Nel campionato di calcio di eccellenza della Sardegna giocano 19 squadre.
L’eccellenza è ancora considerata una categoria dilettantistica, tuttavia un campionato costa a una società che non ambisca alla promozione intorno ai 150.000 euro; se si punta a vincere il campionato i costi si duplicano.
Il Consiglio regionale della Sardegna, nella finanziaria 2023, la finanziaria dei soldi pubblici svergognati regalati a amici e fiancheggiatori, ha deciso di concedere un contributo a sole due delle 19 squadre:
Cs Bosa = 130.000 euro
Nuorese = 50.000 euro.
Ovviamente la domanda è: cosa hanno queste due squadre in più delle altre?
Risposta: nulla, assolutamente nulla.
E dunque, perché loro e solo loro godono di questo privilegiato contributo.
Risposta: perché almeno un consigliere regionale – e non è difficile immaginare chi sia, almeno in un caso – ha proposto di elargire a suo piacimento soldi pubblici in regalo a queste due società private.
Allo stesso consigliere regionale, non è venuto in mente che avrebbe potuto firmare un emendamento che prevedesse il finanziamento di tutte le squadre di eccellenza della Sardegna. No.
E non gli è venuto in mente perché le squadre non giocano tutte in una stessa provincia e in uno stesso collegio elettorale.
Il suddetto consigliere regionale può essere legittimamente mandato dove merita, ma i Sardi devono sapere che finché vi saranno i consiglieri regionali eletti anche grazie ai contributi elargiti ad arbitrio, quale destino si pensa che possa avere la Sardegna se non un meritatissimo declino?
Jacopo Pistis, iat a èssere s’Unione sarda? (de is Sardos)
Io conosco diverse società di eccellenza che hanno avuto problemi con i loro impianti è hanno giocato fuori dal loro comune ma non hanno ricevuto 1€.
Al di là dell’articolo – vado fuori tema – io spero sempre che lei, caro Paolo Manichedda, riesca a tessere rapporti con Mauro Pili e creare un nuovo soggetto politico che possa riportare un po’ di rispetto e giustizia alla Sardegna e ai sardi. Voi due, siete le uniche figure in grado di far ciò. Di tutte le giunte legate a Roma abbiamo assistito solo all’indebolimento politico Sardo e alla deturpazione continua della nostra terra. Ripongo sempre questa speranza, soprattutto ora. Non credo rimanga molto tempo per poter salvare la nostra amata terra.
Asseminese ora (San Marco Assemini prima)
La Palma Monteurpinu da quest’anno
Squadre che non hanno e non avranno campo dove giocare, che spendono fior di quattrini per viaggiare tra Elmas, Siliqua, Villa San Pietro, Capoterra, Villasor ecc. e far giocare le proprie squadre. Arriveranno anche a loro queste sovvenzioni pubbliche?
Considerate forse che il Bosa sta giocando da 2 anni nel massimo campionato regionale sempre fuori casa ?
Con questo andazzo il consigliere on. che fa il fr…o con il c..o dei Sardi avrà una manciata di voti dal beneficiario e molti, quelli che nòn raccolgono manco le bricciole, lo segneranno a fuoco. Spero!
Questo succede anche negli altri assessorati.
Esempio: l’on. OMISSIS sbandiera a quattro venti che ha raschiato oltre due milioni di euro per rattoppare le strade urbane di Olbia e non mi risulta che il rastrellatore di preferenze abbia avuto tempo per il resto del suo collegio elettorale gallurese. Siamo abituati a leggere che gli oneri di urbanizzazione di Olbia li devono pagare i sardi , compreso il dissesto idrogeologico, le cui colpe non sono da attribuire a madre natura matrigna, ma solo all’ ingordigia umana. Però non rassegnati.
da dirigente di società di calcio giovanile confermo che elargire soldi pubblici in forma di pura liberalità (a prescindere da bandi che prendano in esame le esigenze e le finalità delle diverse realtà sportive) è semplicemente immorale.
parte dei soldi di tutti, e quindi anche miei, vanno a sodalizi che per “mantenere la categoria” arrivano a stipendiare, dico stipendiare, tecnici e giocatori: trattandosi di dilettanti mi sorprende lo stupore di Luigi perchè il Bosa “non becca un soldo pubblico”; e perchè dovrebbe, non solo il Bosa, ma la Macomerese il Selargius l’Alghero o chiunque altro? solo perchè gioca fuori sede? vogliamo dire che si tratta di neanche venti chilometri? che motivazione è?
da chiarire, niente contro il Bosa nè contro chi, da calciatore o tecnico, si fa pagare la propria abilità.
lo scandalo è, da parte del politico di turno, elargire prebende a pretesi semiprofessionisti non attingendo alle proprie tasche ma a quelle dei contribuenti.
a pensare alle acrobazie che occorre fare per far giocare allenamenti e partite ai nostri ragazzini, senza altra pretesa che far loro coltivare una passione educativa e sana, e senza altro sostegno che quello dei genitori e di qualche sponsor che non pretende neanche pubblico riconoscimento, viene veramente da incazzarsi.
grazie signor presidente, signor assessore e signor consigliere regionale
costantemente ci date la sensazione che il vostro posto lo potremmo occupare degnamente anche noi e che, tutto considerato, saremmo dei buoni amministratori, ca “gai b’est bonu fintzas s’ainu”
Che peccato non sia stata inclusa tra le cover di Sanremo di quest’anno, o che Benigni non l’abbia citata:
“Di questo cavolo di pianura,
di questa terra senza misura,
che già confonde la notte e il giorno,
e la partenza con il ritorno,
e la ricchezza con il rumore,
ed il diritto con il favore,
e l’innocente col criminale,
ed il diritto col carnevale.”
Nei nostri paesi ci sono tanti bambini e ragazzi che non possono praticare uno sport, perché da un lato le famiglie non possono sostenere i costi, dall’altro perché stanno sparendo le discipline sportive diverse dal calcio.
Cosa si fa? Si finanzia una ben determinata squadra di calcio dilettante. Ecco risolti i problemi dello sport in Sardegna.
Qualche settimana fa ho sentito che in un Comune del cagliaritano si è deciso di conferire un riconoscimento (una semplice pergamena) ad atleti delle società sportive che avevano conseguito risultati a livello regionale nazionale o internazionale. È stato sorprendente scoprire l’esistenza di tanti giovani campioncini (nuoto, pattinaggio, danza, arti marziali, basket, calcio, tennis ecc.).
I risultati di quei campioncini sono frutto di tanto autofinanziamento da parte delle famiglie (quelle che possono permetterselo), per questo il finanziamento diretto ad una sola società di calcio di un solo paese è scandaloso.
Non è necessario avere una squadra di calcio in Eccellenza né per Bosa né per Nuoro, né per nessun altro. Forse occorre anche il pudore oltre il buon senso, quando si amministra denaro della collettività. Poi ci sarebbero priorità e facezie, cose serie e ridicole e così via. Per scegliere da che parte andare insomma occorrono infrastrutture della politica. Ma qui è saltato tutto alla base nelle fondazioni.
Bosa, Nuorese, Fondazioni, Associazioni, Sovvenzioni, Elargizioni: E dunque questo che noi qui nell’ isola dell’autoerotismo politico chiamiamo politica?
Se siamo d’ accordo vuol dire che siamo rassegnati non solo al declino ma alla sconfitta della democrazia e all’abuso dei regnanti di turno.
Per me questa roba descritta negli articoli di questi giorni non è politica ma solo sordido brodo di coltura del voto di scambio, grigia anticamera di vecchi marciumi che evidentemente solo una minoranza vorrebbe debellare: cose non dissimili da quello che nei luoghi liberi e davvero democratici verrebbero declinati come pratiche indecenti, quindi reati.
Comunque a me che vivo lontano da Cagliari e dai suoi cedimenti per così dire “strutturali”, da bottegicce e hard discount delle prebende, farebbe piacere conoscere i nomi e i cognomi di questi onorati consiglieri leoni dell’emandamento.
Luigi,
cerchiamo di essere seri.
Il Bosa ha costi alti perché ha fatto lo sborone e ha nella rosa 8, diconsi 8, stranieri. Non è che i costi della barra devono essere pagati dalla Regione!
Inoltre, noi dirigenti sappiamo bene che esiste un modulo di rendicontazione per costi ulteriori patiti per problemi con le strutture. Quindi, smettiamola di dire balle e chiamiamo le cose per quello che sono: regalie politiche che con lo sport non hanno niente a che fare.
Queste sono ingiustizie.
Luigi, ma per favore, non banalizziamo. Parlo con giustizia e se dovessi seguire il suo ragionamento, allora direi che un consigliere regionale come si deve, dovrebbe fare una ricognizione dei bisogni di tutte le società sportive e fare una legge per tutti, come peraltro prevede il nostro ordinamento, non fare regalini non finalizzati, ma generici come non mai nell’oggetto, solo a quelle della propria città. Quanto all’essere macomerese, la invito a verificare i miei dieci anni da consigliere regionale e a trovare un solo emendamento a favore di questa o quella società sportiva del mio paese. Ho fatto leggi per tutti (pensi solo ai cantieri verdi e ai piani di utilizzo degli operai Tirsotex in cassa integrazione per aiutarli ad arrivare dignitosamente alla pensione). Quando una società sportiva mi ha chiesto aiuto, ci ho messo soldi miei, tracciati, e ho dato loro istruzioni sulle possibilità previste per legge per ottenere da soggetti privati altre risorse.
Professore, devo essere sincero.
La stima verso di lei sta andando a scemare.
Entrando nello specifico dell’articolo bisogna essere intellettualmente onesti.
La città di Bosa, ha visito sovvenzionate praticamente tutte le società sportive, è stata immagino una scelta precisa, finanziamenti molti dei quali atti alla sistemazione di campi e strutture pubbliche abbandonate da decenni, ridotte a ruderi o quasi (cosa c’è di male?)
Cita il Bosa, squadra che milita nel campionato di eccellenza, che non becca mai un soldo pubblico (intendo fondi comunali messi a bilancio), a differenza della totalità delle altre.
Bosa ha la sua prima squadra di calcio che gioca ininterrottamente da due anni senza un campo da calcio, sa cosa vuole dire? Dovevano farla fallire?
Un rappresentante regionale, deve essere presente e sul pezzo su tutto, dai trasporti, alle strade, alla sanità, ma perché dimenticarsi dello sport? Cosa che tutti fanno?
Potremo poi discutere sulla lentezza burocratica dei lavori al campo Italia di Bosa, ma non sono un tecnico, ma solo un appassionato del mio territorio e dello sport in genere.
Spesso si dice, eh ma quei soldi potevano essere utilizzati per altro, si veda la sanità.
Posto che un argomento non debba escludere l’altro, il territorio della planargia, in particolare la croce rossa di bosa mi pare abbia preso una grossa cifra per l’acquisto di autoambulanze moderne.
Alla fine mi chiedo, in simpatia, ma non è che parla da macomerese e non da politico?
Gentilissimo Paolo, faccio un ragionamento analogo. L’Ilva di La Maddalena, quando era in eccellenza, era l’unica squadra che quando andava in trasferta doveva pernottare dal giorno prima. Eppure nessuno gli ha concesso finanziamenti pubblici. Se poi vogliamo fare una ricognizione nelle squadre di eccellenza sul costo e sui disagi legati alle condizioni degli impianti sportivi, io sono disponibile e sono certo che i disagi del Bosa troveranno corrispettivi analoghi altrove. Tuttavia ti faccio notare che queste somme sono erogate al Bosa per il funzionamento, non per le strutture; viceversa, sempre a Bosa, all’ASD Stella Maris sono stati concessi ben 150.000 euro per il rifacimento della struttura polivalente a Campu ‘e Mare. Se dunque si voleva aiutare il Bosa per il campo, ben altra doveva essere la finalità dello stanziamento. Non ti sfugga, infine, che sulle società sportive di Bosa vi sono contributi a pioggia assolutamente ingiustificati e privilegiati, posto che in questa quantità e con questa capillare diffusione non se ne registrano altri in altri paesi della Sardegna.
Non mi meraviglio, perché anche in altre discipline, lo stesso evento svolto a Cagliari veniva finanziato con 700 mila euro, al nord della Sardegna, la stessa manifestazione aveva un contributo di 30 mila euro dopo dettagliato rendiconto con allegate pezze giusticative.
Nel caso specifico, spero che i presidenti delle squadre che non hanno beneficiato dei contributi exstra, facciano da cassa di risonanza.
Caro Paolo, qui manca una considerazione fondamentale per il tuo articolo: il Bosa è l’unica squadra di Eccellenza che da oltre 2 anni è senza campo di gioco. E quindi gioca e si allena in trasferta. Suni, Pozzomaggiore, Bonorva. Per farlo ha dovuto investire risorse ingenti per rendere agibile un terreno di gioco (a Suni), e pagare fior di quattrini per giocare negli altri stadi citati. A questo aggiungi i mancati incassi della domenica. L’unica vera entrata per una squadra del genere.
Non dico che il finanziamento ricevuto sia corretto, ma secondo me queste informazioni aiutano a capire il contesto.
Magari c’è da chiedersi perché i lavori di riqualificazione del campo Italia di Bosa vanno a rilento o addirittura sono fermi da mesi. Quale incapacità politica e amministrativa abbia portato a una situazione del genere. È un tema da indagare.
Bastardi. Bastardi.
Dieci giorni fa mi è stato diagnosticato un tumore in testa grande come un un’uovo che mi sta rendendo cieco e che bisognava rimuovere ieri meglio che oggi, Dopo un giorno di telefonate al cup ho capito che se volevo salvare il salvabile dovevo pagarmi in privato gli accertamenti propedeutici all’intervento per poi fare l’ intervento di asportazione in convenzione in una clinica del continente;
ma perché qui in Sardegna paghiamo le tasse e poi se abbiamo urgenza di curarci dobbiamo curarci altrove?
Perché chi non ha la possibilità di pagarsi le visite in privato a 200 euro a botta deve aspettare 10 mesi ( i tempi del cup) per fare gli accertamenti che gli servono? per salvarsi la pellaccia?
Perché la casta dei bastardi ha permeato il consiglio regionale della Sardegna con alcuni dei suoi rappresentanti e con la cassa di tutti i Sardi saziano gli amici che fra un anno renderanno grazie coi voti..
Intanto gli ospedali chiudono, i medici non si trovano, si costruiscono stadi, si finanziano le squadre di calcio….
Bastardi
“Cicero pro domo sua” resta sempre attuale, come anche il Marchese del Grillo.
Pudore, non pervenuto.