di Paolo Maninchedda
Ieri a Oristano abbiamo fatto la nostra prima assemblea sulla riforma sanitaria della Asl unica. È stato un incontro molto partecipato e, ovviamente, disertato da giornali e tv. Presenti medici, pazienti, 5 consiglieri regionali, dirigenti sanitari e molta gente (nella foto, metà sala).
Per la prima volta si è detto che la riforma sanitaria non parte dalle esigenze delle strutture ma dalle esigenze dei pazienti, che sono censite e censibili. Quanto la sanità vada bene o male in Sardegna non lo decidono i partiti, ma la soddisfazione dei pazienti rispetto ai bisogni di salute. Su questo se ne sono sentite delle belle. Non ci piace la Asl unica ma non andremo dietro a chi volesse usare questo argomento intrecciandolo con lo psicodramma del rimpasto. Vogliamo parlare e discutere di sanità e solo di sanità. Contestiamo duramente la logica assurda delle assegnazioni delle risorse alle Asl, che premiano chi produce debito.
Dobbiamo farcene una ragione. Noi siamo un partito che cresce con trasparenza, in pubblico, ma se non con l’ostilità, certamente nell’indifferenza dei media tradizionali. Ci è successo durante le campagne elettorali di Olbia, Cagliari e Carbonia e prima ci era accaduto durante le regionali. Nonostante ciò cresciamo. Perché? Perché comunichiamo a prescindere, come stanno facendo tutte le persone libere del mondo.