Il caso Bibbiano merita sempre attenzione e prudenza. Tuttavia, dopo l’assoluzione con formula piena, in appello, dello psicoterapeuta Claudio Foti, un problema politico si pone ed è il seguente: come possiamo valutare i politici che senza aspettare le verifiche della magistratura usarono la vicenda per attaccare il ‘sistema Emilia’, cioè l’efficienza dei servizi in una delle regioni più efficienti d’Italia, guarda a caso amministrata dal Pd?
Il caso Bibbiano è una replica in sedicesimo del caso Tortora e di tanti altri casi, che rivelano una deformazione della Polizia Giudiziaria non temperata dalla magistratura inquirente, cioè ritenere un proprio legittimo scopo giungere agli arresti degli indagati. L’arresto è il marchio a fuoco, il segno della censura sociale che un indagato arrestato non si toglierà mai di dosso. Hai voglia poi di ripetere che sono intervenute sentenze di assoluzione, il ricordo sarà sempre e solo dell’arresto.
Prima di continuare, bisogna però sgombrare il campo da un equivoco infausto per il mondo progressista italiano: non c’è alcun pericolo fascista, non ci sono saluti romani alle feste della Repubblica, non c’è un’occulta e progressiva presa del potere. Tutto questo non esiste; sono panzane prodotte dalla bulimia da prima pagina. C’è chi non sa esistere nell’anonimato quotidiano e dunque inventa un allarme al giorno.
C’è invece da registrare una caratteristica dell’attuale Presidente del Consiglio, quel presidente che non dà le funzioni e i poteri da Commissario al presidente della Regione Emilia Romagna perché è del Pd, dimostrando così di non essere in nulla un presidente i tutti gli italiani. Questa ansia di controllo politico dei soldi della ricostruzione sarà fatale al Primo Ministro, ma questo lo vedremo.
La caratteristica personale e di partito della Meloni e dei suoi è di essere settari, estremisti, duri, sfacciati e cinici quando sono all’opposizione, per poi vestire panni moderatissimi quando sono al governo. Può accadere che ad alcuni, vedi il ministro della razza Lollobrigida, esca dalla bocca la coda del topo e dunque continui a parlare da convinto difensore delle razze quale era ed è, ma tendenzialmente la Meloni di governo ha vestito i vestiti buoni del ministro della Difesa Crosetto, quello cui i sardi hanno consentito manovre militari devastanti, presentate come il terzo episodio del film Top Gun.
Davvero l’opposizione si deve fare vellicando i vizi e il governo reprimendoli?
Davvero l’opposizione si deve fare spaccando la società di un Paese per poi magicamente ricomporla con la propria azione di governo?
Davvero dall’opposizione tutto è lecito, fino ad usare le vicende giudiziarie come clave prima che esse siano definite dai tribunali?
Un governo siffatto merita un’opposizione di Stato, di Paese. Non un’opposizione che si sbraccia per i controlli preventivi della Corte dei Conti o, peggio, su una solenne fesseria come il mancato patrocinio della Regione Lazio al Gay pride, ma un’opposizione che inchioda il governo sulla discriminazione politica nella gestione della ricostruzione in Emilia, che inchioda il governo sulle fesserie di Valditara e dei suoi tutor, che stana il governo sulla riforma della Giustizia annunciata e archiviata, che chiede conto al ministro degli Interni dell’insicurezza delle stazioni e delle periferie d’Italia, che chiede conto al ministro delle infrastrutture delle condizioni delle strade italiane, cantieri inutilmente e continuamente aperti, che inchioda il Premier sul pasticcio infinito del PNRR. Chi ha fatto il bullo per conquistare il governo, deve essere inchiodato alle sue responsabilità pregresse, perché ha disseminato la società di luoghi comuni tossici, ha impoverito il valore delle competenze, ha intaccato il sistema dei valori comuni. Questo deve dirci la sentenza di appello di Bibbiano.
Mauro la sentenza di assoluzione con formula piena di cui si parla è quella della corte di appello.
Una riflessione sul cartellone della meloni, sotto il cartello stradale di Bibbiano, non si vuole fare? Quanti voti ha catturato con l’inganno?
Mauro, sul sacco urbanistico di Olbia, lei pensa davvero che nizzi, sulla scena politica da trent’anni, dico trenta, non abbia alcuna responsabilità…. se non altro, per aver bloccato il piano mancini da 10 anni e mandandolo in soffitta con un escamotage politico.
D’accordo sul principio di sussidiarietà, in linea generale. A patto che la straordinarietà a cui il commissariamento si riferisce sia sempre preceduto da una ordinaria capacità di amministrare. Difficile infatti pensare che chi non fa l’ordinario sia in grado di fare lo straordinario….
In Sardegna, ad esempio, “l’ovvietà” della scelta poteva/doveva essere oggetto di una più attenta riflessione.
Non solo con rispetto, ma a volte pure con stima Professore. Anche, e proprio, nella diversità di opinioni.
Con stima Professore, sempre. Anche, e proprio, nella diversità di opinioni.
Sono molte le volte che concordo con lei ma è più normale (e pure più divertente) intervenire criticamente che fare la claque.
Il mondo è bello perché è vario, Mauro. Per me i sindaci e i presidenti di Regione sono commissari naturali. Le scelte, poi, di ogni commissario sono tutte discutibili. Quanto al fatto che io sia un manettaro, beh, tutto è possibile, anche l’assurdo. Io contesto frequentemente la disuguaglianza di fronte alla legge. È ben diverso che considerare gli arresti e le manette l’unico esito di giustizia. Comunque, non voglio convincerla e ognuno si tenga il proprio pensiero, come è giusto che accada tra persone civili.
Guardi che fa finta di fraintendere egregio Professore.
Io a Nizzi e Casula darei, senz’altro, il Commissariamento in quanto non li reputo responsabili dì alcunché.
Prendo atto, con piacere, del fatto che lei, nonostante quanto critichi e affermi ogni due per tre, farebbe lo stesso. Ne sono sorpreso, trovo il suo incedere contraddittorio. Tutto qui
Quanto alla “pulsioni manettare” poche ne ho rilevate altrove quante ne leggo qui nel suo blog, a corrente alternata si intende
Egregio Mauro, prendo atto per l’ennesima volta della sua pulsione manettara, ma me ne tengo distante. Per il resto sì, io darei i soldi e le funzioni a Nizzi e Casula, perché credo nel principio di sussidiarietà e perché li considero capaci. Avere idee diverse non significa essere gli uni capaci e gli altri asini. Quanto a Giove Pluvio, lei sì, non canti vittoria troppo in fretta, mi dia retta.
Sono sorpreso Professore!
Lei che si sbraccia contro Giove pluvio e i suoi devastanti effetti (sovente dovuti alle pessime gestioni del territorio da parte di politici e dirigenti) ma pretende, al contempo, che Giorgia Meloni, dopo i disastri della regione più cementificata di Italia, affidi il commissariamento a Bonaccini.
Quindi, suppongo, lo darebbe, in ipotesi, anche a Nizzi a Olbia e a Casula a Bosa senza fare un plissè?
Mi faccia capire …
Quanto a Bibbiano e alle teorie di Foti, dia retta a me, aspetti l’esito dell’appello. Il secondo e il terzo grado di giudizio non sempre danno l’assoluzione, spesso condannano.
“Come possiamo valutare i politici che senza aspettare le verifiche della magistratura usarono la vicenda per attaccare il ‘sistema Emilia’, cioè l’efficienza dei servizi in una delle regioni più efficienti d’Italia, guarda a caso amministrata dal Pd?”
Come modesto contributo per rovare a dare una risposta alla sua domanda propongo l’immagine del serpente descritto nella canzone di Mannarino intitolata “Gli Animali”.
I serpenti sono tanti
Quasi quanto i santi
Cambiano i vestiti
“Son sporchi dentro, fuori eleganti.”
Io temo che ci sia anche fascismo nel governo e nelle forze che lo compongono. Vi sono molti dati che lo testimoniano.
Ma chi farà opposizione. Gli italiani si piegano sempre ai potenti. Bisogna avere il coraggio di riconoscere che per lo più questo paese è di Don Abbondi