Caro Gianni, o Johnny, come vuoi,
spesso quando si è al potere ci si sente invincibili, ma credimi, è un’illusione.
Alfio Uda, presidente dell’Associazione Sardegna Accessibile, è un mio caro amico da sempre. Lo conoscevo quando giocava a basket e lo conosco ancora oggi che, per un incidente, diciamo che non corre.
Alfio e la moglie sono due persone particolari e belle.
Due mesi dopo il suo risveglio dal coma farmacologico trovai la forza di vincere la mia vigliaccheria e andai a trovarlo al Marino, lo trovai storto, col braccio destro quasi atrofizzato, e inchiodato a una carrozzina. Il volto era però quello di sempre: sorriso e volontà.
Poi ha incontrato l’attuale moglie.
Nessuno ci avrebbe mai creduto, ma Alfio si è rimesso in piedi. Oggi è autonomo in casa, cammina con un tripode e, se le scale hanno un corrimano robusto, fa anche le scale da solo.
Oggi dice che se per incontrare sua moglie era necessario che avesse il terribile incidente che ha avuto, vorrebbe riaverlo.
Alfio ti ha segnalato che il tuo assessorato non ha partecipato al bando nazionale per il turismo accessibile. Avete perso 1,2 milioni di euro che sarebbero serviti, e non poco, a migliorare l’accessibilità di siti e località turistiche. Te lo ha ricordato ieri L’Unione Sarda con una pagina intera.
Tu puoi superare questa vicenda facendo spallucce, come stai facendo, oppure comportandoti da uomo, andando con la tua macchina, da solo, a trovare Alfio e la moglie. Ti stupirai: troverai gente accogliente, educata, che ti accoglierà col riguardo che merita la carica che ricopri e con la cordialità che esige ogni ospite.
Vai e chiedi scusa.
È un gesto semplice che fa bene all’anima.
Supera lo scalino della superbia istituzionale; forse ritroverai quello che eri prima che i consensi e le cariche ti facessero credere diverso da quello che sei.
Cari commentatori,
gli assessori, quando desiderano aderire ad un bando (è un’opzione, una scelta, non un obbligo) oppure avvertono la necessità o l’opportunità, hanno a disposizione diversi strumenti. Tra questi, la direttiva (una lettera con la quale danno un orientamento all’azione degli uffici, e in particolare al direttore generale) oppure, se volessero condividere collegialmente, una Deliberazione di Giunta.
Non avendone notizia, sarei portato a concludere che l’Assessore non ne avuto alcuna intenzione (lui, come si sa, è impegnato a portare gente in Sardegna).
A dire il vero, esistono altre forme, quali riunioni in esito alle quali si redige un verbale; una mail, da dove si evince un’intenzione, una richiesta di verifica sui tempi, della compatibilità dei carichi di lavoro dei servizi etc.; Anche una telefonata. In questo caso, si rischia però di non avere alcuna traccia. C’è qualcosa del genere che possa essere utilizzata a supporto delle accuse agli uffici per non aver fatto? Si o no? Non mi pare. Eppure, si insinua (ma questo è il mantra di questa legislatura) che la colpa sia dei regionali, notoriamente di traverso per partigianeria o indolenza. Sulla base di una evidente prova: il nulla.
Sono tempi strani, questi. Ricapitolando, c’è un signore sulla cui preparazione in tema di diritto amministrativo, codice degli appalti, management pubblico, fondi comunitari e normative varie in genere, pare possa avere qualche lacuna.
Leggendo il suo percorso professionale, non si ha evidenza di studi, di esperienze imprenditoriali, di carriere come dipendente o consulente di impresa nel settore turistico; di approfondimenti o di pari esperienze in tema di organizzazione o management pubblico (ci sono leggi che regolano il funzionamento). Dato che non sa nulla di niente, ha visto bene di ricorrere a consulenti e staff del suo gabinetto che non risultano essere esperti del settore. In breve, il governo politico del turismo (è s)governato da un gruppo di persone che hanno un sacco di cose in comune: la più evidente è NON SAPERE.
E con tutto questo, la spiegazione della mancata adesione ad un bando sarebbe quella della congiura o inettitudine dei sottoposti? Beh, ma non sarebbe più semplice pensare ad uno che semplicemente non sa di cosa parla e che corre il rischio di chiedere agli uffici di fare cose che non si possono fare oppure, come probabilmente in questo caso, non chiedere agli uffici le cose che questi potrebbero fare?
La spiegazione è così ovvia che pare bizzarro dare la colpa ai dirigenti o ai funzionari, cito testualmente “notoriamente in bassa classifica” (esiste un’alta classifica? Ah si, vero, leggiamo dalle cronache giudiziarie che c’è una lista nera, quella dei non graditi, e ovviamente una bianca, quella dei graditi, ma questa è un’altra storia) o che, sempre riporto testualmente “dovrebbero portare avanti le pratiche”, così, da soli, per iniziativa personale. Suvvia, non scherziamo.
Forse abbiamo 6 milioni da riprogrammare, volendo si potrebbe rimediare… almeno sul piano materiale
Posto che a Giannixeddu interessa il turismo stagionale declinato a Marketing di Bollycine, Expos ed E20, sono d’accordo sul fatto che di questa colpa o dimenticanza grave debbano condividere la responsabilità anche dirigenti e funzionari del servizio competente di quell’ Assessorato, notoriamente in bassa classifica, da quanto è dato conoscere, per efficienza del lavoro e ai vertici quanto ad appetibilità del lavoro.
Per non “pagare dazio” con nuove TANGENTOPOLI, la classe politica ha legiferato su una separazione fra potere politico e potere gestionale (dirigenti e apparato). Ancge se in realtà le cose non stanno esattamente così, tuttavia ora il politico può ordinare anche l’illegittimo (naturalmente solo verbalmente e attraverso scambi di influenze o “promozioni”) e scaricare le responsabilità delle loro decisioni ed errori sui dirigenti e/o sull’apparato: un bel grazie a Bassanini, ma solo dai politici e non dai cittadini. Tuttavia le ciambelle non sempre “vengono con il buco” e così avviene che i politici incapaci o ignoranti, qualcuno lo conosciamo tutti, diventano succubi delle decisioni dei dirigenti.
Per questo non possiamo più votare per persone che siano solo “brave”, ma dobbiamo scegliere persone che abbiano conoscenze e competenze sufficienti a “tener testa” ai loro stessi dirigenti. Non credo che possano servire altre spiegazioni del perché l’Italia e la Sardegna VANNO A ROTOLI.
Alfio hai tutta la mia comprensione ma ahimè c’è chi ha creduto che ci governa fosse capace di una rivoluzione nel gestire la nostra regione e invece siamo caduti nel baratro. Speriamo che si trovi la strada per uscire da questo baratro. Ti abbraccio Alfio
Non voglio assolutamente difendere l’assessore (minuscolo d’obbligo). Il politico non sa tutto (spesso non sa niente), il suo compito è dare l’indirizzo politico all’amministrazione a cui è a capo e verificare che venga fatto. Oltre a lui ci sono dirigenti, funzionari e impiegati che dovrebbero conoscere questi e altri finanziamenti e portare avanti le pratiche per richiederle. Ma spesso per incapacita, incompetenza e diciamolo anche antipatie politiche non fanno niente. E chi paga è la popolazione
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CONTEMPORANEITÀ
Capita spesso di interrogarmi su quale sarà il giudizio che le generazioni future esprimeranno nei confronti di questo momento storico.
Non essendo un personaggio di rilievo a me sarà riservato il giudizio esclusivo della mia discendenza,
Mi giudicheranno con la stessa fredda, lucida severità con la quale ogni generazione guarda al passato.
Se avrò ben seminato in termini educativi potrò confidare nella clemenza verso eventuali errori. Clemenza che si vorrà usare contestualizzando i miei comportamenti nello spazio tempo della mia esistenza.
Così non è per i personaggi politici di rilievo, già esposti al giudizio dei contemporanei. Nell’ipotesi di una caduta dal trono – poi – si è generalmente chiamati con severità a rispondere dell’operato come azione politica ma anche dell’operato come stile e comportamenti messi in campo nelle relazioni sociali.
Caro Professore, ogni tanto la colgo un pochino severo verso l’attuale assessore regionale al Turismo.
Costui merita tutto il rispetto dovuto ai self made man del mondo.
È stato capace di un salto sociale impensabile ai più.
Penso a Lord Charles Forte, emigrato italiano nel Regno Unito. Piccolissimo imprenditore, ebbe successo negli affari, fu nominato Lord.
Queen Elizabeth e consorte furono suoi ospiti per il rito del tè. Cosa non da tutti.
Tornando al nostro assessore – scusate la divagazione – non pare persona che necessiti di ostentare titoli accademici virtuali.
Chi lo conoscesse bene potrebbe dire di più sulla sua storia.
A me non è dato questo privilegio.
Il suo relazionarsi pubblicamente comunica invece in termini impliciti un livello professionale frutto di profonda esperienza e cultura politica, acquisite sicuramente non col sudore nello studio dei Testi di Economia, Diritto, Giurisprudenza. No.
Emerge sempre uno stile che pare acquisito e affinato in anni di frequentazione attiva delle aule di governo dei diversi livelli istituzionali: dai Consigli di circoscrizione ai Consigli comunali sino ad arrivare allo scranno più alto del potere isolano: l’assessorato regionale.
Possiamo parlare di aver raggiunto un posto alla tavola rotonda di Re Artù.
Il salto sociale non è poco.
Tutto ciò sarà ricordato come frutto di una volontà ferrea, di lecita ambizione e di scaltrezza.
E poi? ……………………………
E poi? …………………………..
E per noi comproprietari della cosa pubblica?
Oltre a riconoscere il lecito diritto al salto sociale, come e da cosa giudicheremo questi anni dedicati alla gestione della res publica?
Dai giudizi gratuiti verso l’operato dei dipendenti regionali?
Dalle esternazioni estemporanee su sistemi economici complessi (turismo) frutto della più profonda soggettività piuttosto che riferiti ad autorevoli studi economici pubblicati?
Professore, lei offre un ancora di salvezza non da poco ad un individuo completamente assorto dagli impegni di Cavaliere della tavola rotonda, proponendogli di mettere in campo un comportamento veramente significativo.
Che cosa rimarrà infine di tutti noi se abbandonassimo valori di alta sensibilità che dovrebbe caratterizzare ogni individuo?
Tra questi la capacità di riconoscere gli errori quali il mancato rispetto di un impegno assunto?
Il rischio maggiore potrebbe essere quello del giudizio che De Andrè riservò al giudice protagonista della sua canzone.
Ai posteri l’ardua sentenza.
Cordialmente
Ignazio s’Antigu
praticamente l’unica Regione che non ha chiesto il finanziamento!!! Luciana dice “un mondo del quale però sembra che a lui non interessi proprio nulla” chissà che un domani l’assessore non si ricreda
Un altro esempio di cecità…
Un caro saluto a Alfio
Il signor Chessa NON HA VOLUTO incontrare Alfio nel 2021. Una persona che dà un appuntamento ad un’altra non autonoma (che quindi deve organizzarsi con orari, mezzi, assistenza e quant’altro….) e non si fa vedere, è incapace di chiedere scusa perchè manca di sensibilità e conoscenza!
Gli “appuntamenti mancati” (per non dire pacchi!) sono stati due a nessuno dei quali sono succedute delle scuse.
Peccato perché gli avrebbe aperto tutto un mondo… del quale però sembra che a lui non interessi proprio nulla!!
Cherchez le Padel …