Ieri questo sito ha svolto una funzione che avrebbero dovuto svolgere i siti istituzionali: ha fornito per primo a tutti le due bozze del Decreto aree idonee perché le si potesse leggere con calma e si potesse capire bene la portata dei cambiamenti tra la prima bozza proposta e la seconda approvata. Invece i Cinquetasche hanno cominciato da subito a inneggiare alla vittoria, a sbeffeggiare la proposta Soru, e a ricordare a me, mentre guidavo e non potevo scrivere, il ciuco di Trilussa: Un Somarello, che pe’ l’ambizzione / de fasse elegge s’era messo addosso / la pelle d’un leone ecc. ecc.
Premessa erotica Siccome c’è una corrente di pensiero nei Cinquetasche che mi odia per le metafore sessuali, io insisto a provocare questa parte bacchettona d’er Movimento, non sia mai che per questa via (il pelo, che nero…) si riesca a riattivare l’unica sinapsi sopravvissuta all’uno vale uno.
Bisogna sempre ricordarsi che se lo Stato non ti sta più davanti, è molto probabile che ti si sia messo dietro.
Questa regola aurea che i Sardi conoscono da quando nascono, al punto che anche nelle pizzerie si siedono sempre spalle al muro, avrebbe dovuto portare la Giunta a non votare all’unanimità il Decreto aree idonee, i Cinquetasche a non correre a dire in giro che la proposta Soru era ormai da gettare alle ortiche e che loro sono i più bravi del mondo. Spiego il perché.
Il raglio immeritato I Cinquetasche inneggiano alla scomparsa dell’art.10, quello che, nelle Norme transitorie della vecchia bozza, faceva salve le autorizzazioni già assentite e quelle in itinere. A parte che ad accorgersi dell’art.10 non furono gli assessori della Giunta Todde e tanto meno my dear, ma i cittadini che lessero con attenzione la bozza sfuggita all’attenzione della Giunta (tra questi lettori anche questo sito e non in forma accessoria), la scomparsa dell’articolo è certamente un passo avanti, ma è anche una punta dietro. Infatti il Governo lo ha tolto perché nella sostanza ciò che esso diceva era solo un’esplicitazione di ciò che l’ordinamento vigente comunque afferma: tempus regit actum. Il Governo, adesso, sa che si è nella seguente situazione: i privati che hanno le pratiche autorizzative in itinere sanno di essere fatti salvi come prima, a meno che le Regioni non sottopongano a una nuova e legittima disciplina le pratiche non concluse. Ne consegue che le Regioni che ben legifereranno, avranno poco contenzioso; quelle che lo sbaglieranno, ne avranno tanto e particolarmente oneroso. La porta per gli peculatori è apertissima, come prima, solo che adesso la Regione è sola per riuscire a chiuderla.
Cosa si sarebbe dovuto fare La Regione sarda avrebbe dovuto chiedere che l’art.10 fosse sostituto da una norma che recitasse più o meno nei termini seguenti: le pratiche in itinere sono sospese. Non annullate, sospese e poi riverificate alla luce della disciplina affidata alle Regioni. È vero che la modifica del quadro normativo durante lo svolgimento del procedimento (ogni fase antecedente l’acquisizione di efficacia del provvedimento) dà ingresso al principio tempus regit actum, per il quale ciascuna delle fasi è sottoposta alla disciplina della legge vigente nel tempo in cui la stessa è compiuta, ma è anche vero che se l’atto non è compiuto e le fasi conclusive vengono disciplinate in modo nuovo prima che esso si concluda, il principio di cui sopra viene fortemente temperato.
Anche altre parti del Decreto sono peggiorative. Ne cito alcune.
Il comma 2 del vecchio art.3 è stato cassato. prevedeva l’aggiornamento degli atti di pianificazione energetica, urbanistica e paesaggistica. Sicuramente le Regioni hanno gioito, ma il comma non parlava di adeguamento, ma di aggiornamento alla luce della nuova normativa. Gli aggiornamenti di pianificazione avrebbero favorito e non danneggiato la tutela del territorio.
La lettera a) del comma 2 dell’art.7 è un vero disastro perché afferma che le aree idonee debbano essere individuate “compatibilmente con le caratteristiche e le disponibilità delle risorse rinnovabili [in Sardegna abbiamo tanto sole e tanto vento], delle infrastrutture di rete [la Sardegna sta preparando il Tyrrenhian link e quant’altro per l’esportazione dell’energia] e della domanda elettrica [si noti che non si parla di ‘domanda di energia su base regionale’, cosa che ci avrebbe avvantaggiato non poco], nonché tenendo in considerazione la dislocazione della domanda, gli eventuali vincoli di rete e il potenziale di sviluppo della rete stessa [Buonanotte!].
Il comma 3 dell’art.7 trasforma una certezza in possibilità. prima il dettato recitava “Sono considerate non idonee le superfici e le aree ecc. ecc.”; adesso invece dice “Possono essere considerate non idonee ecc. ecc.”. Ed è all’interno di questo drammatico articolo che si prevede che le Regioni “possono stabilire [quindi possono anche non farlo] una fascia di rispetto dal perimetro dei beni sottoposti a tutela di ampiezza differenziata a seconda della tipologia di impianto [quindi l’ampiezza dell’area di tutela non è calibrata sulla natura del bene tutelato, ma sull’impianto! Roba da pazzi!], proporzionata [quindi la proporzione è da farsi sulle dimensioni del bene tutelato, non sul valore culturale. Asini!] al bene oggetto di tutela fino a un massimo di 7 chilometri”.
L’errore Se c’è stato in tutta questa vicenda un errore clamoroso, in perfetto stile Cinquetasche, questo è stato il Disegno di legge della cosiddetta moratoria. Una dolosa presa in giro dell’opinione pubblica, un testo scritto nella greppia populista sapendo di non ottenere alcun risultato. Ma la cosa più grave è che mentre la Giunta votava il disegno di legge inutile, era già a conoscenza della bozza di Decreto aree idonee del Governo e dunque sapeva che la moratoria era puro e inutile fumo negli occhi. A me è questo che non piace dei Cinquetasche: la sicura coscienza che il popolo sia fatto da allocchi che si farebbero prendere in giro da due paroline e da un casco da rally. la Giunta sull’eolico è stata per un lungo periodo a farfalle.
Che cosa fare Ora occorre fare una legge che, per bloccare ciò che è in itinere deve essere fatta in tempi rapidissimi e in termini esattissimi. È in questo senso che la proposta Soru può tornare molto utile, perché il coordinamento delle fonti normative primarie (Costituzione, Statuto ecc.) intorno alla competenza esclusiva dell’urbanistica è una questione sfidante e difficile, ma è l’unica percorribile. Mi spiego: non si può dire con un’affermazione apodittica: “Questo non si fa più”. Bisogna dirlo dentro un’architettura normativa delicatissima e sofisticata, che blocchi senza aprire un contenzioso infinito con certezza di sconfitta in giudizio.
Oggi ho letto alcune frasi di my dear (quelle di ringraziamento ai cittadini e ai comitati che si sono battuti su questa vicenda) che sembrano mostrare come ella cominci a capire (questo apprendistato avviene sulla nostra pelle piagata, purtroppo) che ha bisogno di tutti, che necessita dell’aiuto anche degli avversari se vuole emanciparsi dalle spire mortali e insipienti dell’anaconda Comandini & Co.
La legge per disciplinare questo drammatico fenomeno speculativo non può che essere varata in due tempi: una prima norma, che deve essere intelligentissima e sofisticata, per bloccare ciò che è in itinere; la seconda per varare la disciplina complessiva.
Non si può fare bene la prima senza una idea chiara della seconda.
Non si può fare nulla in un clima di dramamtico scontro politico e sociale, alimentato dalla retorica “Er mejo semo noi”.
Per esempio: nel non autorizzato devono essere ricompresi anche gli impianti che abbiano acquisito la VIA Statale, ma non anche tutte le autorizzazioni necessarie per aprire materialmente i cantieri.
Insomma non bisogna lasciare che il “non detto” della legge possa essere un via libera mascherato e magari tutelato dai TAR.
Ancora: serve un provvedimento organizzativo per costituire una task-force (non di consulenti, ma di funzionari e dirigenti preparati) che delinei e definisca la prima bozza delle aree idonee e che aggredisca il non autorizzato: 180 giorni, volano! Pigliaru fece l’Unità di Progetto per la Peste Suina. Bisogna fare la stessa cosa.
Appunto, le opposizioni che fanno?
Questo basta, il resto è fuffa, invidia come al solito. Costruite, non distruggete, basta campanili politici.
Saluti a tutti.
Grazie per la risposta, sa nella mia ingenuità penso che si possa stare dalla stessa parte e discutere sulle proposte di tutti, mi spiace che Soru abbia corso da solo, la politica si fa con i numeri, da soli non si va da nessuna parte. Comunque avevo capito che lei ha uno scontro diretto con chi fa politica attiva, uno scambio di gentilezze reciproche insomma, continuate così a sfasciare la sinistra…
Quel 90% di no al nucleare… Una palla al piede tombale su ogni potenziale sviluppo. Oggi più che ieri, Il prezzo?
Il bene più importante prestatoci dai padri e da custodire per i figli. Il Paesaggio e la Cultura ad esso collegata. Che è tanta Roba da valorizzare, fra l’ altro.
Saluti, Nuoro.
Egregio, stante le citazioni dantesche “non ti curar di loro ….” mi sembra appropriato. Questi grillini (confesso di aver votato il M5S per 7 anni finché non li ho visti all’opera, per cui parlo con un minimo di cognizione di causa), questi grillini come, spesso capita ai parvenus di ogni ambito, credono di essere depositari di assoluta onestà e inimmaginabile competenza. In realtà sono dei veri trasformisti, improvvisati governanti, spesso solo profittatori e paraculi. Colui che li rappresenta a livello nazionale ne è simbolo vivente.
Non accettano,non dico critiche, ma neanche osservazioni che (se fossero intelligenti e umili) utilizzerebbero al meglio. Con questa gente è predicare nel deserto. Stop. Saluti.
@ Giovanni Non è questione di satira, è questione di linguaggio e di politica. Serve un linguaggio dell’opposizione. Un linguaggio che non sia di plastica, che sia vivo, che sia colorito, che sia colto e insieme pop. Non ho problemi a essere oggetto di satira (per dieci anni mi hanno chiamato Maninkid).
Bhe Dante insieme al Cecco Angiolieri, è stato prima di tutto un satirico ante litteram. Ma ti sbagli, non è vero che non ti sopporto. La satira è il sale della politica. Però o si fa l’uno o si fa l’altro. Insieme le due cose non si sposano, Sono come l’olio con l’acqua. A meno che non la si accetti anche per se stessi.
Giovanni, sproloquio? Ma scherziamo? Ma voi conoscete la letteratura? Camilleri per ultimo e Dante per primo hanno offeso? La mia norma è già illegittima prima di essere scritta e nonostante io stesso dica che deve essere intelligentissima? Ho capito: non mi sopporti e sproloqui.
Caro Paolo biondino, se non ti piace il paolino, incoraggiare la condivisione delle idee ed il confronto usando lo sproloquio e le offese verso chi si agisce è privo di efficacia, e la tua acuta mente lo sa benissimo. Quindi non prendere in giro i tuoi lettori. Detto ciò, nel merito, la tua proposta di sospensiva dei procedimenti in itinere nell’attesa di emanare una nuova disciplina regionale e senz’altro illegittima e foriera di danno ingiusto , ergo contenzioso, nei confronti dell’amministrato. Anche questo un fine giurista come te la sa benissimo. Un appunto: curiosamente tempus regit actum, mia osservazione di almeno una settimana fa su un canale privato, evidentemente ha fatto presa (scusa la presunzione, non ne sono indenne). Il fatto però è che si riferiva ad un’altra questione rispetto a quella che sollevi tu, che costituisce non un problema ma l’opportunità. Io mi riferivo all’abolito art. 10, che illegittimamente prevedeva che “I procedimenti vengono comunque conclusi ai sensi della disciplina regionale e statale previgente” anche in sopravvenienza di nuova disciplina, per l’appunto in violazione del tempus regit actum.
Gentilissimo, sarei molto curioso di sapere che pensa della disciplina dell’informazione e partecipazione ai processi decisionali in materia ambientale, posta dalla Convenzione di Aarhus, recepita in Italia dalla L.108/2001, che spiega che i cittadini devono poter partecipare ai diversi livelli decisionali (da quello di piano a quello di progetto) quando tutte le opzioni sono ancora possibili. Una disciplina che apre ad una partecipazione molto più ampia e popolare. Partecipazione deliberativa, come habermasianamente la chiamiamo. Un aspetto totalmente trascurato e ricorribile, fino ad annullamento degli atti autorizzatori. Grazie.
Anziché sentirmi punta sul vivo, fossi la signora Carboni, che coglie l’ ironia affatto offensiva, leggerei la sostanza di chi conosce le norme, perché studia, e non ricopre alcun incarico politico.
Semmai sono le sue idee a disturbare poiché liberamente logiche.
@Alessandra Carboni, se non riesce a seguire mi sa che il problema è solo suo. Entri nel merito, se le riesce, please.
gentilissima Alessandra Carboni, giro vicino quanto mi pare, grazie alla Costituzione e alla cultura europea. Quanto alle offese, mi pare eccessivo definirle tali, ma mi compiaccio di vedervi irritati se un avversario, quale io sono, usa il vostro stesso linguaggio contro di voi. La vostra irritazione è la mia soddisfazione. Paolino mi chiama solo un amico carissimo, è segno di simpatia repressa. Si lasci andare. Diventiamo amici..
NON SI DOVREBBERO ESPROPRIARE LE AREE DOVE VENGONO COLLOCATI QUESTI OBBROBRI. LA TERERRA E LE AREE DEVONO RESTARE DEI LEGGITIMI PROPRIETARI. ALTRIMENTI QUESTI INFAMI MAFIOSI CI TOGLIERANNO ANCHE LA SEDIA DA SOTTO IL C…
OLTRE A FREGARCI E DISTRUGGERE LA NOSTRA CASA COMUNE., E IL FUTTURO .SPERO CHE LA POLITICA IN CASI COME QUESTI SIA PIÙ CHE MAI UNITA.
….. è un normale atteggiamento grillino : ricordate l’eliminaxione della povertà, di giggina memoria ? o l’ottenimento dei fondi PNRR ottenuto dopo strenua lotta del Comandante Giuseppi ? ( Riportata da fonti ufficiali europee a semplice meccanismo automatico di natura economico/tecnologica ) ;ecc.
Non stupisce chi segue giornalmente i fatti politici !!!!! Stupisce invece la completa assenza dell’opposizione priva di verve e assopita nei banchi del consiglio .Truzzu ,dove sei? Forse non lo sai, ma spetta a te l’onere e l’onore di guidare tutta l’opposizione a lottare, pungolare, sbugiardare le rivendicazioni puerili della Presidente .Dvegliaaaaaas,!!!!!! La ricreazione è finita .
Lo sai qual’è il tuo problema? A parlare per offese, cinquetasche, ecc. fai danno a te stesso, perché non si riesce a seguirti, uno pensa ecco il solito essere superiore e vanitoso che ha la fobia dei 5s ecco scrivi solo 5s, my dear paolino, che Soru ti è di molto superiore nello stile, ma perché non giri al largo?
Ma in tutto questo bailamme le opposizioni che fanno, dormono?