Mi giunge notizia (si avvertet sa populassione, direbbe Corittu su banditore) che la Giunta avrebbe valutato di denunciarmi per aver scritto un banalissimo articolo sulla proposta di un Direttore generale di avere un proprio ufficio e staff a Roma.
Accomodatevi.
Vi ricordo che questo è un giornale registrato e che io sono un iscritto all’albo dei pubblicisti.
Non solo.
Vi ricordo anche che non ho rubrica telefonica (ricordo i numeri a memoria), che ho un programma di distruzione dei messaggi calibrato a 1 minuto e che dunque siete adeguatamente candidati a un clamoroso fallimento qualora vogliate farmi ispezionare computer e cellulare. Purtroppo per voi, siete arrivati dopo tre anni di attività di spionaggio degli apparati dello Stato.
Tuttavia, avete ottenuto un risultato: mi costringete a sfidarvi. Denunciatemi per ciò che sto per raccontare. Anche perché, chi è denunciato può accedere, finalmente, per ragioni di giustizia, agli atti.
Nei giorni scorsi, il Banco di Sardegna ha scritto alla Regione chiedendo se una fattura di una società di ristorazione di Villasimius dell’importo di 21.062,50 euro risultasse tra le fatture che la Regione avrebbe dovuto pagare. Il Banco si informava perché la stessa fattura era stata presentata dalla società alla banca per un banale anticipo fatture.
La fattura è giunta negli uffici della presidenza che, non trovandola tra le fatture elettroniche, l’ha mandata in giro per i 12 assessorati per chiedere chi avesse svolto attività, richiedendo servizi di ristorazione per 90 persone nei giorni 17 (domenica), 19 (martedì) 20 (mercoledì) luglio a Villasimius.
Ovviamente, nessun assessorato ha riconosciuto come propria la fattura.
Adesso mi dicono che l’amministratore dell’impresa avrebbe comunicato via Pec che ci sarebbe stato un errore nell’intestazione della fattura e che pertanto la fattura emessa non andrebbe in alcun modo presa in considerazione dalla regione (e dalla banca).
Tutto risolto? No.
La fattura è la n.2 del 2022, a luglio, nonostante la società sia nel settore della ristorazione. N. 2 a luglio!
Se l’intestazione della fattura è sbagliata, a luglio il gestore aveva sbagliato il 50% delle fatture. Un po’ difficile!
A Villasimius succedono tante cose strane.
È un luogo ad altissima concentrazione massonica (ma questo per la Giunta è un merito); è un grande luogo di contatto tra ambienti sardi e ambienti del sud Italia, come risulta almeno da un’inchiesta giudiziaria.
È un luogo dove alcuni uomini politici celebrano i loro riti gaudenti, festaioli o semplicemente enogastroelettoralnomici.
È un luogo dove difficilmente si sbaglia una fattura di 21mila euro, per di più la fattura n.2! A luglio!
A chi può passare per la mente di fatturare alla Regione, senza emettere la fattura elettronica, senza che vi sia un decreto di impegno a copertura delle spese o senza che sia presente qualcuno che anche lontanamente rappresenti la Regione? Possiamo comunque andare per esclusione.
Sicuramente non è stato a Villasimius alcun Direttore generale o Responsabile di servizio della Regione, i quali sanno benissimo che per spendere un euro regionale occorre che esista un capitolo di bilancio che lo contenga e una determinazione che impegni la somma.
Più probabile che, invece, vi abbia gozzovigliato un uomo politico, uno di quelli che fanno i munifici col portafoglio altrui.
È vero che Churcill diceva che chi da giovane non è di sinistra e non diventa da vecchio di destra ha qualcosa che non va; ma è anche vero che Churcill non conosceva quelli nati ambidestri e ambisinistri, quelli cresciuti a “Francia o Spagna purché se magna”.
Ma soprattutto intorno a questa banale fattura aleggia l’aria dell’impunità, del poter fare quel che si vuole tanto nessuno fa niente perché si hanno i contatti giusti, le protezioni giuste, chi avverte al momento giusto, in modo che tutti i quadri siano bene appesi nelle stanze giuste al momento degli eventuali controlli.
Fatti banali?
Non credo proprio.
Chi capisce di criminologia sa benissimo che in Sardegna la fortuna è stata la mancata saldatura nel Novecento tra chi esercita i poteri pubblici e chi è svelto di mano e di cervello. Per tutto il Seicento e il Settecento questo legame fu invece attivo e strettissimo.
Si ruppe coi Savoia.
Se mai dovesse ripristinarsi, la Sardegna piomberebbe nel disordine e nel peggiore sottosviluppo.
I mondi di mezzo, quelli nei quali il potere delinque e entra in contatto col mondo del denaro, pulito e sporco, sono le anticamere del ripristino di questa antica alleanza, i cui prodromi non mancano in alcuni procedimenti giudiziari della fine del secolo scorso.
Io non ho le forze economiche, sociali e legali per andare a fondo in questa pessima storia.
Capisco che a Villasimius si è insediato qualcosa di talmente grande che può anche farmi male.
Capisto che 11 dodicesimi della Giunta di questa storia non sappiano assolutamente nulla.
Ma so che i 12 dodicesimi della Giunta affondano le proprie radici nel mondo umbratile dei grembiuli e dei favori che io trovo pericolosissimo per la Sardegna.
Adesso denunciatemi.
Mi trovate stasera a dialogare con Piero Marras in Facoltà, Aula Capitini, ore 17:15, nei luoghi dove le anime respirano. Per il resto, mi verrebbe da indirizzarvi un noto augurio in sardo rivolto al naso e a dove orientarlo per provarne le virtù olfattive, ma ve lo risparmio.
Sos porkos a sa lakedha
FRITTURA MISTA
Cambarà cambarà cambarà e maccioni,
pisciurrè,
sparedda e mumungioni.
Nel gran mare magnum delle feste tradizionali, sagre estive e carnevali estivi, per la gran gioia dei turisti locali o forestieri, non dovrebbe stupire che qualche ramo “deviato” del Gran Consiglio della Corona del Governatore Generale ovvero della pletora di cortigiani staffisti o segretaristi possa essersi avventurato nel ruolo di organizzatore di un piccolo evento, per pochi, ricco però di esperienze sensoriali in location esclusiva.
Il conto: caruccio.
Ma il vino costa, soprattutto quello a bollicine, italiano o francese. Se poi ci zacchi l’aragosta.
A voler restringere il campo, ovviamente si devono escludere i super dirigenti, i direttori: sono vincolati dal contratto e sbavature del genere parrebbero eccessivamente inusuali.
Custa est cosa de assessori o giù di lì.
La fattura numero 2 è cosa da tributaria ma se si considera il fatto che tali strutture rilasciano perlopiù ricevute fiscali e non fatture, magari è anche spiegabile.
Ormai ci spieghiamo e ci beviamo tutto, dalle sciocchezze di amministratori locali, alle pirlate disastrose dei governanti regionali sino ai disastri dei governi nazionali per giungere a questa incomprensibile macchinosa fabbrica di poltrone che è il centro del potere, la super capitale Bruxelles.
Cosa è questa classe politica?
Tutta!
Giovedì ho partecipato ad un convegno organizzato da un’associazione di categoria agricola su Sardegna, Israele e approcci innovativi all’agricoltura.
Prima parte sino a metà mattina interventi della classe politica su tematiche sicuramente importantissime. Sala piena.
Seconda parte dedicata esclusivamente alle innovazioni tecnologiche da applicare al settore.
Poiché il tempo è sempre poco, ho preferito optare per la seconda parte della conferenza.
Più di tutto però mi premeva sentire la relazione di Yoav Motro, il responsabile nazionale della lotta alle cavallette.
Be, in sala non c’era più nessuno del bosco e sottobosco politico.
C’è poco da commentare.
Probabilmente avranno già mutuato i comportamenti degli amici israeliani: come puoi uccidere l’orso se non hai già venduto la pelle?
Così in mattinata hanno ben pensato di zaccarci una bella tavola rotonda per studiare come finanziare l’acquisto di questi dispositivi tecnologici per poi presentarli nel seguito della giornata di studi.
Peccato che l’innovazione proposta era nota e peccato che l’articolazione dei lavori ricalcava abbastanza fedelmente il concetto della pelle dell’orso.
Ma poco male se tali oggetti siano utili o meno.
Nessuno del bosco e sottobosco è rimasto, ergo si sono persi la pelle dell’orso.
Ripeto, veramente meritevole di attenzione la relazione sulla difesa del territorio dalle cavallette. Ciò soprattutto in considerazione del fatto che qualcuno si è dimenticato che a breve si rifaranno vive.
Probabilmente non sono rimasti perché al termine dei lavori non era previsto buffet.
Quindi il conto si spiega. Con prudenziale ipotesi forse si può immaginare che il conto lo ha generato qualcuno del Gran Consiglio.
A meno che la fattura n. 2 del luglio 2022 fosse sbagliata.
IR
bella prof.!!!!!!!!!!
il suo augurio finale è semplicemente da antologia!
ma perchè risparmiarglielo?
Per quel che conta : solidarietà.Non sono in grado di fare di più, ci vorrebbe solo una spremuta di giustizia.
Mi sembra utile una precisazione: spesso le aziende utilizzano una numerazione autonoma per le fatture della pubblica amministrazione poiché soggette a split payment. Quindi la FPR 2/2022 (è pubblicata su Sardinia Post) potrebbe essere la fattura n. 2 emessa per la pubblica amministrazione nel 2022. Questo nulla toglie al ragionamento del Prof.: se le fatture per la P.A. sono cosi “rare” per quel ristorante a maggior ragione pare strano parlare di errore di distrazione….
Prof, non ho voglia di rileggere il suo post e confesso di essermi perso e di non aver capito se i loro signori on. abbiano ‘magnado’ a sbaffo del povero oste, o il cerimoniere della allegra conviviale, al dulcis in fundo, abbia detto al momento dell’audizione di emettere la fattura in conto a mamma regione.
Io ipotizzo per la seconda soluzione, perché come Lei stesso dice, gli onorevoli, forti della impunità o immunità, sanno che ce sempre qualcuno che alla fine paga.
Questa sua narrazione mi riporta indietro di molti anni or sono e che avvolge entrambe le due opzioni sopra riportate.
Una , quando imperavano a Roma è a Cagliari Craxi e il PSI, i compagni erano soliti bisbocciare in un ristorante dai molti lati, l’Ottagono, allora di moda per la qualità delle pietanze e perché ritrovo di uomini politici di peso e di forchetta. Tanto sta che quella locanda, pur essendo molto frequentata e pure da bella gente, il punto di ristoro e l’oste, dovettero chiudere bottega, presumo per insolvenza!. Misteri della politica ?
Due: era l’anno domini per eccellenza di tutta la Sardegna, poiché Giggirrriva e il Cagliari vinsero lo scudetto. Nella storia multi millenaria di questa terra povera di eroi, perciò ricca, credo che non ci sia stato avvenimento che abbia fatto consumare fiumi di inchiostro e foreste di carta per descrivere le gesta della scapigliata ciurma di Scopigno & C.
L’ Allora ass. Regionale alle finanze on. Pietro Soddu, che per quanto ne sappia, credo non sia un ultras del calcio, in quella circostanza, preso dall’ entusiasmo che soffio’ dal sud al nord di tutta la nazione sarda, a nome e per conto del suo assessorato e della Sardegna, con tanto di delibera, fece coniare undici medagliette celebrative e le appunto’ al petto dei ns undici eroi dai piedi buoni.
Allora , forse come oggi, gli amministratori pubblici non avendo a disposizione nel bilancio una lira manco per offrire un cafè, qualsiasi spesa facessero era a proprio carico.
La Corte dei conti, che non faceva sconti a niscuno, letta la spesa pazza di qualche centinaio di migliaia di lire “fuori sacco”, chiese spiegazioni, e l’on. Soddu da Benettutti, dovette pagarsi di tasca quella botta di entusiasmo da ultras rossoblu….. Non so se ancora l’onorevole sia tifoso del Cagliari o solo della benetuttese.
… at a èssere istada una festa de isposonzu de carchi “Associazione Anonima a Responsabilità Camuffata”. B’at bisonzu de pessare in su malu? Fin che ce n’è (a manigare e dinari) viva il Re, tantu… sempre a manigare tocat, demogratzia o monarchia, e si no si ndhe aprofitat fin che ce n’è si podet abbarrare a sa geuna e sendhe una festa est bonu chi duret dies (mancari, nella loro modestia, no ant pessadu chi sendhe in tríulas, tempus de incunza, ndhe podiant aprofitare a fàghere festa totu su mese).
Sos Sardos, fintzas sos “malevadados” (ma ben amministrati) e chentza distintzione, podimus ringratziare sa AARC, fortunados nois chi ndhe tenimus e in d-unu mundhu casinista semus fintzas a punta de dainanti, che a sos mascros de ghia in bama de berbeghes.