Carnevale o quaresima? Continuare nella lettura del Disegno di Legge sulle poltrone riserva nuove sorprese (alcune veramente clamorose), che fanno sorgere un sospetto, del quale diremo più avanti. Ma avvertiamo i lettori: arrivate fino in fondo, cioè al punto in cui scompare il sorriso e compare il pianto, perché la commedia si volge in tragedia.
ARST: che sarà di te? Al capo II della proposta di legge, intitolato «Azienda regionale sarda trasporti (ARST) S.p.A.», segue l’art. 8, che ripete il titolo del capo II, nel quale si stabilisce che l’ARST è (sarà) amministrata da un CdA di cinque componenti, di cui tre nominati dalla Giunta, tra i quali sarà individuato il presidente, e due in rappresentanza degli enti locali.
Bene. E quindi che faranno costoro? Quali compiti avranno? A quali doveri saranno chiamati a rispondere?
Boh. Totò nella Smemorato di Collegno, alla domanda “Chi è Lei?”, rispondeva “Mah!”
La riforma dell’ARST si arresta qui.
Si sono dimenticati di scrivere, almeno, che si dovrà provvedere alle modifiche statutarie (è una Società per Azioni) ed entro quando dovrà essere convocata l’assemblea straordinaria per deliberarne l’approvazione.
Che sia una dimenticanza (mah!), l’ennesima (ohibò), è provato dal fatto che, all’art. 34 dedicato a “Sardegna IT”, almeno i tempi per modificare lo Statuto e convocare l’assemblea vengono prescritti. Per l’Arst no, lei no.
A chi il potere? A noi… a voi… a loro. Da una proposta di legge che ambisce, almeno a leggere quanto scrivono i proponenti, a «definire una disciplina uniforme in materia di enti e agenzie, istituti, e aziende della regione», ci si aspetta che adotti uguali criteri nell’attribuire i poteri ai diversi organi e uguali procedure per le nomine dei dirigenti.
Sarebbe il minimo.
Non ci sono riusciti. Forse ci hanno anche tentato, il copia incolla avrebbe potuto agevolare il lavoro, ma non ci sono riusciti.
Fare causa a Area: conviene! Per esempio il nuovo CdA di AREA può fare tante cose, ma non può promuovere e resistere alle liti, non può conciliare, rinunciare o transare. Chissà perché.
E il bello, si fa per dire, è che questo potere, non lo hanno previsto in capo a nessun altro organo di AREA!
Fare causa ad AREA, stante questo DdL, sarà uno spasso assicurato anche per l’avvocato meno scafato.
Altro aspetto che poteva essere uniformato e razionalizzato è la procedura di nomina dei Direttori generali dei diversi enti e agenzie.
Fallito, anche questo.
Direttore, mio direttore… o no? Tuo direttore… Suo… Loro… essi… noi In AREA, ENAS, ISRE e Forestas è il CdA che propone la nomina del DG alla Giunta; in AGRIS, LAORE e ARGEA è l’Assessore dell’Agricoltura che propone la nomina; in ASPAL è lo stesso Presidente della Regione che propone la nomina alla Giunta.
Esiste un filo logico? Cerco un centro di gravità permanente o Cuccurucucù Paloma? Per quale razionalità si opta?
Pare proprio di no. Non c’è un rigo o una nota che spieghi e giustifichi questa variabilità casuale.
Se esiste un CdA che dovrebbe, secondo il Disegno di legge, esprimere l’indirizzo politico e il controllo dell’Ente, perché il Direttore Generale lo sceglie, in alcuni casi, l’Assessore e, in uno, addirittura il Presidente?
Il sospetto, di cui diremo più avanti, si fa sempre più fondato.
Stipendi occulti e cariche scomparse Altra perla legislativa contenuta nei commi del Disegno di Legge è quella relativa ai compensi dovuti agli amministratori, tanti, che dovranno essere nominati non appena la legge sarà approvata dal Consiglio.
Ovviamente è ben mimetizzata nei commi dell’art. 4 “Amministratori”, esattamente al 7 (l’ultimo), facendo riferimento ad una norma vecchia di 25 anni, la L.R. n.20 del 1995.
È vero che abbiamo definito questo Disegno di Legge un classico esempio di restaurazione da Ancien Régime, ma in questo comma si toccano i confini della torsione spazio temporale: annullando 22 anni di normative regionali in materia di personale e dirigenza, si ri-propone di parametrare i compensi degli amministratori da nominare a quelli dei dirigenti Coordinatori generali. Peccato che questa figura contrattuale non esista più da ben 22 anni (oggi esistono i Dirigenti di Servizio e i Dirigenti Direttori generali). L’estensore di questa parte deve essere un sopravvissuto dei tempi andati, per cui, dato il marasma nel quale ancora si dibatte la Direzione Generale del Personale, tra fughe e abbandoni, c’è da immaginare che il Tesoriere regionale abbia ancora bei pacchi di vecchie, care, lire per pagare gli stipendi dei futuri amministratori di protostorica memoria.
L’università’? Per le lauree, non per le competenze Evidenziamo altri due esempi di archeologia legislativa, certamente figlia dello spirito di restaurazione che permea questo Disegno di Legge, ma con il dubbio che sia corroborata da una buona dose di insipienza (nel senso del sale ma anche della sapienza).
All’art. 18 del Disegno di Legge, relativamente agli organi di LAORE, si interviene sul Comitato tecnico (la cui utilità è difficile da sostenere) per integrarne il nome, diventa Tecnico-scientifico, e per modificarne la composizione.
Bene, il Comitato diventa tecnico-scientifico, quindi più qualificato.
No, sbagliato.
Di nome sarà anche ‘scientifico’, ma gli esperti, che prima venivano indicati dalle Facoltà di Agraria e Veterinaria, con la nuova legge li nomina il Presidente Solinas che, ci perdonerà, non è una garanzia da un punto di vista scientifico. Ma questa è una nemesi! L’allievo dell’università turritana, l’estensore della più misteriosa delle tesi, esautora il suo Ateneo, la sua madre scientifica e la sostituisce con se stesso. Un capolavoro!
A questo si aggiunga che, sempre nello stesso Comitato, saranno presenti «due membri scelti fra i responsabili dei dipartimenti per le produzioni vegetali e zootecniche» dell’Agenzia… peccato che i Dipartimenti siano stati soppressi nel 2014 con la L.R. n.24. Qui entriamo nell’insondabilità della necrofilia legislativa e quindi, dato il mistero, ci asteniamo.
Dove sono i soldi? Infine c’è da registrare un’assenza, nell’articolato del Disegno di Legge, che può confermare l’assoluta insipienza (sempre nel senso del ‘sale’ e della ‘sapienza’) dei redattori dell’articolato e di coloro che lo hanno istruito per la Giunta, oppure l’assoluta disinvoltura nel pensare di poter gabbare i Santi (esperienza pericolosissima) e, con loro, tutti i cittadini sardi.
Pensate un po’, manca completamente la norma finanziaria.
Già, proprio quell’articolo della legge che quantifica i costi che l’applicazione della nuova legge determinerà sul bilancio regionale e spiega anche da dove vengono prese (o sottratte) le risorse necessarie.
Si chiama, in gergo, ‘Norma di copertura finanziaria’ e deve essere certificata dalla Direzione generale del Bilancio, con uno specifico parere sempre (?) allegato alla Delibera di approvazione del DdL.
Pensate che questo parere è richiesto anche quando la proposta di legge non comporta nuovi oneri. Anzi, deve proprio attestare che non ci sono nuovi costi.
In questo Disegno di Legge, proprio non c’è. Anche se frugate non la trovate.
Quindi la Giunta ha deliberato una propria proposta di legge, senza neanche sapere quali costi determinasse.
Possibile?
Oggi, con questa Giunta, si.
Completata (?) questa carrellata di dimenticanze, errori e orrori, entriamo nel merito dei contenuti di questa norma.
Subito qualche numero per comprendere le dimensioni della proposta. Almeno sui numeri, non si può sbagliare.
Attualmente gli undici enti e agenzie (siamo positivi e ricomprendiamo anche la obliata ARPAS) sono così governati:
Attualmente DdL Giunta Solinas
AREA 1 5
ARST 1 5
Forestas 1 5
ENAS 1 5
SardegnaIt 1 3
ISRE 3 5
AGRIS 0 3
LAORE 0 3
ARGEA 0 3
ASPAL 0 3
ARPAS 0 3
Totale 8 43
Bisogna ricordare che AGRIS, LAORE, ARGEA, ASPAL e ARPAS, non hanno amministratori, ma sono governati da un Direttore generale.
Però il conto finale non cambia, perché, ovviamente, in tutti gli enti e agenzie, oltre ai Consigli di Amministrazione, ci sarà, sempre, un Direttore generale.
Quindi, a legge approvata, avremo 35 amministratori in più, rispetto al quadro attuale.
Vediamo quali saranno i costi per i cittadini sardi.
Dando per scontato che verrà corretto lo svarione del citato comma 7 dell’art. 4 e che la retribuzione degli amministratori sarà equiparata a quella dei Direttori generali (per comodità di calcolo assunta pari a 100.000€/anno) dove arriveranno i nuovi amministratori, avremo questi costi in più:
AREA (4 consiglieri) 200.000€/anno x 5 anni = 1.000.000 €
ARST (4 consiglieri) 200.000€/anno x 5 anni = 1.000.000 €
Forestas “ “ “ “ “ “ “ “ “ = 1.000.000 €
ARPAS (1 Presidente e 2 consiglieri) 200.000€/anno x 5 anni = 1.000.000 €
ASPAL “ “ “ “ “ “ “ “ “ = 1.000.000 €
ENAS “ “ “ “ “ “ “ “ “ = 1.000.000 €
AGRIS (1 Presidente e 2 consiglieri) 160.00€/anno x 5anni = 800.000 €
LAORE “ “ “ “ “ “ “ “ “ = 800.000 €
ARGEA “ “ “ “ “ “ “ “ “ = 800.000 €
ISRE (1 Presidente e 4 consiglieri) 240.000€/anno x 5 anni = 1.200.000 €
Sardegna IT (2 consiglieri) 80.000€/anno x 5 anni = 400.000 €
Quindi questa “innovativa” riforma porterà un incremento di costi, a spese dei cittadini sardi, pari a 2.000.000€/anno e, nell’arco di una legislatura, ad un incremento di spesa complessivo di 10.000.000 di euro. La Corte dei Conti, chi era costei?
Due milioni di euro all’anno per cinque anni. Dieci milioni di euro, in totale.
Ma chi comanda alla fine? Tutte queste risorse, sottratte evidentemente ad altri possibili utilizzi, dovrebbero servire a rendere più efficaci ed efficienti enti e agenzie, grazie al fatto che Presidenti e Consiglieri di amministrazione, nominati dalla Giunta e dal Consiglio, eserciterebbero le funzioni di direzione politica, indirizzo e controllo.
Direzione politica?
Indirizzo e controllo?
Ma queste non sono le funzioni che dovrebbero esercitare, sulle proprie strutture, compresi enti e agenzie, gli Assessori?
Il Programma di Governo (se esiste) non dovrebbe realizzarlo il Presidente con la sua Giunta (organo Statutario)?
Allora, chi decide la linea politica e impartisce gli indirizzi operativi, poniamo in campo ambientale, l’Assessore regionale della Difesa Ambiente o i Presidenti di Forestas e ARPAS?
E in materia di politiche del lavoro? L’Assessora del Lavoro o il Presidente dell’ASPAL?
E nel settore agricolo? L’Assessora (?) o i Presidenti di AGRIS, LAORE e ARGEA?
Etc, etc….
Pensate un attimo.
Gli Assessori, da 16 anni a questa parte, non sono eletti dal Consiglio Regionale, bensì sono nominati dal Presidente della Regione con proprio decreto. Con lo stesso mezzo, il decreto, il Presidente della Regione può revocare gli Assessori, senza neanche specificare il motivo.
Come saranno nominati i Presidenti e gli amministratori di enti e agenzie?
Con decreto del Presidente della Regione e, strano a dirsi, una volta nominati, salvo casi di gravi inadempienze, non possono essere revocati.
Quindi Assessori e Amministratori di enti e agenzie trarranno la loro legittimazione dal medesimo soggetto e quindi non sussisterà nessuna subordinazione gerarchica tra questi.
Anzi, a ben vedere, gli Assessori risultano essere un po’ più precari degli altri.
Quindi?
Quindi torniamo indietro nel tempo, a quando enti e agenzie erano mondi separati dal resto dell’Amministrazione e, spesso, svolgevano attività avulse da quelle impostate dagli Assessorati (“l’ente è mio e lo gestisco come decido io e il mio gruppo politico di riferimento”): chi ha memoria delle vicende della nostra Regione, riconoscerà queste parole, rivolte a un Assessore dell’Agricoltura dal Presidente di un Ente agricolo, agli inizi di questo secolo.
È difficile pensare che Solinas, navigato di suo, non conosca questo passato e non riesca a cogliere i rischi di questa restaurazione, di questo Congresso di Vienna al profumo di Vernaccia.
Allora è veramente solo bulimia di poltrone, di posti di sottogoverno per sfamare le zannute truppe dell’attuale maggioranza?
Possibile sia così incurante del comune sentire dei cittadini che, se si dovesse ripetere il referendum del 2012, voterebbero, a stragrande maggioranza, ancora per l’abolizione di tutti i CdA e forse anche di qualche ente e Agenzia?
E così temerario?
A vederlo, non si direbbe.
Ecco che il sospetto di cui abbiamo accennato prima, riemerge.
Carnevale o Quaresima? Incautamente ci siamo lanciati in una disamina di questo sforzo legislativo della Giunta Solinas, convinti che si trattasse di un altro obbrobrio giuridico amministrativo.
Forse ci siamo sbagliati.
Perché attendere ben 75 giorni, tra l’approvazione e la pubblicazione, della delibera?
Perché la presentazione della stessa, guarda caso, avviene il giorno dei fuochi di Sant’Antonio, tanto amati in Sardegna?
Stai a vedere che il Presidente Solinas e la sua Giunta, in realtà, hanno voluto fare un regalo ai tutti i sardi nel giorno in cui, per tradizione, inizia il Carnevale: ecco, è uno scherzo!
E noi, ingenui, ci siamo cascati, in pieno!
Allora c’è la speranza che, svaporati i fumi del Carnevale, finite le frittelle, i coriandoli e bruciato Canciofali, Giolzi, Gjolgju e chi altro, svanirà anche questo grottesco disegno di legge!
È iniziato un processo involutivo per la Regione. Pagheremo cara le cattive politiche di questa amministrazione.
Poveri noi. Questi faranno danni immani e ne pagheremo le conseguenze per anni.
E la minoranza? Bhooo.