Io e Soru
Un ex giornalista, che per convenzione chiameremo Grillini, mi attacca per questo articolo che ha avuto 22.500 lettori, per ora.
Grillini dice, senza fare il mio nome, secondo uno stile praticato in determinati ambienti non proprio eleganti (uso lo stesso stile allusivo come piaghere torradu), che io sono stato sconfitto elettoralmente.
È verissimo, più di una volta.
Ho anche vinto.
Sono stato eletto due volte consigliere regionale e sono stato assessore regionale e il tutto senza leccare i piedi a nessuno.
Mai stato, però, capo o ideologo del partito di Soru. Non foss’altro perché, nell’ordine: 1) il capo era Renato, non io; 2) era ed è un capo con molte idee originali, cioè non ha bisogno di chi gliene presti; 3) non esiste il consolato tra personalità silvestri come la mia e la sua. Prima correzione.
L’opposizione a Solinas
Grillini mi accusa di negligenza oppositoria verso la Giunta Solinas.
Scrive: «E proprio gli intrighi della Giunta sardista salviniana non hanno trovato traccia di accanimento mediatico nel livore del noto ex capo di partito ideologo».
Qui si rasenta il ridicolo.
Chiamerei Solinas a testimone della dura opposizione che io gli ho fatto, anche allora, da solo.
Più di una volta Grillini ha ripreso notizie e analisi date da me giorni prima di lui.
Però questo è l’indizio di un tratto caratteristico del Nostro: Grillini cita e legge solo Grillini.
Voglio essere indulgente: Grillini si informi su quale membro della Giunta Todde aveva parenti strettissimi nello staff di Solinas e più di una volta, nel fine settimana, si è intrattenuto/a a pranzo con lui per anni, a Villa Devoto.
Si informi bene. Con certezza, io e Christian non beviamo un bicchiere d’acqua allo stesso tavolo da almeno 6 anni. Altri/e non possono vantare questa certificata distanza. Capita agli stolti di essere convinti di combattere per la Francia e non accorgersi di essere sotto la bandiera della Spagna. Seconda benevola correzione.
Chi perde ha torto
Secondo Grillini, chi perde ha torto; io non avrei diritto di critica perché sconfitto. Siamo al fascismo puro.
Il problema è che il grillismo non tollera l’opposizione e io sono all’opposizione.
Da solo?
Da solo, mai avuto paura della solitudine. Resta la fallacità logica della pretesa del silenzio per sconfitta.
Va bene tutto, anche ignorare che Sardegna e Libertà è un organo di informazione (con molti lettori) registrato in tribunale e che dunque è tanto legittimo quanto lo è Indip; o dimenticare che io sono qualcosa di più articolato di un politico di lungo corso e che sono in primo luogo un uomo, poi un docente e poi anche un giornalista pubblicista, al quale frequentemente gli organi di informazione fanno ricorso per verificare alcune notizie.
Va bene tutto, ci sta, il signor Grillini ha una certa età e non sa di me, ma soprattutto ha forse voluto costruire retoricamente l’indebolimento della credibilità dell’avversario dicendo: «Badate, fate la tara a ciò che dice perché Maninchedda è un avversario politico della Todde». Fin qui, niente di che.
Tralascio le contorsioni messe per iscritto dal Nostro per difendere «l’uliveto che non c’è» perché oggi non ho piacere di ridere.
L’imperdonabile
Però, Grillini, a un certo punto introduce l’imperdonabile: «Tutto nasce da un organo di informazione (legittima) a pagamento. Subito ripresa da un politico di lungo corso. Nel suo sito Web. Che, dopo clamorose sconfitte da ideologo di Renato Soru, sfoga la sua frustrazione con grande acidità e astio». E poi: «Oggi ancora in preda al furore e all’isteria del fallimento personale. Politico». Fallimento personale? Grillini, mi piacerebbe presentarle la mia famiglia, farle conoscere i miei amici (stabili come rocce), portarla con me a lezione e mostrarle i miei rapporti con i colleghi e con gli studenti, e magari illustrarle la persistenza dei rapporti politici anche con chi fa e ha fatto scelte diverse dalle mie. Lei non sa nulla di me e mi accusa di fallimento personale? È qui che non posso più essere indulgente con lei.
Inside Grillini Molti dipendenti Rai mi hanno telefonato avantieri per manifestarmi solidarietà e ho scoperto che loro conservano del Nostro una memoria diversa da quella che lui diffonde di sé e la tacciono in pubblico per carità di Patria. Mi sono rifiutato di ascoltare alcune cose e di altre ho riso di gusto.
Poi, inaspettatamente, mi hanno chiamato due ufficiali dell’Arma in pensione, che mi avevano suggerito, a suo tempo, quando, in un altro suo post Grillini mi aveva attaccato con parole che adesso dovrebbero essere al vaglio di chi di dovere, qualche lettura. Mi hanno chiesto conferma della avvenuta lettura, che, ahimè, non avevo fatto. Infine, mi ha telefonato un avvocato che mi ha indirizzato nella stessa direzione.
Mi sono messo subito a leggere.
Io non cerco nemici, ma se mi aggrediscono, cerco di informarmi su chi vuole così ardentemente trovarmi. E cerco di essere molto meticoloso. Sed, transeat. Anzi, secondo la punteggiatura di Grillini che mi accingo a esibire ai lettori: Sed. Transeat.
Mi sono chiesto: perché Grillini volendo difendere “l’uliveto fantasma” ha bisogno di darmi del frustrato, fallito, acido e astioso? La mia risposta è: perché non regge la responsabilità del ruolo, cioè non vuole apparire come il fiancheggiatore acritico della Giunta quale è, e dunque si deve travestire da vendicatore dei frustrati, falliti, acidi e astiosi. Anzi. Dei. Frustrati. Acidi. E. Astiosi.
Il testimone deceduto Correva l’anno 2019, mica tanto tempo fa, e il Nostro pubblicava per la Alfa Editrice un libro. Ad un certo punto della punteggiatissima narrazione, Grillini racconta la sua deposizione durante il processo all’Anonima sarda, presieduto dal giudice Pili.
Egli è sul banco dei testimoni. Vuole proteggere una sua fonte informativa che invece il Procuratore della Repubblica e il Presidente vogliono conoscere, cosa che, giornalisti altamente stimabili hanno impedito, in altri processi, facendosi la galera, proprio per smascherare il volto autoritario di certa Giustizia.
La scelta per lui era, a suo dire, tra la deontologia professionale o il gabbio. Gli lascio la parola:
«Capivo che ero praticamente in una situazione di non ritorno. (…) Ed allora feci ricorso ad un espediente al quale mi ero ripromesso di affidarmi in caso di estrema necessità. Sollevai nuovamente lo sguardo, rivolgendomi al dottor Pili, e dissi: “Va bene, signor Presidente. Le spiego. Molte cose che ho scritto me le ha confidate un tenente dei carabinieri”. Feci anche il nome, ovviamente. Si trattava di un ufficiale che era deceduto qualche mese prima dell’inizio del processo. Quella che doveva essere un’ammissione era chiaro come il sole che fosse un ulteriore palese tentativo, da parte mia, di aggirare l’ostacolo. Il dottor Pili, per un attimo, mostrò una espressione delusa. E di tentennamento. Ebbe una piccola titubanza: “Ma quel tenente è morto”, ammise. Per qualche istante calò in Aula un silenzio generale. Ma solo per qualche istante, perché si levò alta, quasi repentinamente una voce. Era quella del colonnello Giacomo Bucci, comandante del Gruppo carabinieri di Cagliari: “Signor presidente – esclamò l’ufficiale – non è vero, non è vero. Voglio testimoniare. Smentisco le dichiarazioni del teste (…) “Signor presidente, esordì molto alterato il comandante dei Carabinieri di Cagliari, escludo nel modo più assoluto che il tenente citato dal (…) possa avergli dato le informazioni di cui parla. Quel valoroso ufficiale non si è mai occupato di quelle indagini e pertanto non poteva essere in possesso di tali informazioni”. (…) Per fortuna l’arresto non ci fu e quindi, tutto finì lì. Diciamo senza danni per me. Certo, anche in seguito, quando ripensavo a come la storia si fosse risolta, non potevo che ritenermi fortunato. Non avevo subito nessuna conseguenza dal mio interrogatorio. Non avevo tradito la fiducia di coloro i quali mi avevano aiutato nel mio lavoro, non facendo i loro nomi, e il valore del mio libro era salvo. Era apparso evidente che la mia dichiarazione finale davanti al dottor Pili fosse unicamente tesa a salvarmi dalle grane giudiziarie. A cominciare dal carcere!».
Dai libri si impara molto.
In questo caso impariamo che l’Autore, pur di salvarsi da una situazione difficile, ha formulato un’accusa tutt’altro che leggera verso un ufficiale dei Carabinieri defunto che, evidentemente, non poteva difendersi.
Ecco, uno che fa queste cose può ancora provare, anche solo da lontano, a accusare chicchessia di fallimento personale? Quale fallimento maggiore di colui che scarica consapevolmente sulla memoria di un uomo, di un militare, un’azione contraria ai suoi doveri, dalla quale la vittima della clamorosa e infondata bugia non può più difendersi? Non è questo il sintomo di un fallimento dell’anima, di un’incapacità di rendersi conto fino in fondo delle proprie azioni?
Questo è il vate della Giunta Todde?
Questo è il defensor regni?
Se sì, à la guerre, monsieur!
Prof. mi sa che il solo acido e frustrato è proprio il “Signor Grillini” (OMISSIS), che non solo si avventura in improbabili analisi politiche – lui che è stato un semplice cronista di pugilato e poi un inviato OMISSIS (cosa ne sa di politica quest’uomo?) – ma in modo del tutto sgangherato – pessima scrittura, pessima sintassi, uso della punteggiatura da far venire la nausea – lancia accuse condite di frustrazione e qualunquismo, senza mai approfondire, senza leggere, senza studiare, senza nulla.
Aggiungo poi: quel libro (o quella schifezza, per dirla apertamente) nasce in una casa editrice che oggi, al suo interno, ha un filo diretto con il popolo di Pratobello. Intrecci curiosi, vero? Ma l’avvocato “capo popolo” dei firmatari è totalmente connesso e immerso in quella realtà editoriale (lei sa Prof), con tante, tantissime contraddizioni rispetto al signor Grillini. Dunque, detto onestamente, e direi anche per farla molto spicciola, attendiamo soltanto che l’ex cronista in oggetto – o mr. grillini, citando il suo nomignolo – metta un punto finale alla sua scrittura (fra i tanti inutili che appone ad ogni parola) e, soprattutto, rinunci ai polpettoni di storture che puntualmente abbindolano centinaia di sardi facilmente manipolabili.
Grazie.
Se Renato Soru con Paolo Maninchedda operano uniti, per la Sardegna è un fatto positivo.
Buon lavoro.
Gentile Paolo, sono andato nel profilo facebook di grillini, peraltro denso di bandiere a cinque stelle tipo raduno di reduci. Ho letto valanghe di commenti (sgrammaticati, ma ci sta) contro l’unione sarda, o l’ugnone come i grillini cercano di denigrare quel quotidiano. Al quale però si rivolgono, mi risulta, quando qualche loro amico, parente, familiare viene pizzicato dai tribunali, e allora per favore no, dai, il nome no. Ho due amici fraterni nella redazione di Cagliari, uno in tv, e stia certo che accade spesso. Ma andiamo avanti.
Grillini mostra un astio pesante e maleodorante verso un editore e una azienda che – mi risulta – lo cacciò via dopo un mese, perché OMISSIS. Fatti di oltre vent’anni fa, che nessuno o quasi conosce. Vuoi vedere che…
Corazu, est un’omine chi non balet duos soddos.
Leggo costernato ,solo ora ore 20 , perché in viaggio !!! costernato perché non ci bastavano tutte le fesserie fatte e dette dagli scappati di casa nel periodo di notti feconde dell’imperatore impettito ,,!!!!!
dobbiamo sentire accuse e malevolenze di bassissima lega che , nulla hanno di politico ,ma solo velenosi sputi già visti in altri frangenti nel periodo del vaffa !!!! Non occorre neanche che esprimo tantissima solidarietà all’uomo,al professore ,al giornalista ed infine al politico sicuro di non essere solo a manifestare apprezzamento per il suo prezioso lavoro . Auguri !!!!!!!
Faccio parte anche io della schiera dei bannati dall’esimio Grillini. Solo per il fatto, a margine di un suo post demenziale, che l’ho tacciato di essere un semplice opinionista schierato e non un giornalista sportivo in pensione…
I suoi post sono davvero un nulla cosmico e imbarazzante…..
Non se ne curi troppo.
Leggo volentieri la sua Opera “Sardegna e Libertà” soprattutto perché tende ad sviscerare le problematiche della Sardegna, in maniera equidistante, cosa che manca sia alla nuova sia all’unione (che leggo giusto per fare un confronto legittimo soprattutto sui problemi della nostra Regione. Parto sempre dal presupposto che prima di profferire verbo, è sempre necessario verificare i fatti così da farsi una idea sulla quale discutere. La mia Insegnante di filosofia ci raccomandava sempre “ragazzi non disquisite mai per partito preso, prima approfondite i fatti poi enunciate la vostra opinione” . Detto questo, purtroppo, c’è troppa gente che pur di difendere il loro punto di vista attacca in maniera inopportuna chi non la pensa come loro. Ora che il Grillini si arroghi l’incarico di difendere la madama insultando chi non la pensa come lui vorrebbe è davvero preoccupante! Comunque Prof gli voglio esprimere tutta la mia solidarietà! Grazie mille per le sue informazioni. Ad maiora.
Ubaldo Crispo.
Accusare un morto che non c’entrava nulla per farla franca è davvero OMISSIS
Dr Grillini di Cinquetasche.
Ho la fortuna di essere stato bannato dal grillini semplicemente per avergli sottolineato qualche sua lievissima contraddizzione, nonché questa sua tendenza a piegare la realtà pur di difendere sua maestà 👑. Vedo però che la sua caratura è notevolmente inferiore rispetto a quanto mi aspettassi eppure pensavo di essere stato fin troppo cattivo. L’unica certezza è che quando tutto questo finirà il grillini sarà il primo a puntare il dito…
Alcuni mesi fa Sono stato bannato dal ”Grillini” sostanzialmente perché gli ho scritto che anziché essere un giornalista indipendente, come voleva far credere, era il megafono della Todde 🤔
Povero Grillini, alla sua età ancora cosi intrappolato nel sentimento dell’invidia, che sia lui il frustrato?
buongiorno Paolo, in questi casi credo che la cosa migliore sia quella di seguire il consiglio che un certo Dante diede al suo amico Virgilio: “Non ti curar di loro (lui) ma guarda e passa!”
Egregio, solidarizzo con Lei per l’amarezza di dover incrociare i guantoni a causa di attacchi personali. Del resto chi è povero di intelletto e di argomenti può e sa fare solo quello.
Personalmente preferisco ricordare il soggetto in argomento per i servizi sui fasti rossoblu del mio passato da adolescente.
Tutto il resto che lo riguarda è noia (Califano dixit). Saluti.
Paolo, questa me la paghi!!!! Per colpa tua sono andato su facebook a cercare il profilo di quel signore ed è stato come rovistare nel bidone dell’umido.
Cenere erano e cenere torneranno 😂
presa visione del post del Grillini posso attestare che mi capita di ascoltare, dalla mia terrazza, discorsi che si svolgono ai tavolini della bettola sotto casa e che mi risultano abbastanza in linea (quando non anche più congrui) del tenore del post suddetto
provo un moto di comprensione per l’età che incombe
Oddio Professore, è vero che si leggono in giro tantissimi cose di inaudita bassezza ma questo episodio riferito al povero defunto del tenente dei Carabinieri ha in sé qualcosa che va al culmine dell’orrido e della bassezza più bieca.
Ella mi perdonerà ma il corpo si rifiuta di recepire quanto testé letto.
Dimentico!
Lo pretende lo stomaco!
Grillini, ….omine o tziringone? 🤔
Direi che possiamo affibbiare, al signor Grillini, l’appellativo di OMISSID. Non è il solo tra i pretoriani della signora Todde, ma tra essi lui si distingue bene.