Prima un po’ di storia.
Nella serata del 24 settembre il cardinale Becciu veniva decardinalizzato da Papa Francesco.
Il 29 settembre, l’avvocato Ivano Iai comunica, quale legale della famiglia Becciu, cardinale compreso, di avere denunciato alcune persone per diffamazione aggravata e rivelazione dei segreti di indagine.
Lo stesso giorno Dagospia, noto sito di costume e di informazione, pubblica alcune foto dell’avvocato Iai al mare in costume da bagno, tratte dal suo profilo Fb.
Il 30 settembre, l’avvocato Iai rimette il suo incarico, perché le foto rilanciate da Dagospia sarebbero state causa “di ulteriore afflizione, che si aggiunge ai patimenti ingiusti subiti in questi giorni da Sua Eminenza il cardinal Becciu e dai suoi familiari”. Si capisce dunque che Iai si è dimesso perché qualcuno si è sentito afflitto dalle foto pubblicate.
Sempre il 30 settembre addirittura La Repubblica si occupa del caso e fa il titolo sul tema: “Caso Becciu, revocato l’incarico al legale di fiducia dopo le foto in costume“. Se qualcuno avesse ancora dei dubbi, Repubblica sottotitola: “Per l’imbarazzo la famiglia del monsignore dimissionario ha lincenziato l’avvocato Iai“.
Adesso commentiamo.
Il corpo dell’avvocato L’avvocato Iai è un grande uomo di legge, ma è anche uno sportivo, un salutista e un culturista (ostilissimo agli anabolizzanti).
Già questo suo equilibrio tra corpo e mente rappresenta un problema. Gli avvocati bravi, nell’immaginario invidioso italico, devono essere un po’ curvi e spanciati, meglio se imbolsiti, lordopatici, grigi di sguardo e di pelle, veloci di intrigo e di agguato, più furbi che intelligenti. Un uomo di legge con buoni addominali e dorsali non si regge, fa futta, come si dice in sardo!
I culturisti, poi, è noto, trattano il loro corpo come un’opera d’arte da compiere, lo collocano in ogni contesto, lo mostrano, non lo temono, lo fotografano.
La domanda è: cosa c’è di ignobile, di imbarazzante, di inopportuno in un corpo maschile in slip al mare, non in tribunale, al mare?
Cosa c’è di così sconveniente da chiedere cortesemente a un avvocato di rinunciare al mandato?
Di sconveniente nel corpo degli uomini e delle donne non c’è niente.
È sconveniente stare in costume al mare? Serve il burka?
O è sconveniente l’ambizione estetica del proprio corpo?
Ma se a difendere un alto prelato fosse stata chiamata una donna intelligente, elegante e colta che al mare avesse amato stare a seno nudo e in mutandina brasiliana, che cosa sarebbe accaduto, il rogo?
Il problema non è dunque nella gente colta e libera che senza alcuna oscenità ha un sereno rapporto col proprio corpo e con quello altrui, ma è semmai in chi ha secolarmente un problema con i corpi, con chi li copre perché li teme, perché ne è turbato.
Quanto radicato integralismo salda nell’ossessione corporea il peggiore cattolicesimo col peggiore islamismo!
Quanta ignoranza, dunque, dietro la revoca dell’avvocato Iai!
Quanto impervio senso dell’osceno!
Ma sono più osceni i bicipiti o le mandibole di tanti forchettoni che insieme a tante sottane talari hanno addentato tanti crostacei (anche in Sardegna) o i quadricipiti di un uomo? È più osceno un gran dorsale curato o un finanziamento discutibile?
Il corpo è infinitamente meno osceno della mente e del cuore, infinitamente.
La mente dell’avvocato Ma il dato più significativo è che la rimozione dell’avvocato abbia avuto la risonanza che ha avuto, con i giornaloni italici pronti a dedicare spazi e colonne.
Sembra quasi che non si aspettasse altro che beccare l’impeccabile avvocato Iai (quello che in udienza arriva in giacca e cravatta, a differenza di molti PM che arrivano in jeans e maglietta e usano con nonchalance la toga come uno spolverino) e beccarlo in difficoltà? Perchè?
Perché Iai è l’avvocato di diversi magistrati, non solo del caso Palamara, ma anche di altri casi, per esempio in Calabria, e i suoi avversari in tribunale sono da un lato il magistrato più potente d’Italia oggi, il dottor Gratteri, dall’altro la Procura attualmente più nota, quella di Perugia.
Perché Iai è un avvocato che sa cos’è un processo e sa di essere controparte dell’accusa; rispetta lo Stato, ma combatte, difende, fa valere il diritto.
Perché Iai è giovane e sta rompendo le tasche a molti avvocati capitolini sul viale del tramonto che mal tollerano concorrenze formatesi alla Luiss all’ombra di Giovanni Conso.
Cosa c’è di meglio nell’Italia attratta da Bannon, nell’Italia impaurita perché si ritiene invasa dai negri, nell’Italia della galera facile a furor di popolo, che un uomo di legge da dilaniare per il suo costume da bagno e togliere così di mezzo il suo cervello, troppo fino per la stagione della barbarie del diritto che sta vivendo la Repubblica italiana?
E dunque il problema non è lo slip dell’avvocato, ma l’utilizzo dell’occasione offerta dalle ossessioni clericali per liberarsi del suo cervello troppo autonomo, troppo istruito, troppo indipendente per gli standard della giustizia pattizia che si sta affermando in Italia: la polizia giudiziaria organizza la narrazione, la magistratura accusa, l’imputato, sicut dixit Davigo, può o dichiararsi colpevole o mentire, tertium, cioè difendersi, non datur.
Cosa ci sta a fare a piede libero un avvocato che non tratta ma discute e difende? È troppo di intralcio, suvvia. E allora si scatenino i grandi giornaloni sulla miserevole revoca del suo mandato, si liberino i cani per la caccia e si computino alla fine le membra dilaniate.
Noi siamo tra coloro che offrono rifugio a ogni uomo libero braccato e siamo consci che il mondo è stato sempre salvato da resistenti non malvagi.
Iai è di questa razza.
Passato il gossip, riprenderanno a parlare i tribunali, dove conta cultura e metodo e nient’altro.
Per il resto, bisogna aver pietà di chi ha paura di un paio di pettorali (maschili e femminili): dimitte illis, Domine.
Mah, ho la sensazione che si stia cercando di deviare l’attenzione dalla (OMISSIS) e dalle (OMISSIS) di Pattada e dintorni e della comunità, religiosa e non, di quell’area della sardegna, agli slip di questo tizio. Slip discutibili, stile discutibile e via dicendo, ma sono cavoli suoi, e il suo account instagram é una cosa sua personale. Quindi non resta che pensare a una strategia di confusione delle acque e distrazione dal focus…
Splendido testo, Paolo, …e bellissima l’immagine coi due cani!
Un avvocato coraggioso e corretto. Caro Paolo hai dimostrato ancora una volta l’onestà intellettuale di cui sei capace di difondere.
Purtroppo hai ragione. Avrei dovuto usare il condizionale.
Conosco l’avvocato Iai per il suo ruolo di Presidente del Conservatorio di Sassari e ne ho grandissima stima. Bravo Paolo, l’ennesimo articolo di intelligenza e coraggio rari
Tutto bello, tutto vero tranne che nei tribunali contano cultura e metodo e nient’altro. Falso.