E dunque, il senatore sardista Doria non è più senatore.
Come non lo era diventato per suo merito, ma grazie al successo leghista, così non lo è più per la disfatta del Carroccio.
In fin dei conti è stato coerente fino alla fine: è affondato con la nave. In questo, ha avuto più dignità lui dei tantissimi sardo-leghisti della vittoria del 2019, oggi già divenuti camerati.
Reso dunque omaggio al coerente inabissamento con naviglio dell’ex senatore dei sardi, bisogna affrontare il tema politico che si affianca alla sua sconfitta elettorale.
Quanto ha perso con lui il presidente Solinas?
Quanto hanno perso con lui quelli che niente hanno di sardista, ma che tanto sperano di avere da chi comanda verniciandosi di sardismo?
Quanto ha perso la massoneria di potere (quella che ha anche la forza di ispirare qualche indagine giudiziaria o di farla fallire)?
Mi spiego: non si sa, né mai si saprà, se il presidente Solinas sia o non sia massone, come non lo si è saputo dei suoi predecessori. Allo stesso modo, non sapremo mai se Doria sia o non sia un fratello.
Certo però, se mi è consentito e se gli interessati non si offendono, se non lo sono, lo sembrano. Ed è su questa sembianza che vorrei soffermarmi un attimo (parlo ovviamente dei ruoli pubblici delle persone, non della loro sostanza, che rispetto perché, come quella di tutti, è un mistero).
Una delle tante cose che mi piacevano di Umberto Eco era la sua straordinaria e dissacrante competenza sulla massoneria, un’organizzazione, diceva, concorrenziale col trono e con l’altare.
Lui ne distingueva una illuminista, laica, liberale, riformista, e l’altra pretenziosamente illuminata, occultista, con accampate antiche origini fino ai templari (e qui il sistema delle panzane s’ingrossa, ma sarebbe lungo parlarne, tanto è che massoni che recentemente si dovevano confrontare con don Tamponi, se la sono poi data a gambe), pasticciona e pasticciata culturalmente ma, giacché illuminata, boriosa, segretamente cattiva e pericolosa.
La prima, quella che potremmo definire mazziniana, fatta di gente che lavora, che cerca di fare al meglio il proprio lavoro, che cerca di dare gambe alla fraternità egalitaria di rivoluzionaria memoria, in Sardegna è in rovina; la seconda prospera, e tra templi, triangoli, rosacroce e altre straordinarissime e irresistibili minchiate, si occupa di promozione di militari, di concorsi di medici, di carriere universitarie, di mediazioni immobiliari. Questa è la massoneria delle relazioni avvolgenti (c’è un sindaco in Sardegna, cattolicissimo e massonissimo, che leggiadramente e avvolgentemente incarna queste contraddizioni. Ogni volta che lo vedo al fianco di un vescovo, rido).
Magari mi sbaglio, ma ho la sensazione che la sconfitta del duo Doria-Solinas sia anche la sconfitta della massoneria delle relazioni avvolgenti, o, qualora essi non siano massoni, del sistema delle relazioni avvolgenti.
Difficile rappresentare che cosa sia il sistema delle relazioni avvolgenti. Esso è come i Rosacroce: una balla cui tanti hanno creduto fino a farla divenire terribilmente reale. Posso provare a descriverlo.
C’è un ceto in Sardegna che teorizza e pratica l’inutilità delle convinzioni politiche, perché, in ultima analisi, non è interessato a capire, modellizzandolo, il mondo, ma è solo interessato a stare dalla parte di chi comanda. La democrazia ha però reso questa parte mobile: una volta comanda uno, un’altra c’è l’altro e questo è, per chi vuole stare sempre al comando, un problema, un fastidio. Per superarlo, quale miglior cosa di un’organizzazione che mette insieme tutto e il contrario di tutto, ma garantisce che in quel tutto c’è sempre chi comanda? Serve un ufficiale di Polizia Giudiziaria? Eccolo! Serve un primario? Eccolo! Serve una candidatura? E quando mai! Serve colpire un avversario? E che problema c’è? Riuniamo un po’ di amici in divisa e seminiamo il discredito. Serve impedire di costruire un’infrastruttura perché nel frattempo se ne sta costruendo un’altra? Detto e fatto. Serve che le istituzioni in campo ambientale non funzionino perché i rifiuti sono un ottimo business? Serve che una clinica muoia perché un’altra prosperi? Fatto! Serve una laurea veloce veloce? Fatto.
Non intendo dire che il duo Doria-Solinas abbia fatto una o più di queste azioni. Non ho prove per affermarlo e non lo affermo. Sostengo che la loro azione ha agevolato, consapevolmente o inconsapevolmente è difficile dirlo, questo drammatico e scivoloso mondo a vocazione carnivora, che non crede in qualcosa, che non ha basi ideologiche o culturali, ma solo consistenze pratiche e di relazione. È il mondo plasticamente rappresentato all’ultima inaugurazione dell’anno accademico turritano che mise insieme scienziati e l’ex on. Razzi. Serve altro?
Ecco, io penso che la sconfitta del duo Doria-Solinas segni una battuta d’arresto della politica delle relazioni avvolgenti, delle relazioni per il potere. E ne sono contento.
Caro Professore
Sappiamo che sa più di quello che ha scritto per cui sappiamo anche che non cambierà nulla
Purtroppo non vi è solo il Sindaco di fianco…e i grembiuli non passano di moda
Un caro saluto
Abbiamo pubblicato tutti i suoi commenti. Non capisco.
Mi dispiace non aver condiviso il mio commento. Qual’e il problema ?
“C’è un sindaco in Sardegna, cattolicissimo e massonissimo” è un ossimoro.
Faccio garbatamente notare (credo lei lo ricordi) che la Congregazione per la dottrina della fede il 26.11.1983, con dichiarazione non superata, ribadiva: “Rimane pertanto immutato il giudizio negativo della Chiesa nei riguardi delle associazioni massoniche, poiché i loro principi sono stati sempre considerati inconciliabili con la dottrina della Chiesa e perciò l’iscrizione a esse rimane proibita. I fedeli che appartengono alle associazioni massoniche sono in stato di peccato grave e non possono accedere alla Santa Comunione”.
Poi sul misteryum iniquitatis e sul fatto che anche diversi prelati possano farne parte, questo è evidentemente un altro discorso.
Caro professore,
vorrei condividere la sua contentezza ma io sono meno ottimista.
Il potere è un mostro dalle mille teste. Quando pensi di averlo annientato ricompare sotto mentite spoglie.
La politica delle relazioni avvolgenti si nutre e prospera grazie all’indifferenza e alla rassegnazione della gente comune che, pur di avere un tozzo di pane per se e per i propri figli, è disposta a sopportare anche le più odiose ingiustizie. Solo quando si arriva al limite le folle esplodono. Ma la nostra società occidentale è composta, per la maggioranza, da pensionati e assistiti con la pancia sufficientemente piena. Difficile che abbia uno scatto d’orgoglio. Se qualcosa succederà sarà ad opera dei giovani o dei nuovi immigrati. Queste sono le categorie che avrebbero tutto il diritto di ribellarsi a questo sistema.
Bella custa lughe, Paulu!