Conoscevo bene Giorgio Oppi.
Sono certo che di alcuni necrologi, se li avesse potuti leggere in vita, avrebbe riso a crepapelle. Specie coloro che lo hanno dipinto come altissimo statista, perno della democrazia e dello Stato, lo avrebbero sentito ripetere la sua battuta preferita: “Anche meno”. Giorgio era un capopopolo, nel bene e nel male, ma il bello è che lo sapeva perfettamente.
La sua scomparsa, purtroppo, è stata accompagnata da un presenzialismo fisico e verbale che ha avuto dell’imbarazzante.
A leggere necrologi e a guardare le foto, si è avuta la sgradevole sensazione che molti abbiano agito all’insegna del “Si nota di più se parlo o se taccio?”.
La salma di Giorgio è stata l’occasione per confermarsi iscritti al gotha che comanda, una cosa squallida fatta corpore praesenti, a conferma che il potere di oggi, come spesso quello di ieri, ha un senso estetico di sé senza misura, senza contegno.
Lui ne avrebbe riso o lo avrebbe accompagnato con qualche colorita espressione in campidanese stretto.
La morte è una cosa terribilmente seria, oscena per la vita, drammatica per chi ama. La morte ha un solo decoro: il silenzio.
Felice chi se ne va accompagnato dai suoi cari, così come ha vissuto. Nell’ onestà. Lacrime sincere. Ricordi veri.
La penso allo stesso modo. Senza repliche.
Per fortuna che ci sei (senza pensare “anche meno”).
Grazie Prof., su Oppi ho letto ciò che mi aspettavo da .lei. dopo i tanti coccodrilli imbarazzanti visti nei vari social e carta. Un quadretto onesto dell’uomo politico che ha attraversato cinquant’anni di storia politica sarda. Anche xe non è stato un Napoleone, lasciamo ai posteri un giudizio decantato. Ma il coccodrillo che più avrebbe fatto ridere iil Giorgione è quello dedicatogli dal caporale Garcia. Ora si può fare il rimpasto tanto agognato..
Grazie Paolo per questo messaggio di civiltà
Tempi felici, anche se rari, sono quelli in cui è lecito pensare ciò che si vuole ed esprimere ciò che si pensa. (Publio Cornelio Tacito).
grazie.