Prima i fatti, poi l’interpretazione.
Glossario propedeutico: ‘bustina‘ = piccola icona presente nel sito della Regione Sardegna quando è assente la delibera deliberata ma non pubblicata. Cliccando la bustina, si può lasciare la propria mail per ricevere la delibera quando sarà deciso che può essere vista. ‘Vergogna’ = nel linguaggio comune, sentimento di disagio per la coscienza o di aver commesso un grave errore o di essere giudicati ingiustamente e additati al pubblico ludibrio. Nel regionalese sardo contemporaneo, sentimento arcaico, di età protostorica, assolutamente bandito dalla modernità, retaggio dell’età dei valori, rozzo, censurabile. Nei registri più bassi, parti intime, recessi indecorosi. ‘Delibera’ = atto collegiale della Giunta regionale, nel passato scritta, oggi orale e mobile, cangiante, cliccabile e non cliccabile, sottoposta al gioco del vedo non vedo, interpretabile oniricamente e praticamente. ‘Mutande‘ = indumento di antichissima concezione (un tempo opportunamente ariose, oggi o superflue e ridotte a un filo o incomprensibilmente aderenti e asfissianti) il cui scopo è coprire e difendere le zone intime, non sempre delicate, ma così concepite dalla notte dei tempi, dalle intemperie e dagli occhi impudenti della gente. Metaforicamente, ogni sforzo volto a nascondere le vergogne, fisiche, morali, spirituali.
Il 3 ottobre dell’anno scorso la Giunta Solinas approva la delibera 39/17 che ha come oggetto: Disegno di legge concernente «Norme urgenti per il rilancio delle attività di impulso, coordinamento ed attuazione degli interventi della Giunta regionale e di riorganizzazione della Presidenza della Regione. Modifiche legislative e norme di interpretazione autentica».
Ovviamente nessuno può leggerla. È una delle delibere con “le mutande”, cioè con la ormai celebre ‘bustina’ che sta alla delibera come le braghe controriformiste stanno sui piselli dei dannati e dei redenti della Cappella Sistina.
Il fatto è che l’oggetto tutelato da questa mutanda deve essere approvato dal Consiglio regionale, perché è un Disegno di legge. Quindi l’oggetto è talmente grosso che non può essere mutandato, deve volare in altro nido.
Un consigliere regionale, Francesco Agus, dopo tre mesi di attesa, ha chiesto alla Presidenza del Consiglio di trasmettergli l’oggetto misterioso mutandato, cioè il Disegno di legge. La risposta della Presidenza del Consiglio è stata sconcertante: mai ricevuto il Disegno di legge.
Esiste o non esiste il Disegno di legge? Se c’è, non si vede. Ma la Giunta Solinas ha fede e ci crede.
Infatti nella delibera di proroga dei Direttori generali la Giunta cita, come motivazione della proroga, il fatto che il Consiglio regionale non ha ancora esitato il Disegno di legge mutandato e non trasmesso. Come si può pretendere che il Consiglio regionale approvi un disegno di legge non trasmesso? Mistero, ma bisogna avere fede, e la Giunta ha prorogato i direttori generali sulla base di un’inefficienza del Consiglio inesistente su un disegno di legge inesistente (per ora). Se a ciò si aggiungono i dubbi (per essere eufemistici) sui requisiti di alcuni direttori generali, di più che dubbia congruenza con la legge esistente alla data del conferimento degli incarichi (cioè prima della legge provvedimento ad personas approvata di recente), forse si riesce a comprendere perché il direttore generale del personale ha preferito mettersi plumbei mutandoni ascellari e andar via.
Non avendo alcuna intenzione di fornire il mio parere sulla giunta regionale, seppure lo abbia, attendendo ciò che combinerà nel corso del suo mandato, tuttavia, intendo ringraziare Mario, che si è espresso nel merito del comportamento di tale giunta, precisando che ho gradito il suo commento in sardo e la citazione della locuzione in lingua latina che mi ha indotto a ripassare una materia di studio che ho dovuto seguire durante i miei studi nel Liceo Classico. Ringrazio, dunque Mario, e lo saluto, avendo immaginato chi possa essere, nell’avere letto la terminologia e la sintassi della lingua sarda, da lui usata nel suo su citato commento. Gianni
Certo che sono silenziosi, stanno ancora riflettendo sul tasso di sovranità raggiunto quando votarono per il referendum elettorale
Mi aspetto anche di peggio !
Como – cherzo nàrrere in su tempus prus “modernu” – su ‘ideale’ generale est cambiadu, est prus… “modernu”: paret chi siat a torrare a s’antigóriu, allo stato di natura, a sa giungla, more pecudum (di romana memoria), a fàghere che a sos animales.
Dimandha:
Sos animales zughiant mudandhas? Sos animales fint e sunt ‘prus modernos’: sempre a culu nudu, no ponent mancu ‘perizoma’.
Faghiant lezes? Mai manc’una: in sa giungla est “vigente” sa ‘leze’ de su prus forte, binchet custu, che in totu sas gherras chi sunt cosas de ‘civiltà’…, a chie si ndhe faghet.
Custa Giunta/maggioranza RAS passerà alla storia coment’e ‘amministrazione’ a culu nudu?
At a èssere cussa chi vanterà più cose chentza peruna bregúngia?
Ma il Consiglio regionale o meglio i consiglieri regionali tutti in silenzio?