La presidente Todde ha passato la campagna elettorale denunciando gli sprechi di Solinas, dicendo che gli staff previsti da Solinas erano troppo numerosi e che il loro costo era eccessivo. Dichiarò solennemente: “Ridurremo la spesa a favore della qualità”. Sì sì, come no.
Il segretario generale d’oro Il capo del partito della Presidente Todde, il prof. Giuseppe Conte, sta percorrendo l’Italia gridando alla “Questione morale” come se essa riguardasse tutti meno il suo partito. I Cinquestelle sarebbero esenti da questione morale per decreto del loro presidente.
Forse sono esenti da morale.
Moralizzando moralizzando, toddando toddando, tra gli atti ritenuti più urgenti, la Presidente ha proceduto, in tutta fretta, a nominare i membri del suo staff (doveva nominarli prima del 30 aprile, diversamente non avrebbe potuto pagarli fino all’approvazione del rendiconto della Regione da parte del Consiglio regionale) e li ha nominati riempendo senza scrupolo le caselle di quell’architettura dello staff disegnata proprio da Solinas, e da lei denunciata come pleonastica e onerosa, con le retribuzioni (stellari) previste da Solinas e con curricula (alcuni gonfiati, altri no) non sempre all’altezza della funzione.
Intanto per ridurre la spesa e aumentare la qualità è stato nominato Stefano Esu, già Solinas, suo consulente. Un balzo in avanti deciso nella direzione della qualità e del risparmio (123.000 euro l’anno). Intanto si va alla nomina dell’ex consigliere regionale sardista, rimasto tale fino alla fine della legislatura, cugino di Esu, a segretario dell’assessore dell’Industria o suo consulente. Ottimo risparmio di risorse e grandissimo investimento in qualità, non vi è dubbio.
Ma il bello doveva ancora venire.
Ieri siamo riusciti ad avere il decreto con il quale la Todde ha stabilito la retribuzione del Segretario generale Lorusso: eccolo qui.
Vi si legge che all’eccellentissimo Lorusso è riconosciuto “il trattamento economico nella misura massima prevista dalla normativa vigente e pari a euro 243.442,58″.
Prendete nota: Lorusso va a prendere più del Presidente della Repubblica Italiana, e comunque quanto viene riconosciuto come retribuzione massima possibile per i dirigenti della Pubblica amministrazione. Evidentemente la Sardegna è difficilissima da amministrare, ma, si potrebbe obiettare, se è stata percepita così difficile e impegnativa dal sig. Lorusso, il suddetto Lorusso poteva stare dov’era. E c’è da chiedersi se alla Presidenza del Consiglio della Repubblica italiana avessero delle sue competenze la stessa alta percezione e considerazione che ne ha avuto la presidente Todde o se, invece, lo pagassero di meno.
Solinas ha nominato tre segretari generali: due donne e un uomo (sì, bisognerebbe dirlo alla presidente Todde che nelle sue scelte la parità di genere è andata un po’ a farsi benedire). Le due donne, Gabriella Massidda e Elisabetta Neroni, due dirigenti della Regione di lunga e specchiata carriera (come ce ne sono nell’amministrazione regionale, benché sconosciute al nuovo corso grillino) ebbero un emolumento pari alla retribuzione di un direttore generale, come da contratto, aumentata del 20%, totale 195.809 euro. Non solo: quando Solinas pensò di nominare alla carica di Segretario generale l’avv. Giuseppe Luigi Cucca (che rinunciò poi per amarezza, per essere stato sommerso dall’invidia dei suoi ex compagni del Pd) a quest’ultimo venne proposto, e non da lui sottoscritto perché rinunciò alla carica prima, lo stesso contratto della Neroni e della Massidda.
Invece a Lorusso, maschietto romano, la Todde riconosce 47.633 euro in più all’anno di quanto hanno percepito le due donne che lo hanno preceduto: il gender gap ha preso forma in Regione con l’arrivo della prima donna presidente.
In realtà il costo per le casse regionali è ben più alto di questi 47.000 euro, perché Lorusso non è dipendente regionale, per cui, chi dichiarava di voler ridurre la spesa per il momento l’ha aumentata di 243.000 euro, cioè di un milione di euro a legislatura, un capolavoro di ipocrisia e incoerenza.
See you next time, my Shallow.
Avere la politica come specchio è come guardare la pioggia per capire il sole: un’illusione nel vortice delle parole.
Nessun problema Lorenzo.
@Enrico: leggo solo adesso, scusa.
Ovvio che non mi riferivo a dipendenti regionali in maniera generica ed offensiva; fino a prova contraria sono persone ammesse con concorso ed hanno un contratto collettivo; sinceramente non mi intendo di stipendi (mai avutone uno in vita mia), tranne quello miserrimo di assistente universitario prima che lo lasciassi, e chiedo scusa per l’imprecisione. Raccolgo lamentele di statali che invidiano i regionali, non so perchè ma tanto riferisco.
L’obiettivo del mio intervento (rectius, del mio disprezzo) è per la casta dei “nominati” quando sono nominati su base strettamente personale, e quindi non contendibile da parte di chi, per esempio funzionario regionale di valore, farebbe molto meglio di loro.
Per i nominati dei 5stelle (nazionali) andrebbe fatta un’indagine sul sottobosco pericolosissimo che li ha prodotti.
Quanto poi al livello retributivo voluto creare per questa “casta”, in un “luogo” come la Sardegna, mi vien da ricordare le parole che ho udito da Dominick Salvatore (economista USA che non ho bisogno di presentare): «Più un paese è sottosviluppato, più alti, quasi sempre enormi, sono i compensi per chi amministra».
Il presidente del Consiglio regionale sardo guadagna molto di più dello Speaker della Camera dei Comuni , nel Regno Unito, forse quasi il doppio.
@Roberto. Un funzionario( quindi laureato ed entrato da laureato) con 20 anni di servizio ha un CUD comprensivo di indennità di posizione ( che non hanno tutti) attorno ai 42/43 mila all’anno.
Senza indennità di posizione ( la maggior parte) non si arriva a 40.
Magari con i tempi che corrono non ci si deve lamentare ma da qui a dire … quanto guadagnano i regionali ce ne passa.
Raffrontiamolo col potere di acquisto dello stipendio uguale di 30 anni fa
La tavola è apparecchiata !!! Famigli,amici e consorterie varie di accomodino : il l’auto pranzo è appena iniziato .
@Enrico. Io sarei curioso. Quanto guadagna un regionale laureato con venti anni di servizio?
Sotto il Sole del Cinismo: Una Parabola di Superficialità e Assenze Morali
Le citazioni sono una maniera per persone poco originali di apparire colti, e questa volta eviterò di ricorrere a citazioni famose, anche se potrebbe servire a mettere un po’ di luce su questo circo politico in cui l’originalità non è di casa, e la cultura sembra una decorazione superflua.
Ma procediamo senza giri di parole.
La politica: quell’arte sublime dove la verità è flessibile come la gomma e la colpa è sempre una busta di spazzatura lanciata nel giardino del vicino. In questo universo parallelo, gli errori sono fenomeni misteriosi che accadono sempre ad altri, mai ai nostri intrepidi politici. Non importa l’area politica, il colore delle bandiere o i simboli; il mantra è universale: “Non è colpa mia”. Ogni fallimento viene trasformato con abilità in un trampolino di lancio per nuove accuse, nuove campagne, nuove promesse. Un circolo vizioso di irresponsabilità perfettamente oliato.
“Nomine”, quelle scelte ponderate dove spesso la competenza richiesta sembra essere inversamente proporzionale all’importanza del ruolo. La “cosa pubblica”, quel bene collettivo tanto decantato nei discorsi infuocati, si trasforma magicamente in una torta da spartire in occasioni di festa interna al partito. Nomine negli enti, incarichi, retribuzioni “importanti” — un eufemismo tanto delicato quanto un elefante in una cristalleria — vengono assegnate per merito? Per lealtà? Per capacità? Per convenienza?
“Ricerca incessante del consenso”, quanto è sincero il desiderio di un consigliere regionale di “fare leggi” per il bene comune, quando sembra che ogni mossa sia calcolata per ingraziarsi voti? Sarebbe troppo cinico chiedersi se i finanziamenti generosamente distribuiti ai comuni limitrofi al proprio, non siano in realtà un astuto investimento per cementare alleanze e raccogliere consensi in vista della prossima rielezione? È un gioco di scambi, dove la lealtà è misurata in euro piuttosto che in valori condivisi.
“Questione morale”, quella bandiera tanto agitata nei discorsi quanto rapidamente riposta nel cassetto quando il vento cambia direzione. Nel teatro politico, i delinquenti sono sempre nell’altra parte dell’aula — a meno che non siano dei nostri, al che diventiamo ferventi garantisti, difensori dell’innocenza fino a prova contraria, ma solo internamente. La moralità è flessibile, adattabile, un vestito da indossare a seconda delle occasioni e mai un codice da vivere.
Che il cambio di guardia porti davvero una nuova era o si riveli un mero rebranding di vecchie abitudini, è ancora tutto da vedere. Tuttavia, l’impressione che si ricava osservando il panorama è quella di una superficialità cronica, di una volontà politica che gioca a fare la rivoluzione ma si limita a rivoltare la frittata, senza mai spegnere il fuoco sotto la padella.
Così, tra promesse e realtà, la politica sembra confermare quella sensazione di déjà vu, un ciclo senza fine in cui il nuovo è solo vecchio travestito da nuovo. In questo eterno ritorno dell’uguale, il cambiamento promesso si perde nell’eco delle parole non mantenute, e la speranza di una politica veramente rinnovata rimane appesa a un filo sempre più sottile.
@Medardo Medardo, il problema è sempre commisurare un valore alle funzioni che si esercitano. Il Capo di Gabinetto non deve essere pagato in base alla fiducia che in lui ripone il Presidente o l’Assessore, ma in base alle responsabilità che esercita. Per quante queste possano essere, sono di certo inferiori a quelle dell’assessore. Eppure la riforma Solinas fa guadagnare il Capo di Gabinetto più dell’Assessore. Quanto al Segretario generale, io contesto che la retribuzione sia calcolata sui desiderata del candidato e non sull’ufficio. Se l’Ufficio era stato valutato pari a 195.000 euro, non può essere un fatto discrezionale apprezzarlo di altri 50.000 euro.
Caro Paolo,
sarò controcorrente ma dico che non mi scandalizzo di quanto percepiscano i componenti dei gabinetti assessoriali e presidenziale. Lo scandalo per me è comprendere tra coloro che si ritiene meritevoli di ricoprire quei ruoli senza arte ne parte, senza nessuna professionalità riconosciuta (non da se medesimi ma dalla comunità professionale cui dichiarano di appartenere). A questo aggiungo che essere servi di due padroni è una ulteriore vergogna inammissibile. Il ruolo nei Gabinetti è fiduciario, i componenti hanno accesso all’agenda del politico di turno, alla sua corrispondenza, agli incontri che programma, alla scaletta dei suoi impegni istituzionali, pubblici e privati. Un Gabinetto dovrebbe funzionare come una macchina, pronta a rispondere al capo di gabinetto in funzione delle politiche che l’assessore intende perseguire, coerentemente con quella generale coordinata dalla presidente. Tutto ciò premesso mi scandalizza, nel vero senso della parola, venire a sapere che questi ruoli possano essere affidati a persone che, a prescindere dal quadro politico vigente, possono essere perfettamente coerenti e affidabili. A meno che gli incarichi non rispondano a logiche diverse da quelle consentite dalla buona fede e si voglia coltivare la mala pianta degli interessi particolari, di presidio dei territori, consegnandosi a capi-bastone locali e a faccendieri di seconda e terza fila che alimentano ambienti, favoritismi, clientela.
@Lorenzo. Ha idea di quanto quadagni un regionale?
Parlo di un dipendente anche laureato con una ventina di anni di servizio?
Complimentoni questo si chiama incoerenza mista ad arroganza per cui sono ancora più orgoglioso di aver votato per Renato Soru per favore ci risparmino le stupidaggini sulla superiorità morale
Ma ita est, totu genti marria marria de ingrassai o impinguare?
O est faendho su mangimificiu R.A.S.?
E passiéntzia… si sa Sardigna est prus che àteru brebeghina; ma si faet unu mangimificiu po elefantes… o at a èssere po ispèndhere (impegnare) su chi no est arrennéssiu a ispèndhere Christian?
E de seguru no dhi ant a mancare is foedhos po “giustificare” s’ispesa: ia inténdhiu a Bersani naendho – po dhi giare prus fortza – ca Alessandra foedhat 6 limbas! (e, mancari, una est cussa de is elefantes?)
Ho paura che il bello deve ancora venire….
E magari troveremo anche costui ad allungare la lunga lista di coloro che si scagliano contro l’evasione fiscale delle partite IVA (genere evidentemente orripilato da chi gode del 27 mensile) sostenendo che alcune fatturano “anche più di duecento mila euro”, ed ignorando che quando un libero professionista o assimilato arriva a tanto, alla fine dell’anno ha guadagnato davvero meno di uno statale (non parliamo di un regionale); poiché la gran parte del fatturato è andato in tasse; esattamente quelle tasse destinate a pagare gli stipendi che consentono a tanti di campare onde potersi scagliarsi contro i titolari delle suddette partite IVA e gli “evasori” in generale.
Sarebbe utile l’analisi dei guadagni (a carico di chi lavora davvero) dei nominati grillini nel corso delle loro ultime performances governative statali; e capire anche la tipologia del sottobosco amministrativo dal quale costoro hanno pescato, per saggiare la qualità ed il tasso di “moralità” delle scelte loro rispetto a quelle degli altri.
Continuano a gridare contro chi solo si permette di discutere le iniziative manettare e dileggiano il garantismo.
Chiedono giustizia di piazza; in questo io li accontenterei , come viene sempre accontentato chi vede con soddisfazione il suo avversario costruire la corda con la quale si impiccherà.
Perchè questo accadrà, di sicuro.
E galu est nudha