Quando ho potuto leggere il testo dell’articolo della Finanziaria che stanzia 300.000 euro per uno studio sulla possibilità di istituzione di una flotta aerea sarda ho pensato: «Non ha imparato, è recidivo».
Il nostro Solinas, infatti, non è nuovo a queste avventure. Fu lui, da assessore dei Trasporti, a creare la flotta sarda, quella affidata alla Saremar che chiuse con 6 milioni di perdite per aver continuato a noleggiare le navi anche d’inverno e averle tenute ferme in porto. L’idea originaria era noleggiare le navi solo d’estate, ma lui no, decise diversamente e noi, tutti, pagammo.
Fu lui a creare i presupposti del fallimento Saremar, quello che turbò le notti della Giunta Pigliaru che dovette liquidare Saremar e sanare il buco.
La stessa persona oggi mette a correre 300.000 euro per studiare di rifare la stessa cosa nei cieli. Dal buco marino al buco aereo.
Prima di tutto chiediamoci se realmente vuole farlo o se si tratta di una onerosissima cortina fumogena.
La continuità territoriale aerea attuale finisce a maggio. Il problema è questo oggi, e non è un problema da poco. Poniamo che la Regione riesca in qualche modo ad arrivare a dicembre per poi procedere alla nuova gara. La consulenza dovrebbe arrivare a conclusione in termini tali da risultare utile per la costituzione di una nuova compagnia entro i termini di una nuova gara. Siamo alla follia.
Ma poniamo pure che con quattro salti mortali si riesca nell’intento di mettere su una compagnia sarda prima della gara. Poi c’è la gara. La continuità attuale, quella magra e antica, sta dimostrando che su Roma e Milano le compagnie guadagnano senza oneri per la Regione, purché abbiano livelli di gestione efficientissimi, costi contenutissimi, sistemi di controllo avanzatissimi. Una società sarda a totale capitale pubblico dovrebbe essere competitiva col privato nel contenere i costi, generare utili ed essere capace di investirli nell’abbattimento ulteriore delle tariffe. Solinas, anziché impegnarsi nell’allargamento della continuità territoriale ad altre rotte oltre Roma e Milano, pensa di rifare entro il 2022 una società pubblica sarda più efficiente della più efficiente delle private che comunque voli solo tra Roma e Milano. Una follia cui non crede neanche lui, ma che un sistema, che lo ha lasciato politicamente impunito rispetto al primo azzardo, gli consente di replicare con lo stesso scopo propagandistico e dissipatorio della prima. Non si dimentichi, infatti, che nel 2023 si va a elezioni politiche e amministrative e che Solinas si candiderà al Parlamento italiano da Presidente in carica. Dunque, non vuole fare una compagnia, vuole parlarne e le sue chiacchiere valgono 300.000 euro. Nostri.
Credo, a questo punto, che si possa capire perché uno dei più composti consiglieri regionali di opposizione, un curato d’altri tempi, dinanzi alla norma in votazione, abbia esclamato: «Arrodugò!», nota espressione dello slang cagliaritano così tradotta da Malvio de Cupin in italiano aulico: «Le forze oscure del male si congiungano carnalmente con lui usando una certa veemenza». Qui i modelli della flotta pubblicati dalla Nuova.
In Italia la gloriosa compagnia aerea Alitalia non esiste più. La nuova ITA fatica a decollare e sembrerebbe destinata ad essere controllata da una compagnia straniera. La commissione europea ci prende a pernacchie ad ogni tentativo di configurare una continuità territoriale che stride con le regole europee. Risultato? Procedure di emergenza e proroghe all’ultimo secondo.
Siamo seri. Ma chi crede che la politica sarda e la Regione siano così speciali, geniali e capaci di varare e soprattutto gestire una flotta aerea? Il tema serve solo per distribuire consulenze inutili. Pagare con soldi pubblici qualcuno per farsi spiegare la radice quadrata quando ancora non si riesce ad imparare le tabelline.
Prof. Pabassa, per chi lo conosce, scriverebbe una bella formula: FAS=AxDxG. Flotta aerea sarda=Arro’ du go’!
Ho avuto una maestra elementare molto sensibile ai problemi della Sardegna, iniziai allora a sentir parlare di flotte aeree e marittime dell’isola. Dopo 50 anni arrodigo’ abberu, sarà mai!!!
Ma bazi!… Christian at a zúghere sos bator moros… Sos moros, mamma mia, in cabertura? No!! Incorporados, intro de “domo“, suta de sa cabertura, no mancu che a Dimónios de sa Brigata Sassari chi nessi faghent música bella, ma che dimónios (ideale bellu pro nois Sardos, sos dimónios!).
E poi, si nos paret nudha, sos éuros chi cheret ispèndhere za sunt solu pro pònnere àtera zente a istudiare, pro ischire comente si faghet sa “flotta” cun sos bator moros pro pesare a bolare… sos Sardos.
In prus, sos Sardos puru za isperamus de mòrrere fintzas chentza “flotta” e su chi contat est chi, si éuros b’at, éuros s’ispendhat ca tantu, sinono, no ndhe manigant mancu sos canes.
Errata corrige : in divisa; boiardo di stato
A Villa Clara, prima di basaglia, passeggiava un tale il divisa militare e il palmo della mano infilata nel bavero del cappotto: diceva di essere Napoleone, e ad ogni va e vieni nella boulevard della villa, si incrociata con un tizio, vestito di grisalglia , dicendo di essere un biliardo di stato che, se incaricato, avrebbe risanato il bilancio delle ferrovie dello stato e dell’Alitalia.
Da qualche giorno pare che abbiano forzato il cancello di villa clara e nel viale pieno di foglie morte, si aggira un signore in tygh e cilindro, dicendo di voler rifondare l’Alisarda, la Meridiana e l’Airitaly… dove hanno fallito l’Aga Kam e gli arabi traboccanti di petrodollari, inseguito dal capo gruppo dei leghisti sardi, infuriato perché sostiene di avere il copyright della compagnia a bandiera 4 mori ! Quanta confusione nei cieli di casteddhu .