Sardegna chiama Sardegna, una delle poche formazioni politiche che, dopo la sconfitta elettorale (si schierò con la coalizione di Soru), ha continuato a organizzarsi e a fare proposte stando fermamente all’opposizione, ha promosso su change.org la petizione intitolata Fondi pubblici in Sardegna: basta favoritismi! Ora bandi trasparenti e oggettivi!
È una iniziativa contro il sistema di distribuzione a pioggia, grazie alla conoscenza di uno o più consiglieri regionali, di soldi pubblici a privati, senza alcuna regola o criterio diverso da quello clientelare.
«Soltanto nel 2024, i consiglieri regionali di centro-sinistra e centro-destra hanno prima destinato a enti, associazioni e comuni “amici” più di 17 milioni di euro con l’allegato G dell’assestamento di bilancio 2024-2026 (L.R. 8 agosto 2024, n. 13, pag. 429), poi, a inizio novembre, quasi 22 milioni e 500 mila euro con l’allegato 4 della nuova variazione di bilancio (L.R. 21 novembre 2024, n. 18, pag. 99). In questo modo quanti progetti validi non ricevono il giusto sostegno dalla Regione Autonoma della Sardegna? Chiediamo che il Consiglio Regionale metta fine a questa pratica e adotti un modello trasparente di spesa pubblica, basato su bandi accessibili e valutazioni oggettive».
Sono ben consapevole che una petizione non cambia il mondo, ma esattamente come la raccolta firme della legge Pratobello (in larga parte sprecata per l’incapacità di notare che il grosso dei firmatari non era fatto di estremisti urlanti, ma di moderati ragionanti), in un tempo di politica oligarchica parassitaria (cioè a redditi alti immeritati rispetto al valore civico dimostrato e, forse, dimostrabile), costruire un ampio dissenso di popolo verso la classe politica corrompente più che corrotta, è molto importante.
Ricordo a memoria l’ordinanza del giudice Ornano sui fondi dei gruppi, quell’atto che, in punta di diritto, censurò il transito di denaro pubblico nei conti correnti dei consiglieri regionali fino a configurare il reato di peculato fino a prova contraria. Ebbene, in quella circostanza, una marea di uomini politici venne condannata, pur risultando evidente che non vi era stato alcun dolo, perché tutto era avvenuto nella convinzione della liceità dei comportamenti (fatte salve alcune vergognose eccezioni).
Oggi, la scelta di dare soldi a pioggia ai privati senza procedure, senza istruttorie e addirittura senza emendamenti firmati, ma solo con una tabellina che giunge al voto già compilata e che accuratamente non viene discussa, è o non è dolosa? E basta il fatto che si commetta probabilmente un reato attraverso una legge per giudicare non perseguibili i legislatori che la votano?
Resto convinto di un’idea: il Palazzo di Giustizia di Cagliari è diventato un gigante addormentato che non sente, non vede e non parla. Prima arrestava per una scorreggia, adesso nulla. Meglio così, ovviamente; meglio un ladro in più in giro che un innocente in più in galera, ma sui reati dei colletti bianchi mi pare si stia esagerando in assenza e il malcostume sta dilagando.
Vorrei capire da lor signori se non merita almeno una discussione accademica, non dico immediatamente giudiziaria, ma almeno accademica, il fatto che il legislatore usi le leggi per premiare con soldi e non con medaglie, propri amici, sodali, elettori e quant’altro. E mentre lor signori sonnecchiano, i volponi scoprono che il modo migliore per tacitare quelli che illustrano la degenerazione del potere è fare denunce facili facili, che aprano almeno un’indagine, costringano a pagare avvocati ecc. ecc. È la carta bollata usata come bavaglio. Ovviamente funziona solo contro i pavidi e contro i poveri, ma non contro i liberi.
Per tutte queste ragioni è opportuno firmare.
Egregio Lucano, no no, in moltissimi casi le pezze giustificative c’erano ma sono state giudicate congrue in alcuni casi e colpevoli in altri. Sono processi che conosco al milligrammo.
Si firmerò, per dovere e con grande piacere.
Firmato e condivisa la petizione anche se temo non servirà a nulla..
Non c’erano le pezze giustificative, in relazione alle spese pazze dei gruppi, cosa assai grave. Ben piu grave della destinazione di denari pubblici ad enti o associazioni, senza bando alcuno. Il punto è un’altro: sono denari buttati? Sono denari buttati!
Sic et simpliciter