Serve osservare con distacco la formazione del governo della Repubblica italiana.
Prima regola della comptezione italiana: serve un nemico.
Seconda regola: dividere la gente ed educarla più all’odio del nemico (c’è un quotidiano italiano che educa all’odio, un mio amico lo chiama “Binu Malu”) che alla cura dei propri interessi.
Terza regola: spostare la magistratura italiana contro l’odiato nemico.
Quarta regola: fare la campagna elettorale più contro il nemico che per il Paese.
Quinta regola: dare il governo sostanziale del Paese al sistema finanziario del Nord Italia e quello formale al Sud, secondo antiche regole sperimentate prima e dopo Giolitti.
Sesta e ultima regola, la più importante: se non ti è riuscito di uccidere il nemico, facci il governo, perché tutti sanno che non conta il programma ma il potere.
Noi non odiamo, non educhiamo a odiare, conosciamo i nostri interessi, non ci facciamo dividere e non confondiamo il tubo digerente con le bandiere e gli interessi nazionali. Oggi continuiamo a curare gli interessi nazionali dei sardi a Torpè.