Mentre Don Ettore Cannavera, a scanso di equivoci, fa sapere di non essere interessato ad essere coinvolto al gioco del totonomine, così come l’imprenditrice Daniela Ducato,
mentre altre personalità vicine al centrosinistra si dichiarano disponibili a entrare nella mischia elettorale per dare un fattivo contributo ad una difficile, ma sempre possibile, rinascita della Sardegna,
mentre si continua a fare a gara a sciorinare i nomi di una valanga di fantini papabili (o bruciabili) da mettere in sella ai cavalli (purosangue o ronzini lo si saprà dopo) in corsa per il Gran Premio Presidente della Regione, in programma il 16 febbraio,
già fin d’ora, raccolta firme permettendo per le formazioni politiche alla quali non aderisce un consigliere regionale uscente, possiamo fare l’aggiornamento parziale di quella che sarà una vera e propria Fiera del Bianco per la molteplicità di liste e di candidati governatori da inserire nella scheda lenzuolo che gli elettori dovranno piegare, stirare e inserire nell’urna.
Al momento gli aspiranti presidenti sono sei:
Ugo Cappellacci va alla caccia della conferma per il centrodestra che strizza l’occhio al Partito Sardo d’Azione e che arruola una frangia del Movimento Zona Franca;
gli altri pro free tax zone, invece, puntano sul pensionato Gigi Sanna, ex professore di latino e greco e già vicesindaco di Oristano 25 anni fa;
l’ex presidente della Regione Mauro Pili ci riprova alla guida della formazione autonomista Unidos;
il Fronte Unidu Indipendentista propone Pier Franco Devias;
Meris di Doddore Meloni indica Cristina Puddu;
la scrittrice Michela Murgia si è messa alla guida della coalizione Sardegna Possibile.
Fino a metà gennaio c’è tempo per aggiungere gli altri pretendenti: in testa quello (o quelli) di un centrosinistra alla ricerca di una personalità capace di riunire le varie anime della coalizione. Punto interrogativo sul Movimento 5 Stelle in parziale rivolta per lo scarso interesse alla consultazione isolana mostrato da Beppe Grillo. (MM)