Non è la Giunta Solinas. A sei mesi dall’insediamento sembra la Giunta Solanas, una Giunta in villeggiatura.
Ma, onestamente va detto, è in compagnia di un’opposizione anemica e incomprensibilmente sorridente, giuliva e giulivante nonché apatica.
Faccio solo un esempio sanitario.
La Sanità. Il sempre rassicurante assessore Nieddu va a Muravera, parla di eccellenze, ma dice, testualmente (almeno a prestar fede a quanto riportato dall’Unione Sarda): «La Chirurgia proseguirà, ma non è possibile avere a Muravera una chirurgia d’
Un consigliere regionale di opposizione e di media attenzione avrebbe dovuto levarsi e far notare che la rivolta in piazza a Muravera del 2017 fu proprio nel nome della chirurgia d’urgenza. Non solo: avrebbe dovuto far notare che l’idea di chiudere le chirurgie d’urgenza nei piccoli ospedali e trasformare questi ultimi in poliambulatori con sola chirurgia di elezione o programmata, prima di essere valutata come giusta o ingiusta, è un’idea forte della politica del non rimpianto Moirano, cioè di colui cui la Giunta Solinas vorrebbe contrapporsi senza avere una originale visione per riuscire a farlo (non a caso, il primo atto di continuità è stato il privilegio al Mater Olbia, oggi, a quel che si legge, all’attenzione di qualche Procura).
In buona sostanza il nuovo corso continua il vecchio ed entrambi sono succubi di modelli speculativi, organizzativi e logistici italiani che cozzano con la realtà della Sardegna; entrambi concentrano i servizi nei centri urbani scrollandosi di dosso le periferie, che in Sardegna rappresentano il 90% del territorio, affidandole a un razionalismo programmatorio del dolore e della malattia che è il contrario della fantasia cieca e beffarda con cui malattie, incidenti e accidenti improvvisi ci colpiscono nei nostri paesi. No. Per i perfidi moiranisti e per i giulivi solanasisti “l’improvviso” nei paesi non esiste e se esiste è sbagliato e deve correggersi.
L’aspetto comico è che Nieddu afferma di voler promuovere una riforma radicale del sistema Moirano, mentre Moirano si rotola dal ridere nel vederlo ripercorrere, man mano che passano i mesi, i sentieri da lui tracciati.
In tutto questo c’è poi la variante “popolo”, spesso articolato in “popolo con sindaci”.
Basta un’assemblea partecipata, un sindaco facondo, un corrispondente locale prodigo di dettagli e voilà la linea della Giunta può cambiare, tutto diventa possibile, sia tenere la chirurgia d’urgenza che non tenerla, assumere da una graduatoria e non da un’altra oppure il contrario. Con un diversivo: trovare un direttore di qualcosa, generale e no, da offrire alla folla. Non si mette in discussione il modello, perché si è incapaci di pensarne un altro, ma si sceglie una bella vittima colpevole solo di applicare le norme esistenti e di non potersene inventare altre.
Di fronte al popolo, comanda il popolo.
Dopo, quando il popolo torna a casa, ricomincia tutto da capo. Ma perché ripeto cose che già bravissimi scrittori hanno raccontato nei secoli meglio e prima di me?
Lo faccio per resistere, come lo facevano loro.